AI, copyright e audiovisivo. Lasorella (Agcom): “Tecnologia dirompente capace di ridefinire il modo di produrre, distribuire e consumare contenuti”
Tra tutele e innovazione. L’audiovisivo nella corsa all’Intelligenza Artificiale L’innovazione tecnologica sta progressivamente investendo tutti i settori industriali, economici e sociali della nostra società. Il legislatore è chiamato al difficile compito di regolamentare un ambito che è profondamente segnato dalla rapidità del progresso di queste tecnologie, sia a livello nazionale, sia europeo. Il tema è […] The post AI, copyright e audiovisivo. Lasorella (Agcom): “Tecnologia dirompente capace di ridefinire il modo di produrre, distribuire e consumare contenuti” appeared first on Key4biz.

Tra tutele e innovazione. L’audiovisivo nella corsa all’Intelligenza Artificiale
L’innovazione tecnologica sta progressivamente investendo tutti i settori industriali, economici e sociali della nostra società. Il legislatore è chiamato al difficile compito di regolamentare un ambito che è profondamente segnato dalla rapidità del progresso di queste tecnologie, sia a livello nazionale, sia europeo.
Il tema è stato al centro del convegno dal titolo “Tra Tutele e Innovazione. L’audiovisivo nella corsa all’Intelligenza Artificiale”, organizzato a Roma dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) presso lo spazio Esperienza Europa “David Sassoli”, messo a disposizione dal Parlamento europeo.
Un’occasione per fare il punto sulle opportunità e i rischi generati dall’incontro tra intelligenza artificiale (AI) e settore audiovisivo, assieme a regolatori, policy maker e stakeholder, che si sono confrontati sulle principali dorsali dell’attuale impiego di questa tecnologia nell’ambito dell’industria culturale.
“Un confronto sull’audiovisivo al tempo dell’AI è rilevante nel contesto europeo, sia per il copyright, sia per l’industria, sia della pirateria, sia in termini di regolamento. Una tecnologia dirompente che si inserisce in un contesto fortemente instabile, che richiede una nuova visione di policy. Le piattaforme digitali oggi hanno un ruolo chiave nello sviluppo del settore dell’informazione e dei media, con l’obbligo di affrontare con decisione il problema della disinformazione e della manipolazione dell’opinione pubblica. L’UE deve rimanere uno spazio di regole”, ha detto Carlo Corazza, Direttore del Parlamento europeo in Italia, aprendo il convegno con i saluti delle Istituzioni.
Secondo Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM: “L’AI è una tecnologia dirompente in grado di ridefinire il modo in cui i contenuti mediatici sono prodotti, distribuiti e consumati. Per l’AI Act e il suo corso legislativo in Italia come Agcom cerchiamo di capire in che modo regolamentare l’utilizzo di questa tecnologia nei settori di interesse, nella tutela dei diritti e nell’innovazione. Nostro compito è regolare tutto questo. Il DSA è il plesso normativo che riguarda l’AI che è già tra noi, come le piattaforme la usano per regolare i servizi che offrono. Il DSA detta le norme fondamentali affinché il design stesso delle piattaforme nell’uso dell’AI risponda ai criteri di trasparenza e tutela degli utenti. I gatekeeper hanno già investito nei grandi sistemi di AI e per integrarla nei vari servizi si rischia di erigere nuove barriere di accesso al mercato. Poi ci sono criticità per quel che riguarda il copyright. È necessario garantire un’interazione più efficace tra disciplina settoriale dei media e copyright e i plessi normativi DSA e AI Act”.
“Dal codice di buone pratiche siamo passati al codice di condotta sulla disinformazione ai sensi del DSA. Con questa conversone l’UE compie un passo decisivo nel contrasto alla disinformazione. È un benchmark per valutare le responsabilità delle piattaforme digitali in questo campo. Dal 1° luglio prossimo le piattaforme saranno sottoposte a verifiche annuali indipendenti. Il codice è frutto di un confronto multilaterale tra tutti gli attori impegnati nella lotta alla disinformazione. I suoi pilastri sono diversi: eliminare gli incentivi economici alle fake news e a chi le diffonde, aumentare la trasparenza della pubblicità politica, aumentare la consapevolezza degli utenti con strumenti più efficaci. Alcune piattaforme importanti si sono ritirate dagli impegni del fact-checking. Ci sono dei dubbi in generale sull’efficacia del codice e la Commissione avvierà un dialogo per il follow-up. Poi c’è la questione della relazione tra copyright e AI. I dati per l’addestramento di questi modelli sono protetti dal diritto d’autore. L’UE si è dotata di strumenti di policy per lo sviluppo di tecnologie di machine learning, introducendo due eccezioni al copyright per consentire l’impiego di queste tecnologie nell’industria dei contenuti. La più importante è l’eccezione TDM per bilanciare la promozione dell’innovazione e la tutela dei diritti d’autore, che possono sfruttare lo strumento dell’opt-out, un cardine fondamentale per favorire il rispetto dei diritti in qualsiasi luogo e per conciliare l’ubiquità del web con il rispetto del diritto d’autore a livello nazionale”, ha spiegato Giuseppe Abbamonte, Direttore per le politiche dei media Commissione Europea.
