C’è l’accordo Usa-Cina sui dazi: cosa prevede e quando entrerà in vigore

Per i prossimi 90 giorni le tariffe americane scenderanno dal 145% al 30% e quelle cinesi dal 125% al 10%. I due Paesi, in una dichiarazione congiunta, hanno chiamato a una «cooperazione continua e rispetto» tra le parti L'articolo C’è l’accordo Usa-Cina sui dazi: cosa prevede e quando entrerà in vigore proviene da Open.

Mag 12, 2025 - 11:20
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C’è l’accordo Usa-Cina sui dazi: cosa prevede e quando entrerà in vigore

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Una tregua momentanea, quella tra Cina e Stati Uniti: Washington e Pechino hanno comunicato la sospensione dei «dazi reciproci punitivi» per i successivi 90 giorni. Sono le prime prove concrete verso una de-escalation del conflitto commerciale che nelle scorse settimane aveva portato i due colossi mondiali a rispondersi colpo su colpo. Sia Cina che Stati Uniti abbasseranno i loro dazi del 115% «entro il 14 maggio» e per i prossimi tre mesi, portando così le tariffe americane dal 145% al 30% complessivo e quelle cinesi dal 125% al 10%. A comunicarlo ufficialmente – dopo una prima anticipazione ieri sera e un comunicato congiunto delle due potenze oggi – è il segretario del Tesoro americano Scott Bessent: «Nessuno vuole una netta separazione delle nostre due economie», ha detto al termine della due giorni di colloqui a Ginevra, in Svizzera, con il vice premier He Lifeng. Ma non ha rinunciato a incalzare Pechino: «Vorremmo vedere la Cina più aperta ai beni americani».

Le concessioni di Washington e Pechino: i tagli alle aliquote nel dettaglio

In particolare, si tratta dell’abolizione delle aliquote aggiunte da Trump lo scorso 8 aprile e 9 aprile, che avevano fatto schizzare le tariffe sui beni cinesi (ma anche provenienti da Hong Kong e Macao) dal 54% al 145%. In più ci sarebbe un ulteriore taglio del 24% alla tariffa «base» (quella del 54%) sulle aliquote aggiuntive ad valorem, portando in complesso i dazi al 30%. La Cina risponderà con un taglio di pari valore, portando le tariffe fino al 10% e impegnandosi ad «adottare tutte le misure amministrative necessarie per sospendere o revocare le contromisure non tariffarie adottate nei confronti degli Stati Uniti dal 2 aprile 2025».

Usa e Cina: «Relazione fondamentale per l’economia globale»

I due Paesi, in una dichiarazione congiunta, hanno sottolineato «l’importanza delle relazioni economiche e commerciali bilaterali per entrambi i Paesi e per l’economia globale». E hanno poi ribadito quanto sia fondamentale, sia per Washington che per Pechino, «avere una relazione economica e commerciale sostenibile, di lungo termine e reciprocamente vantaggiosa». Per questo – per una “coscienza” del ruolo all’interno del tessuto economico mondiale e per un oggettivo guadagno individuale – i due Paesi avrebbero deciso di procedere «in uno spirito di reciproca apertura, comunicazione continua, cooperazione e rispetto».

Previste nuovi discussioni «in Cina, Usa o in un Paese terzo»

Le due parti hanno, inoltre, concordato di istituire «un meccanismo per continuare le discussioni sulle relazioni economiche e commerciali», guidato dal vice premier cinese He Lifeng, dal Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e dal rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer, secondo la dichiarazione congiunta. «Queste discussioni potranno svolgersi alternativamente in Cina e negli Stati Uniti, oppure in un terzo paese previo accordo delle parti. Se necessario, i due Paesi potranno condurre consultazioni a livello tecnico su questioni economiche e commerciali rilevanti», si legge ancora nel testo. Un portavoce del ministero del Commercio cinese ha definito la dichiarazione congiunta «un passo importante per risolvere le divergenze attraverso un dialogo e una consultazione su un piano di parità, gettando le basi e creando le condizioni per colmare ulteriormente le distanze e approfondire la cooperazione».

Il tono positivo e ottimista di Pechino rappresenta un netto cambiamento rispetto alle precedenti dichiarazioni sul conflitto commerciale con gli Stati Uniti. Per settimane, ricorda Cnn, i funzionari cinesi avevano assunto un atteggiamento di sfida, chiedendo che gli Stati Uniti rimuovessero tutti i dazi prima di accettare di sedersi al tavolo dei negoziati. L’importante, anche se temporaneo, passo avanti è arrivato inaspettatamente. Solo la scorsa settimana, Bessent aveva cercato di ridimensionare le aspettative, affermando che il suo obiettivo per i colloqui era la de-escalation delle tensioni e non «un grande accordo commerciale», dato che Stati Uniti e Cina erano in una fase di stallo virtuale da quando Trump aveva imposto la sua politica sui dazi. Si conclude dunque con un successo il primo round di trattative tra Washington e Pechino, solo il tempo dirà se si tratta di una vittoria provvisoria o destinata a consolidarsi.

La reazione dei mercati

I mercati finanziari globali hanno reagito con entusiasmo alla notizia della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, dopo mesi di tensioni e tariffe punitive che avevano scosso l’economia mondiale. L’accordo, annunciato lunedì in una dichiarazione congiunta, prevede una significativa riduzione dei dazi imposti reciprocamente, alimentando l’ottimismo tra gli investitori e ridando slancio agli scambi internazionali. In seguito all’annuncio, i principali indici azionari hanno registrato forti rialzi nelle contrattazioni asiatiche, scrive il Financial Times: i futures sul Dow Jones sono saliti di oltre il 2%, quelli sull’S&P 500 hanno guadagnato quasi il 3%, mentre il Nasdaq Composite, trainato dal settore tecnologico, è balzato di oltre il 3,5%. Il clima positivo riflette le speranze di una stabilizzazione delle relazioni economiche tra le due maggiori economie mondiali, dopo un lungo periodo di incertezza che aveva interrotto le catene di approvvigionamento globali e alimentato timori di una recessione. Anche le borse asiatiche chiudono in rialzo: Hong Kong ha trainato il rialzo dei mercati, terminando la seduta con un balzo del 3% a 23.549,46 punti. Shanghai, che ha chiuso prima dell’annuncio dei tagli tariffari, ha registrato un progresso dello 0,8% a 3.369,24 punti mentre Shenzhen è salita dell’1,70% a quota 2.004,13.

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