Che cos’è il VORTICE POLARE. Le prossime due settimane dal meteo cruciale
Il meteo rivela spesso fenomeni sorprendenti, ma pochi processi atmosferici suscitano tanta curiosità quanto il VORTICE POLARE. Il termine definisce una vasta circolazione di venti, freddi e turbolenti, che si sviluppa sopra le regioni artiche. Si tratta di un gigantesco centro di bassa pressione in quota, costantemente alimentato da temperature estremamente rigide che si […] Che cos’è il VORTICE POLARE. Le prossime due settimane dal meteo cruciale

Il meteo rivela spesso fenomeni sorprendenti, ma pochi processi atmosferici suscitano tanta curiosità quanto il VORTICE POLARE. Il termine definisce una vasta circolazione di venti, freddi e turbolenti, che si sviluppa sopra le regioni artiche.
Questo tipo di configurazione è spesso associato a un indebolimento generale del Vortice Polare, che può consentire la discesa di masse d’aria fredda verso latitudini più basse. In altre parole, nei giorni (o nelle settimane) successivi a uno split, aumenta la probabilità di ondate di freddo fuori stagione su alcune aree dell’emisfero settentrionale. Tuttavia, l’esito finale dipende da come questi due lobi interagiscono con i pattern atmosferici sottostanti, quindi sarà importante seguire gli aggiornamenti meteo per capire se e dove arriveranno effettive ondate di freddo.
Si tratta di un gigantesco centro di bassa pressione in quota, costantemente alimentato da temperature estremamente rigide che si aggirano anche intorno ai -50 °C. Il suo compito principale è imprigionare il freddo intorno al Polo Nord, impedendogli di propagarsi verso latitudini più miti. Nel momento in cui si parla di VORTICE POLARE, non bisogna però pensare a un’entità stabile e immutabile. Al contrario, questa circolazione può subire alterazioni talvolta drastiche, specialmente nella seconda metà dell’inverno.
Come avviene lo Split del VORTICE POLARE
Il termine Split indica la rottura del VORTICE POLARE in almeno due parti distinte. Questo fenomeno meteo estremo si verifica quando l’intensità delle correnti in quota, note anche come Jet Stream, subisce un drastico indebolimento o un disturbo significativo. In genere, tali perturbazioni possono essere innescate da anomale intrusioni d’aria calda in troposfera che risalgono verso la stratosfera, oppure da un rafforzamento eccezionale delle onde planetarie. Una volta che il VORTICE POLARE in quota si indebolisce, l’intero sistema entra in crisi, fino a causare la separazione del nucleo gelido artico in due o più lobi.
Quando lo Split si concretizza, accade che una parte del freddo artico scenda verso latitudini meridionali, mentre il restante nucleo gelido, o i restanti nuclei nel caso di più divisioni, rimangono confinati in altre zone dell’emisfero. Questa scissione può essere temporanea, con un ricongiungimento nel giro di qualche settimana, oppure talmente intensa da perdurare per un periodo più lungo. Esempio di lunga durata lo abbiamo visto nel gennaio 1985 in Europa, come nel 1956, o 1929, ma anche in altri eventi di gelo meno famosi.
I processi interni sono molto complessi e coinvolgono scambi di calore e momenti angolari su grande scala, ma il risultato finale si traduce in un cambiamento meteo estremamente marcato e repentino in vaste aree del pianeta.
Effetti del VORTICE POLARE nell’emisfero
La rottura del VORTICE POLARE è in grado di influenzare il meteo di vaste porzioni dell’emisfero settentrionale. Il primo effetto tangibile è l’irruzione di aria gelida che, provenendo dalle latitudini artiche, può investire regioni come l’Europa, il Nord America o l’Asia, a seconda di dove il lobo del VORTICE POLARE si spinge. Questa discesa d’aria fredda spesso innesca ondate di gelo in territori abituati a inverni già rigidi, ma può risultare eccezionalmente severa anche per zone meno avvezze alle basse temperature. Nel Nord America, ad esempio, lo Split del VORTICE POLARE può condurre a crolli termici repentini fino a -20 °C o -30 °C, mentre in Europa possono registrarsi condizioni straordinariamente fredde con temperature che precipitano di vari gradi in poche ore.
D’altro canto, quando il VORTICE POLARE si rompe e il suo lobo principale si dirige verso sud, la parte orientale (o occidentale, a seconda della dinamica atmosferica) del flusso resta soggetta a richiami di aria più mite. Questa corrente calda di origine subtropicale determina invece rialzi termici considerevoli, tanto da portare alcune regioni a sperimentare valori termici di parecchi gradi sopra la media stagionale. Questa spinta di aria calda, sovente accompagnata da un cuneo di alta pressione, può generare condizioni meteo stabili e insolitamente miti per il periodo.
Le implicazioni sono molteplici. Un’area può trovarsi avvolta da nevicate abbondanti e freddo intenso, mentre un’altra, poco distante sul piano meridiano o zonale, può assistere a un clima quasi primaverile. L’alternanza di irruzioni d’aria fredda e richiami di aria calda avviene dunque con grande rapidità, rendendo la previsione meteo una sfida continua.
Perché la rottura del VORTICE POLARE porta a gelo e caldo insieme
Il meccanismo di base alla radice di questo fenomeno meteo si lega all’instabilità del sistema stesso. Quando l’alta pressione si intensifica in determinate aree, il vortice viene “spinto” e costretto a separarsi. Questa Split del VORTICE POLARE comporta che uno dei lobi si muova verso latitudini più basse, trascinando con sé masse d’aria molto fredde. Sulla destra, o sulla sinistra di tale circolazione, può svilupparsi un flusso di aria temperata e, in alcuni casi, persino calda.
