Chi era Chris Arsenault, l’uomo che amava i gatti, morto in un incendio dopo averne salvati 200 dal suo gattile in fiamme

Morire eroicamente per amore degli animali, dopo che la vita lo aveva messo già a dura prova. È successo a Long Island, nello Stato di New York. Qui un grande gattile ospitava più di 300 gatti: era l’Happy Cat Sanctuary, andato totalmente distrutto nei giorni scorsi da un rovinoso incendio, e lui era Chris Arsenault....

Apr 2, 2025 - 13:37
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Chi era Chris Arsenault, l’uomo che amava i gatti, morto in un incendio dopo averne salvati 200 dal suo gattile in fiamme

Morire eroicamente per amore degli animali, dopo che la vita lo aveva messo già a dura prova. È successo a Long Island, nello Stato di New York. Qui un grande gattile ospitava più di 300 gatti: era l’Happy Cat Sanctuary, andato totalmente distrutto nei giorni scorsi da un rovinoso incendio, e lui era Chris Arsenault.

Delle fiamme avevano avvolto improvvisamente, forse per una stufa esplosa vicino a un serbatoio di propano, la struttura meravigliosa, vero e proprio santuario per gatti, e Chris non ci ha pensato un attimo: ha corso su e giù, avanti e indietro, cercando di mettere in salvo quanti più animali potesse.

Fino a quando non è più uscito da lì.

Ne ha salvati almeno 200 – racconta una volontaria del rifugio – entrava e usciva per salvare più gatti possibili, fino a quando non è più tornato indietro.

Prima dell’incendio la struttura ospitava circa 300 esemplari felini, mentre altri 100 erano stati da poco trasferiti in una nuova sede.

Dopo che l’incendio è stato domato dai Vigili del fuoco, i gatti rimasti all’interno della struttura sono stati affidati ai veterinari, alcuni hanno ustioni gravi, mentre altri problemi respiratori. Circa 100 esemplari, invece, non ce l’hanno fatta.

Nel 2006, una tragedia silenziosa e devastante colpì la vita di Chris: la perdita di suo figlio Eric, strappato via a soli 24 anni, in un incidente in moto. Un dolore immenso, che nessuna parola poteva lenire, ma che in qualche modo trovò un senso: fu proprio in quel vuoto che il suo cuore trovò la forza di rinascere.

Riversò tutto l’amore che ancora portava dentro di sé in una colonia di gatti, dove trenta cuccioli malati avevano bisogno di cure e di un rifugio. Li raccolse, uno ad uno, e li ha accuditi con una dedizione che solo un cuore che ha conosciuto il dolore può comprendere. Fu così che, attraverso il suo dolore, nacque un rifugio per tanti altri felini, un luogo dove ogni vita, anche quella più fragile, potesse rinascere.

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