Armi, occhio all’idea Ursula

Attenzione, fregatura in arrivo dalla premiata società Unione europea e industria tedesca. Ricordate il diesel gate? Problema tedesco fatto pagare a tutti gli europei con inesorabile inizio della distruzione del comparto auto? Ebbene, ecco la nuova intenzione della Commissione: fare meno auto in Germania – non è difficile, ormai - e più armi, ma con i nostri risparmi, per tentare di rimettere in moto la locomotiva dell’industria tedesca. Questa la proposta del principale gruppo dell'industria della difesa di Berlino: secondo l'Associazione federale dell'industria germanica per la sicurezza e la difesa (Bdsv) occorre continuare a espandere drasticamente il bilancio della Difesa come peraltro suggerito anche dalla presidente Ue Ursula Von del Leyen. Il tutto per superare i cosiddetti “colli di bottiglia” della produzione, coinvolgendo impianti finora destinati al settore automotive. In pratica l'industria della difesa cerca di iniettare lo stesso tipo di urgenza nella produzione militare che ha animato i leader tedeschi quando si è trattato di sostituire il gas russo nel mix energetico del paese, dopo la guerra di Mosca contro l'Ucraina. A Bruxelles pensano quindi di usare ogni impianto, alimentandolo anche con capitale privato, per trovare soldi da spendere nella costruzione di armi, risollevando innanzi tutto l’industria tedesca che arranca, e nascondendo tutta l’operazione sotto il nome di Rearm Europe, il piano che potrebbe incanalare oltre 800 miliardi di euro verso la spesa per la difesa nei 27 stati membri dell'Unione. Tuttavia reindirizzare il settore automobilistico tedesco per produrre carri armati, proiettili e altri equipaggiamenti militari non è un'idea nuova. Nel giugno 2024 il gigante dei ricambi auto Continental e il colosso delle armi Rheinmetall avevano firmato un memorandum d'intesa per facilitare la riqualificazione dei lavoratori dell'automotive interessati dai licenziamenti a causa della contrazione del settore. “I cambiamenti di vasta portata in tutti i settori possono essere gestiti solo insieme” ha affermato Ariane Reinhart, membro del consiglio di amministrazione di Continental per le risorse umane e la sostenibilità. Nel frattempo Rheinmetall ha esultato per il boom del settore della difesa in un comunicato stampa congiunto e si è affrettata a sottolineare che l'azienda si aspettava il 40% in più di profitti nel 2024 rispetto a un anno prima. Insomma: soldi nostri ma utili loro. L'accordo delineava vari mezzi per reclutare lavoratori qualificati mediante l’organizzare di eventi presso gli stabilimenti automobilistici e offrire lavoro presso le fabbriche della difesa che si trovano vicino a sedi che stavano chiudendo o riducendo le loro dimensioni produttive. Non a caso, il mese scorso, il gigante della difesa ha annunciato che avrebbe riconvertito due fabbriche a Berlino e Neuss che in precedenza producevano parti di automobili per produrre principalmente beni militari. Nei primi nove mesi del 2024 l'utile operativo di Rheinmetall nel suo segmento di armi è quasi raddoppiato arrivando a 339 milioni di euro (368 milioni di dollari), mentre la sua attività automobilistica è diminuita del 3,8% a 74 milioni di euro (80 milioni di dollari). Anche altri attori della difesa stanno perseguendo la stessa strada, con lo specialista della sensoristica Hensoldt che starebbe per assumere 200 lavoratori dai fornitori di ricambi autoContinental e Bosch, almeno stando a quanto riportato da Reuters. La joint venture franco-tedesca Knds ha recentemente acquisito uno storico stabilimento di vagoni ferroviari a Görlitz dal produttore di treni francese Alstom, fabbrica che verrà riattrezzata per produrre componenti per veicoli militari tra i quali il carro armato da combattimento Leopard 2 e il veicolo da combattimento Puma per la fanteria. Così Hans Christoph Atzpodien, capo del gruppo di lobby dell'industria della difesa tedesca, ha affermato di aspettarsi “dimensioni completamente nuove alla questione della domanda di armi”, tra cui la necessità di consegne più rapide e non soltanto di volumi maggiori. Ma per farlo, il governo tedesco dovrebbe supportare la transizione fornendo i mezzi per la riqualificazione e coprendo i costi per il trasferimento dei dipendenti. Nel frattempo, altri settori dell'economia stanno fremendo per ottenere una fetta della torta, come l'industria meccanica, siderurgica e delle costruzioni. Puntando a trovare risorse economiche provenienti da altri settori –e qui c’è anche il risparmio privato, al quale ha alluso chiaramente la Von del Leyen – che saranno ora sfruttate per gli armamenti.

