Che cosa sta succedendo nel settore del lusso? Parla un gestore con 30 anni di esperienza

Flavio Cereda, Investment Manager Luxury Brands di GAM, fa luce sull’impatto dei dazi e del consumatore cinese su questa asset class. L'articolo Che cosa sta succedendo nel settore del lusso? Parla un gestore con 30 anni di esperienza proviene da FundsPeople Italia.

Mag 16, 2025 - 13:46
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Che cosa sta succedendo nel settore del lusso? Parla un gestore con 30 anni di esperienza

C’è un detto nel settore che descrive bene la resilienza del mercato del lusso in tempi di crisi: “Il consumatore di beni di lusso è l’ultimo a entrare e il primo a uscire nei momenti di volatilità.” Nei 30 anni di vita del lusso come settore realmente investibile, le vendite sono cresciute a un ritmo annuo composto del 6 per cento. Secondo Flavio Cereda, Investment Manager Luxury Brands di GAM, si tratta di un ritmo perfettamente sostenibile anche per i prossimi dieci anni, indipendentemente dal contesto attuale.

Cereda parla con l’autorità di un veterano dell’asset class. Co-responsabile della strategia GAM Luxury Brands, è legato professionalmente al settore dal 1995, quando Gucci si quotò in Borsa, un momento pionieristico per le aziende del lusso.

In effetti, il lusso come segmento di business è relativamente giovane, ma ha già registrato una crescita significativa in questi trent’anni. Tra il 1994 e il 2004, le vendite totali hanno raggiunto 1.100 miliardi di euro; tra il 2014 e il 2024 questa cifra è quasi triplicata a 3.100 miliardi. “Sospetto che nei prossimi dieci anni questo numero raddoppierà. Tale è il momentum del settore”, prevede l’esperto.

Una fase di normalizzazione dopo anni di crescita

Detto ciò, la crescita del settore non è stata lineare. Sebbene più resistente dell’economia globale, non è stato immune alla grande crisi finanziaria del 2008 né alla contrazione durante la pandemia. “Ciò che distingue davvero questa asset class è la capacità di riprendersi sempre, e con maggiore forza”, spiega Cereda. È accaduto nel 2010, e di nuovo nel 2021.

Tra il 2021 e il 2023, i ricavi del settore hanno registrato una crescita spettacolare a doppia cifra ogni anno, grazie soprattutto all’aumento dei prezzi. Il rovescio della medaglia? Ora l’industria si trova in una fase di consolidamento. Nel 2024, la crescita del lusso è stata pari allo 0% o leggermente negativa. Ma non si tratta, secondo Cereda, di un cambiamento strutturale, bensì di una normalizzazione ciclica dopo tre anni eccezionali. “La mia previsione è che entro il 2027 torneremo al trend di crescita annua del 6%”, afferma.

Questa è la visione di lungo termine di Cereda. Ma nel breve periodo, le tensioni geopolitiche stanno inevitabilmente avendo un impatto. Il gestore ha dovuto rivedere al ribasso le sue stime per il 2025, anche se prevede un recupero entro un anno.

Il motivo? Il consumatore statunitense

“Alla fine del 2024, il cliente americano del lusso era il motore più forte del settore, ma ora sarà indebolito. Non tanto per gli stessi dazi, quanto per l’effetto indiretto sull’economia statunitense”, spiega. Il momentum previsto per il 2025 non sarà quindi così forte. Non esclude neppure che la volatilità possa spingere le aziende del lusso a rinviare progetti e investimenti.

Cereda ha ridotto anche le sue previsioni sui consumi in Cina (da +2% a tendenza piatta) e in Europa (in contrazione nel 2025). “Ma questo è il dato medio del settore. Alcuni marchi continuano a crescere indipendentemente dal contesto. Altri, in particolare quelli più legati al lusso aspirazionale, attraversano un momento più delicato”, precisa. “In questa industria ciò che conta davvero è la qualità del tuo cliente”, conclude.

E il lusso in Cina?

La Cina è un altro punto interessante da analizzare. Dal 2017, i cinesi sono diventati i principali consumatori di beni di lusso, ma le loro abitudini stanno cambiando. Storicamente, il motore del settore erano gli acquisti all’estero durante le vacanze. “Era quasi aspirazionale comprarsi una borsa di lusso in Europa”, racconta Cereda.

Dopo la chiusura delle frontiere nel 2020, però, il turismo internazionale non è ripartito come prima. I consumatori cinesi ora effettuano gli acquisti di lusso nel loro stesso paese. Per questo motivo, i grandi marchi stanno potenziando l’esperienza nei negozi locali e aprendo nuove boutique. “E non credo che torneremo alla dinamica del 2019. Lo stesso governo cinese preferisce che i consumi avvengano all’interno del Paese”, sottolinea il gestore.

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