Come Nagel di Mediobanca va alla guerra contro Mps, Caltagirone e Delfin

Che cosa è emerso dalla relazione semestrale di Mediobanca e dai commenti dell'amministratore delegato, Alberto Nageli, su Mps e Generali.

Feb 11, 2025 - 09:41
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Come Nagel di Mediobanca va alla guerra contro Mps, Caltagirone e Delfin

Che cosa è emerso dalla relazione semestrale di Mediobanca e dai commenti dell’amministratore delegato, Alberto Nagel, su Mps e Generali

I vertici di Mediobanca cercano di sedurre i soci di Piazzetta Cuccia a colpi di conti buoni e prospettive di lauti dividendi per far fallire l’Ops lanciata da Mps sulla banca milanese.

È questo il succo che emerge dai numeri dell’istituto, dalle previsioni sui dividendi e dalle parole dell’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel.

Ecco fatti, dati e commenti.

NAGEL SU MPS E SEMESTRALE

«Un’offerta innaturale più che innovativa», perché unisce un’attività retail con una banca d’investimento e «ha carenza industriale e finanziaria». Così Nagel ha parlato ieri dell’Offerta pubblica di scambio annunciata dal Monte dei Paschi su Mediobanca: «Secondo noi ci sono poche sinergie di costo perché siamo due animali molto diversi». Il numero uno di Piazzetta Cuccia lo ha fatto in occasione della presentazione dei dati semestrali della banca chiusi con numeri superiori le stime degli analisti. L’utile netto è stato di 660 milioni (+8%), rispetto ai 635 previsti, e ricavi per 1,85 miliardi (+7%) che si confrontano gli 1,77 stimati in media.

I DATI SEMESTRALI DI MEDIOBANCA

I dati semestrali di Mediobanca che superano gli obiettivi di piano al 2026. Tanto che l’istituto ha aggiornato le previsioni. I ricavi saranno pari a circa 4 miliardi, in aumento rispetto al target originario di 3,8 e l’utile netto supererà i 1,4 miliardi contro gli 1,3 circa stimati. E per ripagare la fiducia degli investitori porta il pay-out al 100%. È prevista così una distribuzione totale cumulata nei tre anni del piano 2023-2026 a oltre 4 miliardi dagli iniziali 3,7 miliardi. L’anno prossimo ci saranno quindi 300-400 milioni di dividendo in contanti in più (+40%).

I COMMENTI DI NAGEL

Nagel ha fatto valere l’aumento del margine di interesse — «quando altri prevedono un calo» — nel secondo trimestre (+3%) quando anche le commissioni nette hanno toccato un +36% tra wealth management e corporate e investment banking. Nel semestre l’andamento commerciale è stato «robusto» su tutte le divisioni soprattutto nel wealth management — dove le masse totali salgono del 14% a 106,8 miliardi, grazie a 13 miliardi di nuova raccolta, «ai migliori livelli settoriali» e gli asset in gestione che raggiungono 79 miliardi (+19,4%). Poi, l’investment banking, con operazioni annunciate in aumento del 27%. Il ceo tocca anche il tema degli azionisti: «Continueremo a parlare con i nostri investitori e avremo un feedback piu strutturato nelle prossime settimana, ma come evidenziato» dal cda «la proposta di Mps al cda non sembra interessante per noi».

I NUMERI DI MEDIOBANCA PREMIER

Quanto a Premier, evoluzione di Chebanca, in un anno, ha spiegato Mediobanca, sono raddoppiati gli ingressi di nuovi professionisti, le masse trasferite e i clienti acquisiti nella fascia alta, segmento nel quale ha una quota di mercato del 9%.

LA MOSSA DELLA GOVERNATIVA MPS

Sul futuro di Piazzetta Cuccia aleggia l’Offerta di Mps, dunque della banca partecipata dal ministero dell’Economia: come dire che il governo ha benedetto la mossa del Monte sulla banca milanese, obiettivo in particolare di Caltagirone e Delfin che mirano anche al controllo di Generali, partecipata da Mediobanca. Mediobanca è al centro di una partita che incrocia anche le Generali di cui possiede il 13,1%. E ora è al lavoro per elaborare una lista in vista del rinnovo del vertice del Leone all’assemblea dell’8 maggio.

COME IL BOARD DI MEDIOBANCA BOCCIA L’OPS DI MPS

Ieri il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha ribadito di ritenere la proposta «priva di razionale industriale e finanziario», e «distruttiva di valore» per entrambe le banche. La mancanza di razionale industriale – riassume il comunicato – è la conseguenza di «un forte indebolimento del modello di business di Mediobanca fondato sulla crescita di due attività altamente specializzate e sinergiche, come il wealth management e l’investment banking e una cultura aziendale molto diversa da quella di Mps». Le critiche si appuntano anche sulla «sostanziale assenza di reali sinergie di costo» e sulla «presenza di cospicue dissinergie di ricavo», per la prevedibile perdita di risorse che passerebbero alla concorrenza e la potenziale perdita di clienti sia nel wealth management sia nell’investment banking «qualora venisse meno la storica indipendenza di giudizio e la connaturata assenza di conflitti d’interesse riconosciuta a Mediobanca».

La distruzione di valore che ne deriverebbe è imputata all’impatto negativo sul profilo reddituale di Mediobanca, «i cui utili su base stand alone sono previsti in crescita», mentre per Mps il consensus degli analisti vede «un calo degli utili per la riduzione del margine d’interesse e il progressivo esaurirsi dei benefici fiscali». Oltre all’impatto negativo sul merito di credito e alla prevedibile diluizione dei multipli di Borsa.

IL DIVARIO IN BORSA

Alla chiusura di ieri il divario tra l’offerta Mps (2,3 azioni per ogni azione Mediobanca) si era allargato a oltre 2 euro, per uno sconto salito a oltre il 12%, ha rimarcato oggi il Sole 24 ore. «Offerta innaturale», secondo Nagel è stato il feed-back degli investitori alla proposta senese. Se il termine di paragone è quello che può fare Mediobanca da sola, «non temiamo nulla», ha risposto Nagel a chi chiedeva se temesse rilanci da Siena.

LE MOSSE DI MEDIOBANCA IN GENERALI

Rispondendo alle domande delle agenzie, Nagel ha confermato che «verosimilmente» Mediobanca dovrà presentare una lista per il consiglio di Generali, preso atto che il board della compagnia non è in grado di presentare la propria. «Questo ci dispiace – ha sottolinato Nagel – perchè avremmo preferito la soluzione della lista del cda». Mediobanca, ha spiegato l’ad, ha interesse a contribuire a nominare il cda «più adatto a eseguire il piano», manifestando «soddisfazione» per i risultati della compagnia guidata da Philippe Donnet. E, inoltre, ha interesse a esprimere un consigliere per continuare a consolidare a equity la partecipazione col trattamento attuale.