Mar 11, 2025 - 15:07
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Armi, occhio all’idea Ursula


Attenzione, fregatura in arrivo dalla premiata società Unione europea e industria tedesca. Ricordate il diesel gate? Problema tedesco fatto pagare a tutti gli europei con inesorabile inizio della distruzione del comparto auto? Ebbene, ecco la nuova intenzione della Commissione: fare meno auto in Germania – non è difficile, ormai - e più armi, ma con i nostri risparmi, per tentare di rimettere in moto la locomotiva dell’industria tedesca. Questa la proposta del principale gruppo dell'industria della difesa di Berlino: secondo l'Associazione federale dell'industria germanica per la sicurezza e la difesa (Bdsv) occorre continuare a espandere drasticamente il bilancio della Difesa come peraltro suggerito anche dalla presidente Ue Ursula Von del Leyen. Il tutto per superare i cosiddetti “colli di bottiglia” della produzione, coinvolgendo impianti finora destinati al settore automotive.

In pratica l'industria della difesa cerca di iniettare lo stesso tipo di urgenza nella produzione militare che ha animato i leader tedeschi quando si è trattato di sostituire il gas russo nel mix energetico del paese, dopo la guerra di Mosca contro l'Ucraina. A Bruxelles pensano quindi di usare ogni impianto, alimentandolo anche con capitale privato, per trovare soldi da spendere nella costruzione di armi, risollevando innanzi tutto l’industria tedesca che arranca, e nascondendo tutta l’operazione sotto il nome di Rearm Europe, il piano che potrebbe incanalare oltre 800 miliardi di euro verso la spesa per la difesa nei 27 stati membri dell'Unione. Tuttavia reindirizzare il settore automobilistico tedesco per produrre carri armati, proiettili e altri equipaggiamenti militari non è un'idea nuova. Nel giugno 2024 il gigante dei ricambi auto Continental e il colosso delle armi Rheinmetall avevano firmato un memorandum d'intesa per facilitare la riqualificazione dei lavoratori dell'automotive interessati dai licenziamenti a causa della contrazione del settore. “I cambiamenti di vasta portata in tutti i settori possono essere gestiti solo insieme” ha affermato Ariane Reinhart, membro del consiglio di amministrazione di Continental per le risorse umane e la sostenibilità.

Nel frattempo Rheinmetall ha esultato per il boom del settore della difesa in un comunicato stampa congiunto e si è affrettata a sottolineare che l'azienda si aspettava il 40% in più di profitti nel 2024 rispetto a un anno prima. Insomma: soldi nostri ma utili loro. L'accordo delineava vari mezzi per reclutare lavoratori qualificati mediante l’organizzare di eventi presso gli stabilimenti automobilistici e offrire lavoro presso le fabbriche della difesa che si trovano vicino a sedi che stavano chiudendo o riducendo le loro dimensioni produttive. Non a caso, il mese scorso, il gigante della difesa ha annunciato che avrebbe riconvertito due fabbriche a Berlino e Neuss che in precedenza producevano parti di automobili per produrre principalmente beni militari. Nei primi nove mesi del 2024 l'utile operativo di Rheinmetall nel suo segmento di armi è quasi raddoppiato arrivando a 339 milioni di euro (368 milioni di dollari), mentre la sua attività automobilistica è diminuita del 3,8% a 74 milioni di euro (80 milioni di dollari).

Anche altri attori della difesa stanno perseguendo la stessa strada, con lo specialista della sensoristica Hensoldt che starebbe per assumere 200 lavoratori dai fornitori di ricambi autoContinental e Bosch, almeno stando a quanto riportato da Reuters. La joint venture franco-tedesca Knds ha recentemente acquisito uno storico stabilimento di vagoni ferroviari a Görlitz dal produttore di treni francese Alstom, fabbrica che verrà riattrezzata per produrre componenti per veicoli militari tra i quali il carro armato da combattimento Leopard 2 e il veicolo da combattimento Puma per la fanteria. Così Hans Christoph Atzpodien, capo del gruppo di lobby dell'industria della difesa tedesca, ha affermato di aspettarsi “dimensioni completamente nuove alla questione della domanda di armi”, tra cui la necessità di consegne più rapide e non soltanto di volumi maggiori. Ma per farlo, il governo tedesco dovrebbe supportare la transizione fornendo i mezzi per la riqualificazione e coprendo i costi per il trasferimento dei dipendenti. Nel frattempo, altri settori dell'economia stanno fremendo per ottenere una fetta della torta, come l'industria meccanica, siderurgica e delle costruzioni. Puntando a trovare risorse economiche provenienti da altri settori –e qui c’è anche il risparmio privato, al quale ha alluso chiaramente la Von del Leyen – che saranno ora sfruttate per gli armamenti.