Braccialetti elettronici, polemica dopo le frasi di Nordio: “Irresponsabile”. “Scaricabarile istituzionale”
Di fronte al mal funzionamento dei braccialetti elettronici, il ministro della Giustizia Carlo Nordio scarica la responsabilità della soluzione sulle vittime. Le sue parole, pronunciate durante il question time in Senato, hanno provocato le polemiche dei centri antiviolenza, delle opposizioni e della sorella di una delle vittime recenti. “Il funzionamento”, ha detto il Guardasigilli, “è […] L'articolo Braccialetti elettronici, polemica dopo le frasi di Nordio: “Irresponsabile”. “Scaricabarile istituzionale” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Di fronte al mal funzionamento dei braccialetti elettronici, il ministro della Giustizia Carlo Nordio scarica la responsabilità della soluzione sulle vittime. Le sue parole, pronunciate durante il question time in Senato, hanno provocato le polemiche dei centri antiviolenza, delle opposizioni e della sorella di una delle vittime recenti. “Il funzionamento”, ha detto il Guardasigilli, “è molto spesso incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone: nel momento dell’allarme, molto spesso la vittima si trova ad una distanza non compatibile con l’intervento delle forze dell’ordine. Dobbiamo coniugare questi due elementi dando un’allerta alla vittima, affinché sia in grado – nel momento in cui coglie questo momento di pericolo – di trovare delle forme di autodifesa, magari rifugiandosi in una chiesa o in una farmacia, in un luogo più o meno protetto”.
Le parole del Guardasigilli arrivano dopo che, nei mesi scorsi, proprio il funzionamento dei dispositivi è stato al centro delle polemiche: tra settembre e ottobre scorso, in meno di un mese, erano stati tre i femminicidi causati da braccialetti elettronici non funzionanti. “Riteniamo irresponsabile”, ha dichiarato la presidente della rete dei centri antiviolenza Cristina Carelli, “che un ministro della Giustizia si esprima in termini così superficiali e approssimativi in merito alla sicurezza delle donne a rischio perché minacciate da un uomo maltrattante. Nessun accenno all’attività fondamentale svolta dai centri antiviolenza: una donna che si senta a rischio non deve cercare una chiesa o una farmacia in cui rifugiarsi, ma deve chiamare un centro antiviolenza e confrontarsi con esperte capaci di valutare il rischio connesso alla situazione che sta vivendo e soprattutto di affiancarla nella gestione di quel momento così delicato”. Secondo Carelli, “ancora una volta la responsabilità ricade sulle donne che subiscono le azioni violente dei maltrattanti, anziché sullo Stato che non mantiene gli impegni presi. Le affermazioni del ministro ci fanno capire che purtroppo manca ancora una presa di coscienza di quello che è la violenza maschile alle donne e del fondamentale ruolo dello Stato nelle azioni di prevenzione e protezione. E’ anche importante segnalare che ad oggi – conclude la presidente – non risulta alcun monitoraggio, né rispetto alle dotazioni, né ai molti malfunzionamenti segnalati”.
Per la presidente dell’associazione Differenza Donna Elisa Ercoli, “l’affermazione del ministro della Giustizia rappresenta un’inaccettabile forma di scaricabarile istituzionale“. E ancora: “Il braccialetto elettronico, se effettivamente disponibile, funzionante e correttamente monitorato, è uno strumento utile per vigilare sul rispetto delle misure cautelari. Il problema non è il dispositivo in sé, ma l’assenza di un sistema strutturato ed efficiente per la sua gestione. È necessario che le forze dell’ordine siano dotate non solo di strumenti tecnologici, ma anche di personale dedicato al monitoraggio, formato con competenze specifiche sulla valutazione del rischio, sulla recidiva e sulla protezione delle vittime”.
Dura la reazione della sorella di Concetta Marrucco, uccisa in casa dal marito dopo che era stato sottoposto alla misura del braccialetto elettronico: “Mia sorella non era in chiesa né in farmacia”, ha detto Raffaella, “ma era in casa e non era al sicuro, esiste un posto più sicuro della propria casa? Non so se sia un problema di gps o di linea, ma le parole del ministro dimostrano che il sistema è sbagliato e che il braccialetto è inutile e serve solo a stressare la vittima. Facciano misure più efficaci e restrittive, perché gli aggressori non possono restare in libertà e tenere la vittima in un continuo stato di paura“.
Proteste anche dalle opposizioni: “Il buon funzionamento del braccialetto è una responsabilità che non può essere scaricata sulle donne”, ha detto la dem Cecilia D’Elia, “anche come commissione femminicidio stiamo approfondendo le criticità, ma per rafforzare lo strumento. Il tema rimane il buon utilizzo, la formazione, la rete di sostegno attorno alle donne. Il ministro invece parla in modo irresponsabile invitando le donne a rivolgersi in chiesa o in farmacia, sembra non conoscere, o non voler conoscere, la rete di centri antiviolenza a sostegno delle donne”. Per il M5s, quelle di Nordio sono parole “vergognose”: “Quella di Nordio è una risposta irricevibile che rispediamo al mittente. Forse il ministro ignora che la maggior parte dei femminicidi avviene nelle case o in situazioni dove le vittime difficilmente riescono a mettersi al riparo dai loro carnefici. E, no, non possono essere abbandonate alla loro sorte nella lotta contro la violenza perché è anche questo il motivo per cui continuiamo la conta delle vittime. Solo oggi, a distanza di poche ore, altre due donne sono state ammazzate. E allora prima di dire oscenità, pensi invece a come attivarsi seriamente per fermare questa scia di sangue”.
L'articolo Braccialetti elettronici, polemica dopo le frasi di Nordio: “Irresponsabile”. “Scaricabarile istituzionale” proviene da Il Fatto Quotidiano.