Banco Bpm: “Logiche le prescrizioni del Golden Power a Unicredit sugli investimenti di Anima”

Giuseppe Castagna ritiene “logico” che il governo abbia imposto dei paletti in merito agli investimenti di Anima a Unicredit e non alla sua banca, il Banco Bpm. “Noi siamo una banca che lavora solo sull’Italia, che si è fatta promotrice di spingere il più possibile i fondi verso i titoli italiani e non solo titoli […] L'articolo Banco Bpm: “Logiche le prescrizioni del Golden Power a Unicredit sugli investimenti di Anima” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 30, 2025 - 13:46
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Banco Bpm: “Logiche le prescrizioni del Golden Power a Unicredit sugli investimenti di Anima”

Giuseppe Castagna ritiene “logico” che il governo abbia imposto dei paletti in merito agli investimenti di Anima a Unicredit e non alla sua banca, il Banco Bpm. “Noi siamo una banca che lavora solo sull’Italia, che si è fatta promotrice di spingere il più possibile i fondi verso i titoli italiani e non solo titoli di Stato ma anche gli investimenti in un mercato borsistico abbastanza debole”, dice a margine dell’assemblea annuale dell’istituto milanese.

Dunque, è il ragionamento, “nessuno si pone la domanda se Anima in una banca al 100% in Italia continua a investire in Italia”. Ed “evidentemente non si pensa lo stesso dell’altra banca che dal punto di vista oggettivo ha il 65% delle attività sull’estero”, aggiunge Castagna, per il quale i paletti che il governo ha imposto a Unicredit in tema di investimenti da far fare ad Anima se l’acquisizione della Bpm andasse in porto, non contrastano contro la libertà d’impresa e, soprattutto, la tutela degli interessi dei risparmiatori. “Dobbiamo avere un pò di senso logico nel pensare che una banca italiana fa solo lavoro in Italia”, mentre “una banca, per loro fortuna così ben dispiegata a livello internazionale ha interessi che non sono al 100% coincidenti con quelli del nostro Paese”, dice Castagna sottolineando in ogni caso che non sia affar suo “commentare il golden power che si applica ai numeri di Unicredit. È Unicredit che deve dire se queste decisioni in qualche modo rendono possibile o non possibile” la loro offerta su Bpm o se “impattano il valore che loro attribuiscono alla nostra banca”.

Sul tema è molto netto il presidente dell’istituto Massimo Tononi, che in poche parole fa notare come ben tre condizioni dell’offerta di Unicredit per la Bpm “non si sono realizzate e non si realizzeranno”: il prezzo pagato per Anima, il riconoscimento dello sconto in termini di consumo di capitale da parte della Bce (il cosiddetto Danish Compromise) e l’imposizione di prescrizioni ai sensi del Golden Power da parte del governo. Alla luce di questi eventi inequivocabili, secondo l’ex pupillo di Romano Prodi, sarebbe auspicabile che Unicredit comunicasse al mercato cosa intende fare facendo chiarezza rispetto a una situazione di “incertezza poco apprezzabile e poco ragionevole”.

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