Il fatto che vi sia un lobo freddo da un lato e un flusso mite dall’altro è determinato dalla forma e dalla collocazione dell’onda planetaria in quota. Se la spaccatura del VORTICE POLARE avviene, ad esempio, a ovest del continente Europa, allora sulla porzione orientale del vortice può insinuarsi una corrente subtropicale calda diretta verso le medie latitudini. Quest’ultima è spesso correlata a un anticiclone robusto, che può provocare stabilità meteo e anomalie termiche positive, mentre solo poche centinaia di chilometri più in là si registrano temperature molto inferiori allo zero.
Prevedere lo Split e i suoi effetti sul meteo
La conoscenza di questo fenomeno è fondamentale per anticipare i possibili risvolti sul meteo. Capire in anticipo quando il VORTICE POLARE si indebolirà e poi si romperà aiuta gli scienziati a delineare scenari di massima, indicando la probabilità di una determinata area di subire un marcato calo termico. Tuttavia, non è possibile stabilire immediatamente quali regioni saranno colpite in maniera diretta e con maggiore intensità. L’evoluzione di queste masse d’aria, infatti, dipende da una moltitudine di fattori che interessano l’intera circolazione atmosferica dell’emisfero.
Un’accurata previsione meteo a medio e lungo termine permette di individuare le zone più a rischio. Le anomalie nei modelli numerici, specialmente quelli stratosferici, possono essere interpretate per riconoscere in anticipo l’arrivo di un possibile Split del VORTICE POLARE. Ciò non significa che gli esperti possano indicare con precisione assoluta le città o i settori geografici destinati a sperimentare il freddo più crudo, ma è un passo determinante per preparare eventuali allerte.
L’importanza della conoscenza in un fenomeno meteo estremo
Comprendere i meccanismi della rottura del VORTICE POLARE è un aspetto cruciale per tutti coloro che lavorano in ambito meteo o che hanno interessi collegati alle condizioni atmosferiche. Prevedere uno Split e i suoi potenziali effetti permette di gestire le emergenze, prevenire danni alle infrastrutture e limitare i disagi per le popolazioni.
Nel caso di un improvviso afflusso di aria gelida, ad esempio, le autorità possono emettere avvisi per le aziende energetiche, predisporre misure di sicurezza per le reti di trasporto e informare gli agricoltori sul rischio di gelate severe. Al contempo, qualora la rottura determini un’ingerenza di aria più calda, soprattutto in inverno avanzato, può essere utile pianificare la gestione di neve e ghiaccio in scioglimento rapido.
Periodo ideale per lo Split del VORTICE POLARE e conseguenze meteo
Gli studi meteo indicano che la seconda parte dell’inverno è la finestra temporale più favorevole per assistere a uno Split del VORTICE POLARE. In modo particolare, febbraio e parte di marzo vedono spesso configurazioni bariche propizie a intrusioni di calore in stratosfera o a potenziamenti dell’alta pressione che spingono il vortice a spaccarsi. Questa fase stagionale, talvolta considerata come la fine dell’inverno, riserva invece situazioni meteo estreme, capaci di introdurre ondate di freddo ben più intense rispetto a quelle di inizio stagione.
Quando il VORTICE POLARE subisce una rottura in questo periodo, molte località si preparano a fronteggiare pesanti nevicate e gelo persistente, mentre altre zone possono sperimentare condizioni quasi primaverili. Tale dicotomia nel meteo non è affatto rara, poiché l’anomalia di temperatura e pressione tipica dello Split si espande su un intero emisfero, ma con manifestazioni completamente differenti da una regione all’altra.
Lo studio, l’analisi del VORTICE POLARE e del suo Split è indispensabile per interpretare appieno i cambiamenti meteo che coinvolgono l’emisfero durante l’inverno.
Molte volte, i peggiori eventi atmosferici si presentano quando si pensa che la stagione fredda stia per volgere al termine, proprio perché il VORTICE POLARE indebolito diventa più vulnerabile alle forzanti esterne e si spezza con maggiore facilità.
L’aria fredda, quindi, può colpire con violenza, originando ondate di gelo nelle aree più esposte, mentre allo stesso tempo i forti richiami di aria calda su altri settori producono situazioni climatiche sorprendentemente miti e stabili.
Avere capacità di analisi e poter riconoscere in anticipo lo Split consente di delineare scenari a grandi linee, ma non fornisce da subito dettagli certi sulle singole regioni coinvolte. Nonostante ciò, disporre di strumenti previsionali adeguati e di una buona comprensione delle dinamiche in quota risulta essenziale per affrontare un fenomeno meteo tanto affascinante quanto imprevedibile.
È fondamentale, dunque, continuare a studiare queste evoluzioni atmosferiche e migliorare i modelli di simulazione, perché le conseguenze del VORTICE POLARE e del suo Split rappresentano un elemento di enorme rilievo per la nostra vita quotidiana, specialmente nei mesi che vanno da gennaio inoltrato fino a parte di marzo, quando l’inverno può ancora mostrare tutto il suo potenziale.
Alla domanda se avremo una irruzione siberiana, polare, o di gelo, nessuno può rispondere. Seppur vi siano le condizioni perché ciò possa avvenire nelle prossime settimane in Europa, anche in un arco temporale di appena 10 giorni, vista la fortissima variabilità atmosferica che stiamo vivendo.
Che cos’è il VORTICE POLARE. Le prossime due settimane dal meteo cruciale