C’è una rivoluzione culturale da fare sul senso del rischio

Tra i Paesi europei, in Italia siamo i più esposti ad eventi catastrofali, ma i meno assicurati. Così, le grandi imprese d’assicurazione, come Generali, sono in prima linea per chiudere il gap con l'estero L'articolo C’è una rivoluzione culturale da fare sul senso del rischio proviene da Economy Magazine.

Apr 16, 2025 - 18:27
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C’è una rivoluzione culturale da fare sul senso del rischio

Secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) 7.423 comuni italiani, pari all’94% del numero totale, sono a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera. Eppure, sempre in Italia,  soltanto il 6% delle abitazioni risulta assicurato contro le calamità naturali (il 45% ha una polizza contro il rischio incendio).

Il gap riguarda sia le famiglie che le imprese, soprattutto quelle di dimensioni molto piccole. La penetrazione di polizze a copertura dei rischi naturali e climatici per le microimprese è estremamente bassa (4%), anche se cresce significativamente per le imprese piccole (19%) e le medie (72%) (mentre – vivaddio! – le imprese grandi si coprono per circa il 97%). E dunque ogni anno le alluvioni mettono a rischio un patrimonio abitativo in Italia dal valore di 1.000 miliardi di euro, con danni quantificabili per 3 miliardi. In grandissima maggioranza senza copertura. Tra i Paesi europei più esposti ad aventi catastrofali, l’Italia presenta il più ampio divario di protezione: parliamo di una percentuale vicina al 90%, pari a 45miliardi di euro di differenza tra le perdite da catastrofi naturali e le perdite assicurate nel periodo 2011-2021.

E sì che le grandi imprese d’assicurazione non mancano di presentare la loro offerta di polizze specializzate a copertura di questi rischi. Il gruppo italiano leader nel settore – le Assicurazioni Generali, che sono di gran lunga nella prima posizione a livello globale – hanno lanciato a maggio una nuova offerta assicurativa studiata proprio per rispondere alle esigenze di tutela delle oltre 4,5 milioni di imprese italiane di fronte all’impatto del cambiamento climatico. E poiché il comportamento dell’azienda leader di mercato “fa” – in qualche modo! – il mercato, è rilevante studiarne i dettagli.

La Compagnia ha lanciato una nuova soluzione, dedicata alla protezione dai danni a fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali e terreni, direttamente provocati da eventi catastrofali quali terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. La premessa da considerare è che già oggi Generali è strenuamente impegnata su questo fronte. Dal 2023 – sono i dati ufficiali della compagnia – Generali ha aiutato oltre 135mila famiglie e più di 20mila imprese sul fronte dei danni da eventi catastrofali. In cifre, sulla base di una stima dell’Ania di 6,2 miliardi di euro di danni (pagati + riservati) nel 2023 in Italia, correlati a eventi atmosferici, Generali ne ha liquidati per oltre 700 milioni, gestendo oltre 120mila sinistri. Più del 10%. Nel 2024, sono stati gestiti più di 29.300 sinistri per un importo di oltre 70 milioni di sinistri pagati. In due anni quindi abbiamo liquidato più di 900 milioni di euro di danni, gestendo oltre 155mila sinistri.