“L’AI va affrontata a seconda delle applicazioni, con delle regole specifiche per ogni settore di impiego, mentre nell’industria creativa e culturale si deve dare un’attenzione diversa, una regolamentazione diversa. C’è il diritto d’autore e la tutela dell’immagine, della voce e dei testi dei creatori. Abbiamo messo nel tax credit della legge cinema strumenti di regolamentazione per l’industria dell’audiovisivo che necessità di regole che si adattino rapidamente ai cambiamenti tecnologici. Abbiamo messo dei paletti per garantire trasparenza nell’uso dell’AI, che rimane uno strumento e che non deve togliere nulla all’uomo e il suo specifico spazio esistenziale e professionale. I fondi dati agli attori e altri professionisti siano garantiti per le persone. Abbiamo sottolineato come non potesse essere sottinteso in un contratto che le immagini siano sfruttabili in altri contesti fuori dal consenso specifico per un’opera. Serve un’autoregolamentazione dei soggetti interessati”, ha dichiarato Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato Ministero della Cultura.
“In pochi anni siamo arrivati alle soglie di un mondo sempre più distopico, con tecnologie in grado di stupirci sempre di più, ma a rischio altissimo in termini di democrazia, copyright e sostenibilità sociale. Si pone un problema di tutela della proprietà intellettuale dei lavoratori e delle loro competenze. La maggior parte delle piattaforme è impostata per profilare i contenuti attraverso algoritmi troppo opachi. Le innovazioni non sono sbagliate per sé, dipende dagli usi che se ne fanno. L’utilizzo delle tecnologie avviene in contesti non ancora pienamente regolamentati e segnati da squilibri spaventosi tra imprese e utenti. Serve un perimetro di regole trasparenti, uno sforzo sulle competenze e un confronto serrato tra Governi e imprese tecnologiche”, ha detto Alessio Butti, Sottosegretario di Stato Presidenza del Consiglio dei Ministri, intervenendo in video.
L’evento – articolato in tre panel dedicati a disinformazione e hate speech, tutela del copyright online e pirateria, impatti dei sistemi di AI nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi – è stato moderato da Enrico Pagliarini di Radio24.
L’AI vista dall’Europa
Nel panel dal titolo “L’AI vista dall’Europa”, Andrea Renda, Coordinatore Comitato AGCOM sull’AI, ha dichiarato che si deve “cercare di capire come la creatività umana si adatterà all’AI, uno strumento che si riproduce rapidamente con formidabile efficacia e che si alimenta con quanto fatto fino ad oggi dall’umanità. Negli USA l’AI generativa è stata spinta al punto che investimenti enormi non producono eguali profitti. Siamo di fronte alla consapevolezza che il futuro dell’AI non è negli LLM. In Europa si cerca un’AI affidabile con requisiti stringenti e gli attuali LLM non riescono ad adeguarsi a nessuno di questi criteri. In Europa si sta lavorando ad un’idea di un CERN he si occupi di fare ricerca sull’AI pe renderla sicura e affidabile, per migliorarne le applicazioni nella scienza, nell’industria e nei servizi pubblici ed evitare i rischi che già abbiamo individuato. Si tratta di tecnologie centrali per il mantenimento dei livelli di competitività che l’UE ha fissato come obiettivi chiave per la crescita. Nell’interazione tra competenza e sicurezza si sta lavorando su alcuni punti chiave. Riaprire l’AI Act per semplificarne l’applicazione e ridurre i costi amministrativi e di compliance per le imprese e le PMI in particolare. La Commissione ha ritirato la direttiva sulla responsabilità civile al tempo dell’AI ma il parlamento potrebbe portarla avanti comunque, per creare un quadro giuridico comune tra i Paesi UE, tale da semplificare lo sviluppo dell’AI”.
