Che altri disastri deve fare questo governo per essere contestato dagli italiani?
Nell’ultimo mese l’esecutivo è stato protagonista di flop di ogni tipo, che dovrebbero irritare persino un elettore di destra. Eppure la contestazione scarseggia. Proviamo immedesimarci in un cittadino che alle scorse elezioni nazionali ha dato il suo voto a Giorgia Meloni. Possiamo essere un turista delle urne, uno di quelli che prima o poi “li vota tutti”, o un destrorso duro e puro. Ecco cosa penseremmo. L'articolo Che altri disastri deve fare questo governo per essere contestato dagli italiani? proviene da THE VISION.

C’è qualcosa che mi sfugge nel processo che determina i consensi politici. Avendo vissuto soltanto la Seconda Repubblica e questo accrocchio di Terza non posso parlare per il passato, ma da che ho memoria c’è un fenomeno che non sono mai riuscito a spiegarmi: la crescita di un partito politico, specie se di governo e di destra, di fronte agli scandali o a pessimi episodi di gestione della cosa pubblica. I primi ricordi sono legati inevitabilmente a Silvio Berlusconi. Quando faceva una legge ad personam o calpestava il Parlamento, per qualche strano motivo saliva nei sondaggi invece di scendere. Matteo Salvini ha basato la sua fortuna proprio su questo meccanismo durante il governo Conte I: più la sparava grossa più erodeva voti ai grillini, più antidemocratiche erano le sue azioni più guadagnava preferenze. Oggi non è cambiato niente, a quanto pare. Nell’ultimo mese l’esecutivo è stato protagonista di flop di ogni tipo tra ministri a processo, azioni fallimentari più volte bloccate dai tribunali, bugie, promesse disattese, criminali liberati con un volo di Stato, stagnazione economica, rincari e figuracce con le istituzioni internazionali. Di fronte a tutto ciò, la logica dovrebbe portare a credere in un tracollo di consensi, nella definitiva fine della luna di miele con gli italiani. Forse siamo masochisti nell’anima e l’autosabotaggio rientra tra gli sport nazionali, sta di fatto che Fratelli d’Italia continua a salire nei sondaggi e ha guadagnato quasi il 5% in più rispetto al risultato ottenuto alle elezioni del 2022.
Se fossero soltanto discrepanze ideologiche, e dunque il campo della politica si riducesse a qualche tenzone su fascismo e antifascismo, su divergenze tra progressisti e conservatori, potrei anche sforzarmi di comprendere l’indulgenza dell’elettorato, nonostante fatichi ancora a concepire l’esistenza stessa di un partito neofascista nel 2025, figuriamoci la sua presenza come forza di maggioranza al governo. Eppure, le malefatte in questione dovrebbero irritare persino un elettore di destra. Provo per esempio a immedesimarmi in un cittadino che alle scorse elezioni nazionali ha dato il suo voto a Giorgia Meloni. Posso essere un turista delle urne, uno di quelli che prima o poi “li vota tutti”, o un destrorso duro e puro. Sono in pieno nella parte, quindi dentro di me so che l’ho votata per il pugno duro contro i migranti – anzi, contro i negri e la sostituzione etnica. Perché ci rubano il lavoro, sporcano la razza, stuprano le nostre figlie. Meloni mi ha promesso il blocco navale e la caccia agli scafisti “in tutto il globo terracqueo”. Non è stato attuato nessun blocco navale perché, trattati internazionali alla mano, non si poteva fare. Il numero di sbarchi di migranti irregolari negli ultimi due anni è stato superiore a quello dei governi precedenti. Il nemico che dovevamo cacciare in lungo e in largo, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte dell’Aia, è stato trattato come un ospite da coccolare, con tanto di ritorno a casa con un volo di Stato pagato con i miei soldi. No, non posso essere soddisfatto.
Sono ancora un elettore di destra, e ho votato Meloni o Salvini perché no, non sarebbero mai diventati vassalli degli Stati Uniti. E si fottesse l’atlantismo. Mi ritrovo con una premier che per chiedere il permesso di alzare un dito deve volare fino a Mar-a-Lago, accordarsi per la giusta inclinazione del dito, implorare per tenerlo alzato per più di due secondi, ottenere il permesso del presidente degli Stati Uniti e del suo braccio destro, l’uomo più ricco del mondo. Ma io, operaio con i genitori che votavano PCI e che ora mi scopro sovranista, ci credevo quando loro mi dicevano di sfidare la plutocrazia mondiale, il Deep State, l’alta finanza che specula sulla nostra povera Italia di patrioti. Sì, patrioti e prima l’Italia e gli italiani. “Meno Europa”, mi gridavano nelle orecchie. Oggi mi dicono Make Europe Great Again, e a farlo è lo stesso iper miliardario che tiene per le palle l’economia planetaria e chiede alle nostre aziende di delocalizzare per rendere più grandi gli Stati Uniti. Non so più cosa farmene del mio tricolore nella foto profilo, del mio fiero patriottismo da tastiera e da bar.
