Carlo Tacchini: “Dal C1 al C2 per necessità. Con Casadei puntiamo ad una medaglia ai Mondiali”

Carlo Tacchini ha conquistato una splendida medaglia d’argento nel C2 1000 metri alle Olimpiadi di Parigi 2024, salendo sul secondo gradino del podio insieme a Gabriele Casadei. Il 30enne è stato ospite di OA Focus, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, e si è soffermato su come ha iniziato a praticare canoa: “Tutta colpa […]

Apr 3, 2025 - 09:38
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Carlo Tacchini: “Dal C1 al C2 per necessità. Con Casadei puntiamo ad una medaglia ai Mondiali”

Carlo Tacchini ha conquistato una splendida medaglia d’argento nel C2 1000 metri alle Olimpiadi di Parigi 2024, salendo sul secondo gradino del podio insieme a Gabriele Casadei. Il 30enne è stato ospite di OA Focus, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, e si è soffermato su come ha iniziato a praticare canoa: “Tutta colpa di mia mamma. Lei mi riteneva sempre gracilino, scherzando, e mi diceva che quando sarei diventato grande mi avrebbe fatto fare uno sport in cui mettere su un po’ di massa. Come tutti confondeva canottaggio e canoa, per sua fortuna si è sbagliata e mi ha portato nella Polisportiva Verbano: si era appena ritirato Beniamino Bonomi e in tanti ragazzini abbiamo iniziato l’attività. È stato un insieme di cose: di trovarmi in una bella società, di avere Bonomi che ancora adesso è il mio allenatore, e che mia mamma non capisce nulla di sport“.

L’azzurro ha poi proseguito:Ho iniziato con il kayak per un paio di anni. Riccardo Sommaruga aveva aperto il settore canadese in Polisportiva, mi era piaciuto il gesto tecnico e di mia iniziativa ho chiesto ai tecnici di poter andare in canadese, loro erano contenti perché il settore era agli inizi e lì ho incominciato. Cosa avrei fatto se non avessi fatto canoa? Ho giocato un po’ a calcio e ho fatto judo, ma già alla seconda estate che sono andato a canoa ho capito che era uno sport che mi appassionava. Avevo scritto un bigliettino ai miei genitori in cui dicevo che smettevo con judo e canoa e che mi sarei impegnato solennemente con la canoa. Ho ancora quel bigliettino? Penso che i miei non l’abbiano preso seriamente“.

Carlo Tacchini è tornato su alcune sue prestazioni del passato:Ancora oggi, dopo nove anni, devo ancora capire come ho fatto a qualificarmi alle Olimpiadi di Rio. Ero alla seconda gara a livello senior, ho avuto l’enorme fortuna di avere avuto Sergiu Craciun come avversario da battere in casa, quando ho incominciato a batterlo ho capito di essere sulla strada giusta ma non pensavo di riuscire a qualificarmi alle Olimpiadi tramite i ripescaggi europei“.

Il canoista si è poi soffermato sugli ultimi due anni:Io e Gabriele (Cadadei, ndr) abbiamo fatto un biennio molto buono, ci manca solo la medaglia ai Mondiali. Non diciamo nulla ma è un obiettivo più che concreto. Di questo biennio mi rimane il settimo posto ai Mondiali per come mi sono sentito dopo quella gara, forse solo alle Olimpiadi ho provato quelle emozioni. Dopo otto anni eravamo riusciti a tornare alle Olimpiadi dopo le legnate che avevo preso sui denti verso Tokyo. Quel momento è stato particolare perché dovevo gestire anche Gabriele: lui non aveva seguito il mio precedente, lui non capiva la mia gioia, eravamo arrivati settimi da Campioni d’Europa“.

Carlo Tacchini ha rivissuto la gara ai Giochi: “Seconda posizione insperata guardando la prima parte di gara. Noi da dentro sappiamo come gestiamo il percorso, ci piacerebbe rimanere con gli altri nei primi 250 metri e fare vivere più tranquillamente la seconda parte a chi ci guarda, ma abbiamo queste caratteristiche e non è facile cambiare il proprio schema. Abbiamo costruito una barca in due anni, molto meno rispetto ad altre Nazioni. Siamo stati bravi a mantenere i nostri punti di forza e non cambiare troppo, fin da subito siamo andati forte e ci siamo affidati alle nostre sensazioni. Gabriele magari dà l’ultimissimo colpo di reni, abbiamo preso l’argento per un decimo sugli spagnoli e quello è merito suo. Io magari ho più il compito di scegliere il momento del cambio ritmo in base alle sensazioni e a quello che riesco a vedere della dinamica di gara, penso di avere scelto il momento giusto. Io dico andiamo e più lo dico piano e più andiamo forte, se urlo siamo già alla canna del gas“.

Un passaggio sulla preparazione agonistica:Abbiamo sempre un paio di sedute al giorno, dipende un po’ dai periodi della stagione: possono essere a secco o in barca, adesso ci stiamo avvicinando all’inizio delle gare, tra un paio di settimane inizieremo la stagione ed è un periodo in cui siamo fuori in barca. La domenica ci concediamo un po’ di riposo“.

Focus anche sul passaggio dal C1 al C2:Non mi sono adattato tanto alla distanza perché ho sempre fatto anche i 1000, l’idea di fare C2 è nata un po’ da una necessità. Volevo aumentare le mie chance di qualificazione alle Olimpiadi e l’unico modo era salire su un’altra barca, dovevo trovare un compagno e sono stato fortunatissimo a trovare Gabriele, che era il giovane promettente e talentuoso e che pagaiava dall’altra parte. Nel 2022 abbiamo incominciato, in Coppa del Mondo non è andata benissimo, poi del 2023 e del 2024 abbiamo detto“.

I prossimi obiettivi sono ben delineati:Ai Mondiali di Milano vogliamo portare a casa qualcosa: nel 2015 non sono riuscito a prendere medaglia per pochissimo a Milano. Penso che mi iscriveranno in più gare per cercare di portare a casa qualcosa. L’obiettivo sono le Olimpiadi di Los Angeles, ma devono ancora delineare i criteri di qualificazione, pensano di passare da un ranking piuttosto che da una gara di qualifica”.

Chi è Carlo Tacchini fuori dalle acque?Sempliciotto, appassionato di sport, passo tanto tempo a guardare sport se non mi alleno. Sono una persona tranquilla e spero di lasciare un lascito, mi piacerebbe poter lasciare qualcosa a quelli che vengono dopo di me“.

VIDEO INTERVISTA CARLO TACCHINI