Anche a Spoleto arriva il “Telefono del vento” per parlare con chi non c’è più

Sulla collina di Bazzano Inferiore, nei pressi di Spoleto, è stata inaugurata un’installazione davvero emozionante: il Telefono del vento. Si tratta di una vecchia cabina telefonica collocata in un angolo di pace, al cui interno è stato posizionato un telefono scollegato, simbolo di un ponte tra il mondo dei vivi e quello di chi non...

Mar 25, 2025 - 21:45
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Anche a Spoleto arriva il “Telefono del vento” per parlare con chi non c’è più

Sulla collina di Bazzano Inferiore, nei pressi di Spoleto, è stata inaugurata un’installazione davvero emozionante: il Telefono del vento. Si tratta di una vecchia cabina telefonica collocata in un angolo di pace, al cui interno è stato posizionato un telefono scollegato, simbolo di un ponte tra il mondo dei vivi e quello di chi non c’è più.

L’iniziativa nasce per offrire un luogo in cui le persone possano esprimere pensieri e parole non dette ai propri cari scomparsi, trovando conforto nel semplice atto di comunicare. Il progetto è stato realizzato grazie alla Fondazione Amen, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto.

L’idea si ispira a un concetto nato in Giappone, dove il primo Telefono del vento fu installato nel 2010 nella città di Otsuchi da Itaru Sasaki, un uomo che cercava un modo per sentirsi ancora vicino al cugino defunto. Da allora, questa iniziativa si è diffusa in varie parti del mondo, diventando un simbolo di introspezione e memoria.

È il quinto telefono del vento in Italia

L’installazione di Spoleto rappresenta la prima in Umbria e la quinta in Italia, dopo quelle già presenti in Toscana, Piemonte, Veneto e Lombardia. Oltre al telefono, accanto alla cabina si trova un libro in cui i visitatori possono lasciare messaggi, pensieri e riflessioni.

Questo spazio non è solo un luogo di raccoglimento personale, ma assume anche una valenza sociale: se qualcuno dovesse esprimere nel libro un bisogno di aiuto, la Fondazione Amen è pronta a offrire supporto psicologico gratuito a chiunque stia attraversando un momento di difficoltà.

L’iniziativa coniuga turismo esperienziale e riflessione interiore, offrendo ai visitatori la possibilità di trovare un momento di pace e contatto con i propri ricordi. L’ideatore del progetto, Stefano Andreini, presidente della Fondazione Amen, ha raccontato di essere stato ispirato da un’esperienza personale vissuta in infanzia:

Quando avevo dieci anni, mio nonno è morto improvvisamente. Sentivo il bisogno di dirgli qualcosa, ma non sapevo come. Così scrivevo lettere e le bruciavo, immaginando che in qualche modo gli arrivassero. Quando ho scoperto l’esistenza del Telefono del vento, mi è tornato in mente quel bambino e ho voluto portare questa esperienza anche a Spoleto.

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