Brignone, l'antidiva d'oro dello sci italiano
Federica Brignone ha conquistato la medaglia d'oro nel Gigante femminile del Mondiale di sci alpino a Saalbach. Quinta medaglia iridata di una carriera straordinaria, seconda nell'edizione del 2025 che l'aveva già vista salire sul secondo gradino del podio in SuperG. Un'atleta sublime, l'azzurra dello sci più vincente di sempre con i suoi 32 successi in Coppa del Mondo, i 77 podi, le medaglie olimpiche (3) e mondiali (ora 5). E la sfera di cristallo alzata al cielo nella primavera 2020 nella stagione abortita per colpa del Covid; Federica l'aveva dominata nella prima parte e lo stop alle competizioni le consegnò a domicilio il trofeo che mai nessuna italiana aveva conquistato prima e che nessuna è stata capace di prendersi poi.Federica Brignone è semplicemente un pezzo di storia dello sport azzurro. Non lo certificano solo i numeri, lo dice la longevità di una donna che a luglio compirà 35 anni e si è affacciata nel circuito alpino nell'ormai lontanissimo 2007. Era una predestinata, figlia di una campionessa di nome Maria Rosa Quario, ma il suo successo se lo è costruito giorno dopo giorno forgiando carattere e talento su una base tecnica sopraffina.Quello che non le è riuscito in vent'anni di agonismo è stato entrare nell'immaginario della gente. Federica Brignone, l'anti diva per eccellenza, schiacciata spesso dal confronto a distanza con Sofia Goggia: caratteri opposti, talvolta incompatibili, ma che hanno spinto entrambe oltre i rispettivi limiti. Non è più il tempo dei sospetti e dei bisticci, quelli che durante i Giochi cinesi del 2022 portarono, ad esempio, la madre di Federica a mettere in dubbio il recupero lampo di Sofia passata dalla sala chirurgica all'argento nella discesa libera per la commozione di tutti."Non siamo amiche ma c'è rispetto" ha avuto modo di dire Federica un anno dopo, provando a spegnere l'incendio ("Tutto pompato dai media"). Lei ha continua a vincere, Sofia pure oltre che a farsi male, a cadere e risalire e a restare la donna jet dell'immaginario di tutti noi. Più simile Sofia ad Alberto Tomba e Federica a Gustav Thoeni. O, forse, a Deborah Compagnoni la cui sfortuna in pista aveva, però, creato un link empatico unico con la gente a casa.Nell'epoca della sovraesposizione mediatica tutto diventa numero. Sofia ha 662mila followers su Instagram, Federica si ferma a 250mila. L'una ama vivere condividendo molto di se stessa e della propria storia, l'altra scompare per poi riapparire feroce al cancelletto di partenza. Hanno imparato a sopportare la diversità, forse anche ad apprezzarla. Entrambe hanno nel mirino le Olimpiadi di casa, febbraio 2026: Cortina per la Goggia è sempre stata pista amica, mentre Federica punta a chiudere la carriera conquistando quell'oro a cinque cerchi fin qui sfuggito. Non è mai troppo tardi, lo ha imparato sulla sua pelle. Per vincere una discesa di Coppa del Mondo, lei che aveva firmato già tre specialità, ha dovuto aspettare vent'anni: 11 gennaio 2025 a Sankt Anton. Vittoria, sorriso, fotografia di gruppo e poi via ad allenarsi. Nell'ombra per preparare il Mondiale di Saalbach dal quale è uscita ancor più grande di prima.


Federica Brignone ha conquistato la medaglia d'oro nel Gigante femminile del Mondiale di sci alpino a Saalbach. Quinta medaglia iridata di una carriera straordinaria, seconda nell'edizione del 2025 che l'aveva già vista salire sul secondo gradino del podio in SuperG. Un'atleta sublime, l'azzurra dello sci più vincente di sempre con i suoi 32 successi in Coppa del Mondo, i 77 podi, le medaglie olimpiche (3) e mondiali (ora 5). E la sfera di cristallo alzata al cielo nella primavera 2020 nella stagione abortita per colpa del Covid; Federica l'aveva dominata nella prima parte e lo stop alle competizioni le consegnò a domicilio il trofeo che mai nessuna italiana aveva conquistato prima e che nessuna è stata capace di prendersi poi.
Federica Brignone è semplicemente un pezzo di storia dello sport azzurro. Non lo certificano solo i numeri, lo dice la longevità di una donna che a luglio compirà 35 anni e si è affacciata nel circuito alpino nell'ormai lontanissimo 2007. Era una predestinata, figlia di una campionessa di nome Maria Rosa Quario, ma il suo successo se lo è costruito giorno dopo giorno forgiando carattere e talento su una base tecnica sopraffina.
Quello che non le è riuscito in vent'anni di agonismo è stato entrare nell'immaginario della gente. Federica Brignone, l'anti diva per eccellenza, schiacciata spesso dal confronto a distanza con Sofia Goggia: caratteri opposti, talvolta incompatibili, ma che hanno spinto entrambe oltre i rispettivi limiti. Non è più il tempo dei sospetti e dei bisticci, quelli che durante i Giochi cinesi del 2022 portarono, ad esempio, la madre di Federica a mettere in dubbio il recupero lampo di Sofia passata dalla sala chirurgica all'argento nella discesa libera per la commozione di tutti.
"Non siamo amiche ma c'è rispetto" ha avuto modo di dire Federica un anno dopo, provando a spegnere l'incendio ("Tutto pompato dai media"). Lei ha continua a vincere, Sofia pure oltre che a farsi male, a cadere e risalire e a restare la donna jet dell'immaginario di tutti noi. Più simile Sofia ad Alberto Tomba e Federica a Gustav Thoeni. O, forse, a Deborah Compagnoni la cui sfortuna in pista aveva, però, creato un link empatico unico con la gente a casa.
Nell'epoca della sovraesposizione mediatica tutto diventa numero. Sofia ha 662mila followers su Instagram, Federica si ferma a 250mila. L'una ama vivere condividendo molto di se stessa e della propria storia, l'altra scompare per poi riapparire feroce al cancelletto di partenza. Hanno imparato a sopportare la diversità, forse anche ad apprezzarla. Entrambe hanno nel mirino le Olimpiadi di casa, febbraio 2026: Cortina per la Goggia è sempre stata pista amica, mentre Federica punta a chiudere la carriera conquistando quell'oro a cinque cerchi fin qui sfuggito. Non è mai troppo tardi, lo ha imparato sulla sua pelle. Per vincere una discesa di Coppa del Mondo, lei che aveva firmato già tre specialità, ha dovuto aspettare vent'anni: 11 gennaio 2025 a Sankt Anton. Vittoria, sorriso, fotografia di gruppo e poi via ad allenarsi. Nell'ombra per preparare il Mondiale di Saalbach dal quale è uscita ancor più grande di prima.