Carrefour finisce in tribunale per il suo tonno in scatola: non sta limitando il mercurio (e la pesca distruttiva)
Lunedì 17 marzo, dopo due anni di dialogo senza esito, le associazioni BLOOM e Foodwatch hanno deciso di citare in giudizio Carrefour davanti al tribunale giudiziario di Parigi. Il colosso della distribuzione è accusato di inadempienza nei suoi doveri nel settore del tonno in scatola, un mercato che nasconde non pochi rischi ambientali e sanitari....

Lunedì 17 marzo, dopo due anni di dialogo senza esito, le associazioni BLOOM e Foodwatch hanno deciso di citare in giudizio Carrefour davanti al tribunale giudiziario di Parigi. Il colosso della distribuzione è accusato di inadempienza nei suoi doveri nel settore del tonno in scatola, un mercato che nasconde non pochi rischi ambientali e sanitari.
Le accuse delle ONG
BLOOM e Foodwatch hanno inviato due diffide a Carrefour, la prima nel novembre 2023 e la seconda nell’aprile 2024, chiedendo un cambio di rotta nella gestione della filiera del tonno.
La risposta dell’azienda è stata però giudicata insoddisfacente e ora nel rapporto “Carrefour: le cynisme“, BLOOM denuncia le strategie adottate dal marchio per presentarsi come responsabile mentre i suoi fornitori continuano a operare senza garanzie ambientali e sociali adeguate.
Le associazioni sottolineano che l’azienda non ha vietato i metodi di pesca distruttivi, non ha fissato un limite massimo di mercurio nei suoi prodotti e non può garantire che la produzione del tonno in scatola rispetti i diritti umani.
I problemi del tonno
Il tonno, un alimento apparentemente innocuo, è in realtà spesso contaminato da mercurio. Secondo BLOOM e Foodwatch, Carrefour non ha adottato la soglia di sicurezza di 0,3 mg/kg raccomandata per proteggere i consumatori, in particolare donne incinte e bambini, categorie più esposte ai rischi del mercurio.
Oltre al rischio sanitario, la pesca del tonno è una delle più pericolose al mondo. Secondo le ONG, il 42% delle violazioni dei diritti umani in mare avviene a bordo delle tonniere, con episodi di lavoro forzato, schiavitù per debiti e malnutrizione. Inoltre, l’uso dei FAD (Fish Aggregating Devices) contribuisce alla pesca eccessiva e all’inquinamento marino.
Carrefour può e deve cambiare
Carrefour è il settimo distributore al mondo, con un fatturato di 92 miliardi di euro nel 2023 e una presenza in oltre 40 paesi. BLOOM e Foodwatch sostengono che l’azienda avrebbe la forza per imporre standard più rigorosi ai fornitori, come già dimostrato in altri contesti. Ad esempio, nel 2024 Carrefour ha ritirato i prodotti PepsiCo per aumenti di prezzo ritenuti inaccettabili e ha obbligato 550 fornitori a esporre il Nutri-Score.
Tuttavia, quando si tratta di responsabilità ambientale e sociale, il marchio sembra adottare strategie elusive. BLOOM denuncia l’uso di dichiarazioni vaghe, mancanza di trasparenza, alleanze con produttori discutibili e l’implementazione di misure inefficaci.
La battaglia legale contro Carrefour potrebbe aprire la strada a una maggiore responsabilizzazione delle multinazionali nel settore alimentare. Il tribunale potrebbe infatti imporre misure vincolanti per garantire la sicurezza dei consumatori e il rispetto dei diritti umani nella filiera del tonno.
Per BLOOM e Foodwatch, questa causa non riguarda quindi solo Carrefour, ma l’intero settore della grande distribuzione. La speranza è che l’azione legale spinga i giganti del mercato ad adottare pratiche più etiche e trasparenti, ponendo fine a decenni di inazione e sfruttamento nascosto dietro le etichette del tonno in scatola.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Fonte: Bloom
Ti potrebbe interessare anche: