Beko fa marcia indietro su Comunanza: non chiuderà. I sindacati: “Garanzie per tutte le fabbriche”
La decisione confermata dal ministro Adolfo Urso. Lunedì il tavolo con i sindacati, che avvisano: "Scongiurare il rischio di chiusure e licenziamenti ovunque" L'articolo Beko fa marcia indietro su Comunanza: non chiuderà. I sindacati: “Garanzie per tutte le fabbriche” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Beko fa una mezza marcia indietro e rimpicciolisce il perimetro delle dismissioni in Italia. Dopo aver annunciato la chiusura di due fabbriche e il dimezzamento di un terzo sito, oltre al taglio di altri uffici, per un totale di quasi 2mila esuberi, la multinazionale turca ha stabilito che lo stabilimento di Comunanza continuerà la sua attività. La decisione è stata confermata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante una visita istituzionale in Turchia. La comunicazione ufficiale dell’azienda è attesa lunedì al tavolo convocato a Roma con i sindacati.
“Noi crediamo – ha assicurato Urso – che con gli investimenti programmati l’Italia possa rilanciare il suo ruolo di piattaforma produttiva di alta gamma anche nel campo degli elettrodomestici”. Rispetto alla questione dei 1.935 esuberi annunciati dal gruppo, il ministro ha aggiunto che comunque “il confronto continuerà cin l’incontro di lunedì con i sindacati, perché sia realizzato pienamente il piano industriale sfidante e ambizioso con investimenti significativi nell’ammodernamento degli impianti per garantire lo sviluppo degli stabilimenti”.
Quello di Comunanza era il sito più a rischio. Gli altri interessati sono quello di Cassinetta di Briandronno, dove è prevista la dismissione di una linea, e di Siena. Lo stabilimento toscano ha un problema legato non tanto alla sovrapposizione della produzione con altri siti esteri, ma ai costi d’affitto del capannone che Beko ha ereditato da Whirlpool dopo aver comprato il 75% del ramo europeo della società statunitense.
Proprio per questo il ministro incontrerà mercoledì il presidente della Regione Toscana e il sindaco di Siena. L’idea è quella di un’acquisizione da parte di una “struttura pubblica” visto che attualmente, “l’affitto fuori mercato” che il gruppo paga impedisce di “produrre in maniera competitiva”. L’obiettivo quindi è sciogliere questo nodo alla radice affinché lo stabilimento sia in condizione di accogliere un altro investitore mentre Beko manterrà la produzione per tutto il 2025 garantendo l’occupazione per altri due anni.
“Attendiamo di conoscere i dettagli del nuovo piano industriale per lo stabilimento di Comunanza, nonché le determinazioni di Beko relativamente a tutti gli altri stabilimenti italiani, a partire da quello di Siena. Lunedì, in trattativa, ci aspettiamo una risposta da parte di Beko che dia rassicurazioni tali da scongiurare il rischio di chiusure e di licenziamenti”, dice con prudenza il segretario nazionale Uilm Gianluca Ficco. In totale i turchi avevano previsto quasi 2mila esuberi suddivisi tra Siena (290), Comunanza (320), Cassinetta di Biandronno (541) e Melano (66). Inoltre il piano prevede razionalizzazioni nei settori commerciale, funzioni regionali e ricerca e sviluppo con circa altri 800 licenziamenti.
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