Mi sforzo e provo a non pensare alla politica estera, che tanto le zecche rosse sbraitano contro i miei idoli e forse è un buon motivo per non disperare troppo. Mi avevano detto che avrebbero eliminato le accise, la legge Fornero, che avrebbero oscurato la politica per le ZTL per risintonizzarsi sulle esigenze degli operai, dei piccoli artigiani e degli altri lavori delle liste che Salvini ripeteva come una litania nei salotti televisivi, contandoli uno a uno con le dita – e forse per alzarle avrà chiesto il permesso anche lui ai potenti che ora dominano il mondo. Mi avevano anche detto che sarebbe finita l’era dell’austerità. Non capisco perché ora abbiano aumentato le accise sul gasolio e perché non abbiano rispettato le altre promesse. Qui mi sa che non c’entrano le toghe rosse, quei magistrati comunistacci che vogliono frenare la marcia trionfale di Giorgia. E io in questi anni mi sono anche appassionato alle marce. In passato ho votato Berlusconi, Renzi, il Movimento Cinque Stelle, ma se la seconda carica dello Stato mi dice che Lui ha fatto anche cose buone io devo crederci. Ho anche scoperto una passione per Almirante, uomo d’onore. Si è anche presentato al funerale di quello là, era proprio una brava persona che rispettava gli avversari, anche le zecche. Con i miei colleghi in fabbrica ci siamo detti che la sinistra non fa più la sinistra e che quindi dobbiamo votare la destra. Ho “Faccetta nera” come suoneria del telefono, ma per goliardia, per far rosicare i sinistrati che hanno bisogno di tanto Maalox. Non capisco perché mi siano aumentate le bollette, luce e gas sono alle stelle e non ho avuto nessun aumento. Credo che sia colpa di Soros, aspetto che sia Giorgia a dirmelo nel suo prossimo reel.
Crescita zero, dicono i giornali. Ma si sa, son tutti giornaloni di sinistra. Però anche Giorgetti mi ha detto che dobbiamo stringere la cinghia e fare sacrifici. Se richiedessero l’oro alla Patria sarei anche disposto a dare ai patrioti la mia fede nuziale. E intanto i giornalacci continuano a parlare di stime del Pil al ribasso. Non so esattamente cosa voglia dire, e anche il termine inflazione non è usato spesso da Giorgia. So solo che quando faccio la spesa spendo di più e che non so come mantenere la mia famiglia e arrivare a fine mese, ma deve essere colpa dei negri. Ora li mandiamo in Albania, ma da mesi l’Europa e tutto il mondo bastardo di burocrati e comunisti non vogliono. Giorgia continua a dirmi che è un complotto contro il governo. Di tutto il resto me ne frega poco, non c’azzecco niente io con l’aborto, con i gay che vogliono sposarsi e i trans che chiedono rispetto. Conta la tradizione, l’onore italico, le radici cristiane. Per il resto a me piacciono sia Putin sia Netanyahu, sia Orbán sia Trump. Uomini forti che sanno quello che fanno e che combattono contro la cultura “uòk”, il gender-qualcosa, il politicamente corretto. Mi dispiace solo aver pagato tutte le tasse, coglione io, visto che ora Salvini ha detto che rottameranno tutte le cartelle esattoriali. La prossima volta mi adeguerò, anche perché le tasse sono cose da comunisti.
Forse esagero quando mi incazzo, è che anche oggi il mio treno era in ritardo. Matteo dice che è colpa dei chiodi e dei comunisti, a seconda della giornata. Però quando ero grillino urlavo “Onestà, onestà” e ora mi ritrovo Daniela Santanchè a processo per truffa aggravata e ancora ministra. Ai tempi di Renzi e Berlusconi ero garantista, forse devo esserlo anche adesso. Però l’unica cosa che ancora mi piace dei grillini è Travaglio, e lui è manettaro. È che non mi resta più chi votare. Paragone è ancora in giro? Rizzo forse sta diventando uno dei nostri. Quelli di Forza Nuova sono ancora in carcere? Aspetto un paio di annetti, il generale Vannacci si fa un partito tutto suo e lo voto. Ho comprato il suo libro, dice verità scomode in un mondo in cui non si può più dire niente perché altrimenti le femministe, i gay e le “risorse venute dall’Africa” ti azzannano. L’altro giorno ho telefonato in diretta a La Zanzara per insultare Parenzo e chiedere a Cruciani di convincere il Brasiliano a entrare in politica. Lui viene dalla strada, è uno di noi, non potrà mai deluderci. Forse Giorgia mi ha tradito, ma se poi mi lamento faccio un favore ai sinistri. Quindi me ne sto zitto, non protesto e poi tra tre anni voto Vannacci. È il nostro Kanye West. Make Italy Great Again.
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