Benigni, il monologo su Rai 1 è una risposta a Meloni: “Il Manifesto di Ventotene è entusiamante”

“L’Unione europea è la più grande costruzione istituzionale, politica, sociale, economica degli ultimi 5mila anni realizzata dall’essere umano sul pianeta Terra”. Lo dice Roberto Benigni nel suo show Il sogno, andato in onda su Rai 1 nella serata di ieri, mercoledì 19 marzo, e seguito da 4,4 milioni di telespettatori, pari a uno share del 28%. […]

Mar 20, 2025 - 11:24
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Benigni, il monologo su Rai 1 è una risposta a Meloni: “Il Manifesto di Ventotene è entusiamante”

“L’Unione europea è la più grande costruzione istituzionale, politica, sociale, economica degli ultimi 5mila anni realizzata dall’essere umano sul pianeta Terra”. Lo dice Roberto Benigni nel suo show Il sogno, andato in onda su Rai 1 nella serata di ieri, mercoledì 19 marzo, e seguito da 4,4 milioni di telespettatori, pari a uno share del 28%. L’attore si autodefinisce un “europeista estremista” e lancia un evidente messaggio di risposta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che poche ore prima alla Camera ha preso le distanze dal Manifesto di Ventotene, considerato uno dei testi fondativi dell’Ue, scatenando vibranti polemiche.

“L’Unione europea è un sogno, un’emozione. Ed è l’unico custode della democrazia”, afferma Benigni, che poi si sofferma ampiamente proprio sul Manifesto di Ventotene. “La pagina più commovente ed entusiasmante” della nascita dell’Ue – dice – è avvenuta “qui in Italia, in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene”. “Nel 1941 – prosegue l’attore – succede una cosa incredibile: qualcuno ha un’idea, di cambiare tutto, l’idea dell’unità europea”.

“Non era facile, intorno era tutto rovine e morti. Ma tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli pensarono al nostro futuro, con un documento che era un sogno e anche di una concretezza e profondità straordinaria”, osserva Benigni, che chiama i tre firmatari del Manifesto “eroi ella nostra storia”. “Nel Manifesto di Ventotene – continua l’attore – c’è l’idea di un’Europa unita. Non era un’idea nuova ma per la prima volta quest’idea diventa un progetto politico, un programma realizzabile”.

Poi Benigni risponde implicitamente alle parole della premier Meloni, che ieri a Montecitorio ha citato alcuni passaggi del documento in cui si parla di rivoluzione socialista, abolizione della proprietà privata e fallimento della democrazia. “Certamente – afferma l’attore – contiene alcune idee superate, ma Altiero Spinelli stesso lo ha detto e ripetuto più volte, era pur sempre il 1941… Ma non per questo viene meno la sua visionarietà. Sarebbe come dire buttiamo la Bibbia perché c’è scritto che il Sole gira attorno alla Terra… Il vero punto centrale del Manifesto di Ventotene – insiste Benigni – è chiaro ed attualissimo: superare i nazionalismi, che avevano distrutto un Continente, per costruire un’Europa unita”.

Nel corso del suo monologo l’attore affronta anche il discusso tema del riarmo. “Nell’Unione europea oggi abbiamo 27 eserciti europei, un costo enorme”, fa notare. “E oggi si parla di aumentare le spese della difesa. Ma fate l’esercito europeo, risparmiamo e siamo più forti! È la soluzione, è l’uovo di colombo! Non si perde sovranità, si recupera! Con un esercito europeo, ogni Paese guadagna altri 26 eserciti: diventa l’esercito forse più forte del mondo. Andiamo insieme a Bruxelles a dirglielo tutti insieme!”, dice rivolgendosi ai telespettatori e al pubblico presente in studio.

Benigni parla lungamente di Europa. “Ci sono problemi”, riconosce: “L’Ue è una cosa grandiosa e bisogna amarla, ma vediamo che a volte fa fatica, si inceppa e fa fatica. Quest’Europa non è quella dei padri fondatori, non è quella federazione che avevano in mente. Il progetto originario non è stato completato, abbiamo seguito la strada ma ci siamo fermati: l’Unione è una bellissima casa, c’è tutto ma quando piove entra l’acqua”.

“L’Unione ha tutto: c’è il Parlamento, la Commissione, la Banca Centrale”, continua l’attore. “C’è chi vorrebbe fermarsi e distruggere tutto, ma come si può dopo tanto lavoro? Davanti a noi europei rimane l’ultimo muro, basterebbe una riforma con la modifica degli articoli dei trattati: ci vorrebbe qualche anno, ma si può fare”.

E ancora: “Si dice che l’Europa stia male, stia morendo. Ma io sono ottimista, ci sono i colpi di scena: c’è una grandissima novità che può cambiare tutto. Se qualcuno che ha 20-30 anni mi sta ascoltando, sappia che la novità sono i giovani: siete la prima generazione transnazionale della storia. Voi nascete europei, non si è mai vista una generazione così. I giovani sono la miglior garanzia per il futuro dell’Europa: nessuno li convincerà a tornare alla lira, a chiudere i confini, a sparare ad una persona con cui ha fatto l’Erasmus”.

Benigni punta poi il dito contro la parola “nazionalismo” che, afferma, “è guerra, è stato la causa di tutte le guerre in Europa negli ultimi due secoli. L’Ue è nata per combatterlo, è molto difficile. Il nazionalismo – insiste l’attore – è una fede integralista, un’ossessione che sostituisce Dio. I nazionalisti amano più la propria nazione di Dio: la nazione dice al cristiano ‘vai in guerra e uccidi per me’, quello va in guerra e uccide. Il nazionalismo è una malattia e si maschera spesso da patriottismo, è difficile riconoscerlo”.

“Io – proclama – sono il più grande patriota, amo l’Italia come la mia mamma. Nessuno più di me è orgoglioso di essere italiano, ma non ho nessuna intenzione di imporre agli altri lo stile italiano. Si può essere patrioti senza essere nazionalisti. Garibaldi era un patriota europeo nel 1860, era l’esempio di come patriottismo e anti-nazionalismo stessero bene insieme”.

“L’Unione europea – secondo Benigni – è un progetto, una speranza, un sogno ma soprattutto un caso unico nella storia dell’umanità. È l’unica volta in cui Stati sovrani in pace scelgono liberamente di concedere sovranità a un’istituzione comune: non la divisione ma l’unità, un colpo di scena della storia, una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo. L’Unione europa si fonda sulla pace, non è qualcosa di freddo e distante”.