Che diavolo sta succedendo a Tesla?
Le consegne globali di automobili Tesla hanno registrato un calo del 13 per cento nel primo trimestre del 2025 ma il titolo delle auto elettriche statunitensi ha ripreso a correre appena si è diffusa la notizia (subito smentita dalla Casa Bianca) che Musk starebbe per lasciare il Doge

Le consegne globali di automobili Tesla hanno registrato un calo del 13 per cento nel primo trimestre del 2025 ma il titolo delle auto elettriche statunitensi ha ripreso a correre appena si è diffusa la notizia (subito smentita dalla Casa Bianca) che Musk starebbe per lasciare il Doge
Il giorno da segnare sul calendario ora è il prossimo 22 aprile, quando Tesla, la Casa texana di auto elettriche guidata da Elon Musk, pubblicherà i suoi risultati finanziari relativi al primo trimestre dell’anno. Il marchio è di fatto atteso al varco dai crescenti detrattori ma anche e soprattutto dagli azionisti, dato che non si preannuncia una fotografia particolarmente entusiasmante dei conti del Gruppo.
IL PRESUNTO ADDIO DI MUSK ALLA POLITICA HA ENTUSIASMATO GLI AZIONISTI
Prova ne sia che lo scoop, vero o presunto di Politico di una possibile fuga di Musk dall’incarico ufficiale al Doge (il dipartimento che taglia la spesa pubblica americana) ieri ha messo le ali al titolo, facendogli guadagnare il 5 per cento in una giornata altrimenti zavorrata da dati di vendita tutt’altro che positivi.
Era infatti appena stata diffusa la nota con la quale si informava che Tesla ha prodotto 362.615 veicoli e consegnato 336.681 auto elettriche nel primo trimestre del 2025, oltre ad aver distribuito 10,4 GWh di prodotti di accumulo di energia. Vistoso, dunque, il calo delle consegne rispetto alle 386.810 unità di un anno fa (-13%). Una frenata superiore persino alle stime pessimistiche degli analisti che si aspettavano che Tesla registrasse consegne di circa 372.410 veicoli (secondo una stima di Visible Alpha).
Insomma, benché smentito dalla Casa Bianca, il pettegolezzo sull’addio di Musk alla scena pubblica ha evitato a Tesla l’ennesima seduta nera a Wall Street. Il marchio di Austin comunque ostenta sicurezza: “Mentre il cambio di linea del Model Y in tutti e quattro i nostri stabilimenti ha portato alla perdita di diverse settimane di produzione nel primo trimestre, l’aumento del New Model Y continua ad andare bene”, si legge in una nota.
IL SORPASSO CINESE
Ma la realtà è che Tesla sta soffrendo particolarmente la concorrenza cinese. Nei primi tre mesi del 2025, la rivale di Shenzhen Byd ha venduto oltre un milione (1.000.804) di auto a nuova energia (soprattutto ibride, dato che a differenza di Tesla il marchio asiatico non si concentra esclusivamente sulle Ev). Una accelerazione del 60% rispetto ai 626.263 veicoli venduti nel primo trimestre del 2024. Guardando alle sole elettriche le vendite di Byd hanno comunque superato le performance della rivale statunitense raggiungendo le 166.109 unità a marzo e le 416.388 nel primo trimestre.
In tale ottica, sarà difficile comprendere se i dazi di Donald Trump agevoleranno o meno Tesla. Il mercato americano si era già quasi totalmente blindato alle auto elettriche cinesi introducendo sotto l’amministrazione Biden severe limitazioni al software “made in China” adducendo non meglio precisati motivi di sicurezza nazionale. Ora il muro è stato ulteriormente alzato a livello commerciale, ma c’è da considerare che Elon Musk produce gran parte delle proprie vetture a Shanghai, in Cina. E Pechino quasi certamente studierà controffensive che potrebbero colpire pure Tesla.
Forse anche per questo gli azionisti vorrebbero che Musk si concentrasse da ora innanzi esclusivamente sulla guida della propria società e lo hanno fatto capire molto bene ieri, subito dopo la news di Politico: i tempi venturi non si preannunciano particolarmente facili per l’auto elettrica. Ma stare con un piede – se non entrambi – alla Casa Bianca potrebbe comunque avere il suo ritorno. Resta da capire entro quando e a favore di chi.