Casper Ruud: “Mi sembra ironico aver vinto a Madrid. Ottime sensazioni verso Parigi”
Al settimo tentativo, Casper Ruud vince la finale di un grande torneo e conquista a Madrid il titolo più importante della carriera. Il 26enne norvegese, reduce da una prima parte di stagione non esaltante in cui aveva faticato ad emergere anche sulla sua amata terra rossa tra Montecarlo e Barcellona, si è tolto la soddisfazione […]

Al settimo tentativo, Casper Ruud vince la finale di un grande torneo e conquista a Madrid il titolo più importante della carriera. Il 26enne norvegese, reduce da una prima parte di stagione non esaltante in cui aveva faticato ad emergere anche sulla sua amata terra rossa tra Montecarlo e Barcellona, si è tolto la soddisfazione di battere 6-4 al terzo Jack Draper nell’ultimo atto aggiudicandosi il Masters 1000 madrileno.
“Incredibile. Quello che provo è un misto di sollievo, felicità e pura gioia. So, dopo gli ultimi anni trascorsi nel tour, quanto sia difficile fare bene nei tornei più importanti, e non ero mai riuscito a tagliare il traguardo da campione in un 1000, fino a questa settimana qui a Madrid. Sono estremamente felice e orgoglioso di essere riuscito a rimanere concentrato fino alla conquista del trofeo. Dopo aver perso il secondo set e aver perso slancio, mi sono ripreso e ho giocato di nuovo bene“, dichiara il tennista scandinavo al termine del torneo.
“Questa di Madrid è stata la mia settima grande finale. Quindi 7 da adesso è un numero fortunato, direi (ride, ndr). Non sono mai stato troppo vicino al titolo in nessuna finale, a pensarci bene. Ho perso la maggior parte delle finali in due set. E quando ho perso il secondo set con Draper, ero un po’ frustrato, ma mi sono detto di cercare di rimanere positivo. Se all’inizio della settimana mi avessero offerto di giocare il terzo set per il trofeo in finale, probabilmente l’avrei accettato. Non si sa mai cosa può succedere nel terzo, per fortuna sono riuscito a mantenere il break fino alla fine. Si tratta di qualcosa che devi essere in grado di gestire e superare se vuoi migliorare: se vuoi diventare un giocatore migliore in qualsiasi sport, devi essere in grado di cancellare la memoria in fretta. Alcune sconfitte sono state più difficili da affrontare di altre, ma tutte le sconfitte che ho subito nelle sei precedenti occasioni sono state una motivazione che mi ha spinto a farcela oggi“, aggiunge Ruud.
“Ho sempre sognato di vincere tornei come questo, o tornei del Grande Slam, o di diventare il numero 1 del mondo, e ci sono andato abbastanza vicino. Ma non è che abbia servito per il match in ogni occasione o che fossi nettamente avanti per poi crollare e farmi battere. Ho sempre giocato contro avversari migliori di me, e ho cercato di imparare da questi, pensando che un giorno arriverà un’altra opportunità e forse potrò coglierla. Credo questa sia stata la chiave della vittoria di oggi. Jack è un giocatore incredibile e migliorerà sempre di più, e sapevo, in base alle sei sconfitte precedenti, che se non avessi dato il massimo, non avrei avuto nessuna chance: questa era la mentalità“, le parole del nuovo numero 7 al mondo.
“Mi sembra ancora un po’ ironico aver vinto a Madrid, perché se guardate al mio 2025, c’è stato un torneo davvero buono, ovvero Dallas, dove ho raggiunto la finale, e a parte quello ho perso prima del previsto, più sconfitte di quanto pensassi. Ma è una stagione lunga e ho cercato di pensare in questo modo. È come una maratona, non uno sprint. Il punto è che la stagione sulla terra battuta la adoro, ma non è così lunga. Ho perso prima del previsto a Montecarlo e Barcellona, e andando avanti la pressione è salita. Dal Roland Garros dell’anno scorso ho avuto molti mesi di difficoltà e pochi buoni risultati. Credo di aver accettato di dover fare uno o due passi indietro nel mio gioco e nelle mie sensazioni in campo per farne altri due o tre avanti. Qui a Madrid mi sembra di aver fatto quattro passi avanti, quindi è una bella sensazione“, prosegue il tre volte finalista Slam.
Sulle nuove prospettive in vista di Roma e Parigi: “Onestamente, con questa vittoria, mi sono rimesso in una buona posizione in termini di classifica. Anche se in un certo senso, se vuoi vincere un torneo, puoi dire che non importa quale sia la tua classifica, perché devi comunque battere ogni giocatore che incontri. Ma è un bel passo avanti, e quando andrò a Parigi avrò sempre le ottime sensazioni che mi porto da questo torneo. Penso di essere un buon giocatore sulla terra battuta e al meglio dei cinque set sarò ancora più difficile da battere, è un po’ la mia mentalità. So che non devo giocare alla grande ogni punto o ogni singola partita, ma so che posso fisicamente resistere a lungo e giocare il mio tennis, mettendo in difficoltà gli avversari. È più o meno così che mi sentivo quando giocavo bene lì. Mi preparerò al meglio per Roma nei prossimi giorni, poi sono iscritto a Ginevra, infine vedremo come andrà a Parigi. Ma ci sono ancora settimane davvero emozionanti in arrivo, e immagino che la vittoria di Madrid dimostri anche agli altri giocatori che sono qui per cercare di fare bene per il resto della stagione sulla terra“.