Gli eventi catastrofali che hanno colpito l’Italia nel 2023 a più riprese – spiegano in Generali Italia – «hanno rappresentato un enorme “banco di prova” in cui siamo stati chiamati a dimostrare le nostre capacità e la nostra solidità. Questi eventi hanno costituito non solo per noi, ma per tutto il mercato assicurativo uno spartiacque: non possiamo più pensare agli episodi catastrofali con la testa di prima. Siamo ad un cambio di paradigma. E parliamo di “paradigma” perché sappiamo bene ormai che catastrofi di questo genere potranno ripresentarsi, con maggior frequenza e addirittura maggior intensità». Vediamo qual che altra cifra per capire meglio. L’alluvione che ha colpito Emilia e Marche ha generato danni per circa 10 miliardi di euro con una copertura di circa 600 milioni da parte del sistema assicurativo. L’ondata di maltempo del luglio scorso sul Nord Italia ha generato circa 6 miliardi di danni con una copertura molto vicina a queste cifre da parte del settore, proprio per la diversa penetrazione delle coperture (il  44,2% delle abitazioni ha una copertura incendio). «Risulta evidente l’impatto del cambiamento climatico sull’intensità dei danni provocati dagli eventi atmosferici tradizionalmente compresi nelle coperture incendio delle polizze casa – osservano in Generali – è quindi necessaria una riflessione a livello di sistema per far fronte alle nuove esigenze di protezione di famiglie e imprese. Perché la crescita del nostro business resti sostenibile dobbiamo ripensare tutta la catena del valore assicurativo: consulenza di valore, offerta, pricing, processi, gestione dei sinistri. È stato chiaro fin da subito come questo fosse divenuto prioritario: già dalla fine dello scorso anno abbiamo messo quindi attorno al tavolo tutte le funzioni aziendali che della catena del valore sono artefici – linee di business, Claims, Distribution e molte altre -. E ovviamente, guardando al futuro, non possiamo prescindere da tutte le potenzialità della trasformazione tecnologica e dell’IoT: per studiare i territori colpiti, disegnare in modo sempre più accurato l’intervento, fino ad elaborare modelli parametrici e previsionali che ci permettano di operare in questo contesto mutato».

Tutto questo delinea l’approccio distintivo di Generali a questa materia delicatissima in qualche modo “nuova”: «Con le nostre soluzioni copriamo tutti gli eventi atmosferici e tutte le catastrofi che possono provocare danni materiali a famiglie e imprese. Quando si parla di eventi catastrofici si fa riferimento a eventi come terremoti, esondazioni e bombe d’acqua. Poi ci sono le coperture contro eventi atmosferici come pioggia, grandine e vento che sono una garanzia integrata nella normale copertura incendio-eventi naturali che viene offerta anche sulle abitazioni civili. Le nostre soluzioni sono modulabili. Possono proteggere il valore dell’immobile o dell’attività al suo 100%. È un aspetto che fa parte della modulazione della polizza in ragione dell’ampiezza della copertura stessa».

Generali, nel suo approccio innovativo al tema, integra 4 dimensioni:

• Offerta completa e innovativa: prodotti modulabili, servizi di disaster recovery, polizze parametriche per l’agricoltura.

o Gestione dell’emergenza: Intervento “Qui per Voi – team eventi naturali” con la presenza di personale qualificato della Compagnia e poi contattato con periti, fiduciari e tecnici per un primo accertamento dei danni della zona interessata; tempestività dei risarcimenti: iniziative di sospensione dei pagamenti.

• Conoscenza: attraverso una Rete capillare di Agenti/specialisti vicini ai Clienti/territorio con sopralluoghi presso il Cliente, servizio di loss prevention, ma anche attività di ricerca scientifica.

• Sostenibilità: sostenere e favorire il benessere delle comunità è al centro della strategia di Generali per essere “Partner di Vita nelle comunità” ed essere un brand “Cittadino Responsabile”.

Dall’inizio dell’anno, sulla base dell’esperienza fatta nel 2023, abbiamo attivato un progetto di rivisitazione del protocollo “Qui per Voi”. Tra le principali novità:

• L’attivazione di un modello di alerting nei confronti dei clienti in caso di previsioni meteo avverse, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere comportamenti preventivi

• La revisione delle logiche di attivazione del protocollo basato, oltre che sulla visibilità degli eventi, su criteri predeterminati (i.e.: velocità del vento, calibro della grandine,…) grazie anche all’analisi dei dati meteo.

• La messa a disposizione, in tempi rapidi, di canali/ modalità di denuncia preferenziali,  anticipando la stima della magnitudo dell’evento.

• La predisposizione di una maggiore flessibilità liquidativa in termini di capacity di periti e liquidatori, grazie ad accordi ad hoc supportati da un incremento dei periti presenti nel network Generali

• L’utilizzo di processi automatizzati per liquidare fino al 50% dei sinistri denunciati grazie anche alla maggiore disponibilità delle informazioni in apertura.

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