Chi sarà il successore di Papa Francesco: due italiani tra i favoriti
Dopo la morte del Santo Padre i cardinali si riuniranno in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice secondo una ritualità e regole ben precise

Città del Vaticano, 21 aprile 2025 – Il canone numero 349 del codice di diritto canonico stabilisce che i cardinali costituiscono un collegio ’peculiare’ a cui spetta l’elezione del Romano Pontefice. Le modalità con cui si svolge questa elezione sono contenute nella costituzione apolistica ’Universis Dominici Grecis’ scritta da Papa Giovanni Paolo II e poi emendata dai suoi due successori.
La novità più importante, introdotta da papa Benedetto XVI, riguarda il quorum che il candidato deve raggiungere. Per essere eletto pontefice il cardinale deve ottenere un numero di voti superiore ai 2/3 degli aventi diritto e se nessuno raggiunge questa soglia, dalla 33esima o 34esima votazione la scelta viene ristretta al ballottaggio tra i due nomi che hanno ottenuto più preferenze all’ultimo spoglio. Fanno parte del ’corpo elettorale’ tutti i porporati che non hanno ancora compiuto 80 anni. Attualmente il colleggio è composto da 137 cardinali, ma il suo numero scenderà a 136 dal primo marzo, giorno in cui lo spagnolo Fernando Vérgez Alzaga supererà la soglia. Il nuovo pontefice riceverà, quindi, almeno 91 preferenze.
Celebrate le esequie del defunto pontefice tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla sua morte gli elettori devono ritrovarsi nella Basilica di San Pietro in Vaticano per prendere parte a una solenne celebrazione chiamata ’messa votiva pro eligendo papa’. Questa funzione deve tenersi al mattino, così che nel pomeriggio possa svolgersi la processione che precede la costituzione del conclave e che ha come punto d’arrivo la Cappella Sistina.
Qui, al termine del cammino, i cardinali emettono singolarmente il solenne giuramento in cui si impegnano a mantenere il segreto su quanto accadrà da lì in poi. Una volta che l’ultimo cardinale ha giurato viene pronunciata la formula “extra omnes” e tutti coloro che non sono elettori lasciano la Cappella Sistina. I cardinali restano isolati, senza la possibilità di contatti con l’esterno, fino a quando non avranno eletto il nuovo pontefice; avranno a disposizione alcuni sacerdoti per le confessioni e due medici per le questioni di salute. La norma che nessun elettore può essere escluso è prevalente rispetto a quella che fissa a 120 il numero massimo di cardinali riuniti in conclave. L’età media dei cardinali elettori sarà di circa 70 anni.
In questo momento il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, è il candidato più forte alla successione di Bergoglio per la sua abilità diplomatica nelle relazioni internazionali. In un mondo che si va sempre più caratterizzando per la presenza di capi di stato ‘imperatori’, come Trump, Putin e Xi Jinping, la capacità di dialogare e di prendere posizione senza rompere le relazioni sarà probabilmente il principale criterio per il discernimento. Anche il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha le carte in regola per rispettare questo requisito avendo per conto di Bergoglio condotto una missione di pace nella speranza di mettere fine all’invasione russa in Ucraina.Il pontificato di Papa Francesco per immagini
Un gradino sotto si trova il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del dicastero dell’evangelizzazione, che è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI ed è stato parecchio apprezzato anche da papa Francesco. Segue il prefetto del dicastero per la cultura e l’evangelizzazione José Tolentino de Mendoça, il cui pensiero teologico basato sulla libertà ha aperto un dialogo anche con i mondi cristiani non cattolici e con quelli non cristiani. La aree non progressiste potrebbero, però, orientarsi verso il congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo metropolita di Kinshasa (capitale del Congo), o verso l’arcivescovo di Marsiglia l’algerino Jean-Marc Noël Aveline. Due altri possibili outsider potrebbero essere il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che in Medio Oriente si è distinto per il suo equilibrio, e il lussemburghese Jean-Claude Hollerich per la sua apertura ai temi sociali.