Al Congresso del PPE a Velencia la lotta tra i 12 candidati per i 10 posti da vicepresidente

Nella Valencia colpita dal blackout elettrico prende il via oggi il congresso del Partito popolare europeo (PPE). L’attuale leader del partito e del gruppo al Paramento europeo, il tedesco Manfred Weber, risulta l’unico candidato alla guida della formazione politica di centrodestra. La vera lotta si terrà tra i candidati per i dieci posti di vicepresidente.

Apr 29, 2025 - 12:33
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Al Congresso del PPE a Velencia la lotta tra i 12 candidati per i 10 posti da vicepresidente

Dodici candidati sono in lizza per dieci posti di vicepresidente al congresso del Partito Popolare Europeo (PPE) che prende il via oggi a Valencia e che si concluderà mercoledì (30 aprile). Secondo quanto appreso da Euractiv.com, tra i favoriti figurano candidati donna e membri attuali del comitato esecutivo.

Si prevede che Manfred Weber, attuale leader del partito e capogruppo al Parlamento europeo, si assicurerà un secondo mandato triennale come leader della famiglia di partiti di centro-destra europei, non avendo ricevuto alcuna opposizione nel voto di martedì. L’attenzione si sposterà quindi a domani, quando i delegati – che eleggeranno anche i tesorieri e i segretari generali – dovranno scegliere tra i 12 candidati in lizza per i 10 posti di vicepresidente.

Funzionamento del voto

I delegati del PPE potranno votare per i loro cinque candidati preferiti, poiché qualsiasi scheda elettorale con meno nomi sarà dichiarata non valida. Secondo le regole, i delegati devono dichiarare in anticipo se voteranno per più di cinque candidati e indicare il numero esatto.

In pratica, questo lascia ampio spazio per "giocare" con i numeri ed escludere coloro che non sono sotto la piena influenza del presidente.

Candidature femminili

Una fonte del PPE si aspetta che tutte e tre le candidate donne passino per motivi di equilibrio di genere. Si tratta dell’ex europarlamentare e commissaria bulgara Mariya Gabriel, della commissaria croata per il Mediterraneo Dubravka Šuica e dell’ex commissaria per i servizi finanziari Mairead McGuinness.

Le fonti hanno anche affermato che i candidati provenienti da grandi Paesi sono di solito al sicuro. I candidati maschi provenienti da Stati più piccoli sono maggiormente a rischio.

Secondo il calcolo interno del PPE, nove candidati uomini concorreranno per sette posti.

L’eurodeputato rumeno Siegfried Mureșan e l’eurodeputato tedesco David McAllister, entrambi figure di punta del PPE, sono considerati “intoccabili”, ha detto un’altra fonte.

Il primo ministro finlandese Petteri Orpo – che alcuni nel PPE ritengono stia puntando a un futuro incarico di vertice nella Commissione europea – e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani – che fa da ponte con la premier italiana Giorgia Meloni – sono considerati a loro volta pesi massimi. Lo stesso vale per il candidato greco Kostis Hatzidakis, vice primo ministro ed ex capo di diversi ministeri, che è stato anche europarlamentare.

Anche il commissario europeo per la migrazione Magnus Brunner, austriaco, è considerato un candidato di alto profilo e risponde all’obiettivo del PPE di affrontare con decisione il tema della migrazione.

Le cose sembrano un po’ meno scontate per il ministro degli Esteri portoghese Paulo Rangel, che proviene da un Paese piccolo e non fa parte della cerchia ristretta di Weber, ma una fonte ha suggerito che sarebbe difficile “tagliare” un ministro degli Esteri.

Anche l’eurodeputato polacco Andrzej Halicki ha una possibilità di ottenere il posto, poiché Weber non vuole aggravare i suoi rapporti problematici con la Piattaforma Civica polacca. Tuttavia, i suoi recenti commenti potrebbero metterlo nei guai: Ha insistito sul fatto che il PPE dovrebbe limitarsi a lavorare con le forze pro-UE, contrariamente alle intenzioni di Weber di guardare alla destra dello spettro politico europeo.

L’eurodeputato belga Wouter Beke, invece, è considerato un outsider.