Buco-sanità, il nodo ‘payback’ . Le imprese: "Non siamo bancomat. Basta rimborsi sui presidi medici"
Le pmi contro l’ipotesi-Tesei: "Il sistema pubblico non può gravare sui privati". In Umbria coinvolte oltre 130 aziende nei risarcimenti. E molte hanno già chiuso.

Chiudere il buco della sanità con il ‘famigerato’ payback? Non tutti sono convinti. E non lo sono soprattutto le imprese chiamate a dover ‘risarcire’ quellle spese alla Regione. Proprio a causa di questo meccanismo (che prevede che le aziende fornitrici di dispositivi medici debbano restituire una quota del proprio fatturato qualora la spesa complessiva delle Regioni superi i limiti stabiliti) molte ditte hanno già chiuso i battenti. In Umbria la cifra da restituire, secondo Kpmg, ammonta a circa 22,3 milioni per i farmaci e addirittura potrebbe salire ad altri 48 milioni per i dispositivi medici. A dire no all’ipotesi della società privata è Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro Pmi Sanità che si rivolge proprio alla ex governatrice. "Ricordiamo alla consigliera regionale dell’Umbria, Donatella Tesei, che la sanità pubblica non può gravare sulle aziende private – afferma Broya De Lucia -, che l’anomalia normativa del payback sui dispositivi medici deve essere eliminata e che, infine, la Regione oltre al suo Bilancio dovrebbe tutelare anche il tessuto imprenditoriale locale. In Umbria per colpa del payback hanno già chiuso aziende storiche, con un impatto sull’occupazione e la competitività del territorio già molto preoccupante". Ecco quindi che il dibattito si arricchisce di altri protagonisti, quel tessuto imprenditoriale che da mesi sostiene che le norme in materia sono troppo penalizzanti. Proprio nel settembre scorso, durante un’audizione in Regione, il presidente di ‘Asfo Sanità’, Paolo Palombi, aveva chiesto l’istituzione di un tavolo permanente regionale per cercare soluzioni al problema. Secondo Palombi, infatti, le circa 130 aziende umbre, per lo più piccole e piccolissime, non sono in grado di sostenere le richieste di recupero previste.