Successivamente, ha preso la parola in collegamento da Strasburgo, Brando Benifei, Deputato Parlamento europeo: “Stanotte sono stati attivati negli USA i dazi su acciaio e alluminio europei. Stamattina la Commissione ha annunciato delle misure di risposta. Questo perché non possiamo accettare tutto quello che gli USA ci chiedono e non possiamo sperare che i rapporti migliorino andando sempre incontro alle aspettative americane. Si deve rispondere con l’obiettivo di negoziare da un punto di forza. Il parlamento non intende mollare la direttiva e stiamo proponendo alla Commissione di trovare una formulazione diversa. Si rischia di trasferire la responsabilità dell’AI dalle grandi imprese alle più piccole. Stiamo dando un messaggio chiaro: aspettiamo che si abbassi la tensione politica con gli USA e cerchiamo di lavorare lucidamente. Su questo tema c’è convergenza nel Parlamento sull’AI Act e la tutela dei diritti. La semplificazione va bene, ma non possiamo deregolamentare ogni settore per far piacere alle esigenze degli Stati Uniti. Nel negoziato sulle tariffe non possiamo farci mettere in discussione le nostre leggi, piuttosto lavoriamo con l’AI office per semplificare la compliance delle piccole e medie imprese. L’AI Act lavora su questo fronte: ridurre i rischi e rendere più sicuro l’uso dell’AI da parte di imprese, PA e cittadini. Solo con regole chiare e un clima di fiducia è possibile sfruttare al massimo e in sicurezza le potenzialità di questa tecnologia in chiave di crescita e sviluppo”.
Per quel che riguarda l’impatto della diffusione dell’AI sull’attività regolamentare di AGCOM, intervenendo nel panel “AI, Disinformazione, Hate Speech e Tutela dei Minori”, la Commissaria Laura Aria ha sottolineato che “noi tutti siamo coinvolti nella sfida per una regolazione efficace dell’Intelligenza Artificiale, specie in relazione alla tutela dei diritti fondamentali, sia per individuare le criticità e i rischi che l’Intelligenza Artificiale porta con sé, ma soprattutto per coglierne le opportunità di innovazione, crescita e sviluppo sociale ed economico”.
“L’innovazione va guidata e resa sicura per imprese e cittadini. Ci sono casi però in cui la titolarità del diritto deve rimanere nelle mani degli autori. Devono essere le società che gestiscono l’algoritmo ha dichiarare che i dati acquisiti per il training siano aderenti al copyright, se ne devono preoccupare loro. Fondamentale il nuovo comitato Agcom sull’AI. La difesa del copyright va aggiornata ai nuovi utilizzi della tecnologia. La normativa italiana, istituendo il nuovo reto di deep fake, è innovativa a livello europeo. Il caso Crosetto ha fatto scuola. Ci stiamo interfacciando con potenti strumenti che hanno anche finalità criminali particolarmente gravi”, ha precisato Alberto Barachini, Sottosegretario di Stato Presidenza del Consiglio dei Ministri.
AI, copyright e pirateria
“Sulla tutela del copyright la situazione è grave, perdiamo 2 miliardi di ricavi per colpa della pirateria e oggi fare pirateria nonostante l’AI possa darci una grande mano in questa lotta in Italia è semplicissimo. Chiunque può andare sullo store di Google e scaricare app per vedere partite e film violando il copyright, rubando i contenuti. Su Alibaba si può comprare una chiavetta per vedere contenuti piratati. Su TikTok è possibile guardare partite di calcio senza pagare. Solo per fare alcuni esempi. Barachini ha fatto bene ha dire che il tema fondamentale è la fiducia. L’AI dal nulla non crea niente, genera acquisendo proprietà intellettuale che va riconosciuta e remunerata. Vale per ogni settore, soprattutto l’audiovisivo. Ci sono diverse criticità, tra cui la violazione dei diritti d’autore. L’innovazione c’è mancano le tutele. Agcom c’è, sia nel settore dei diritti sportivi, ora anche nell’audiovisivo, con la rimozione tempestiva dei link pirata entro 30 minuti. Agcom ha stretto un protocollo col MUR per investire nelle competenze, perché l’AI è un grande strumento di conoscenza ma bisogna saperlo usare, stiamo potenziando il ruolo di chi deve segnalare le violazioni del copyright in rete. L’avvento comunque positivo dell’Intelligenza Artificiale impone con urgenza un’azione di responsabilizzazione per fare in modo che i cittadini possano esserne fruitori attivi e non consumatori passivi. Regole ed educazione civica digitale sono imprescindibili”, ha detto Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, aprendo il panel “AI, Copyright e Pirateria”.
“Senza regole forse qualcuno fa soldi più facilmente. Noi vogliamo lavorare in un contesto di regole chiare, che tutti devono rispettare. Con l’arrivo di Trump sono state spedite lettere dall’FCC in cui si evidenzia che le leggi dell’Europa sono liberticide e che limitano l’azione delle imprese americane nel mercato europeo. Le piattaforme che avevano sottoscritto il codice sulla disinformazione prodotto da Bruxelles hanno subito sfruttato l’occasione per liberarsi dai vincoli del DSA”, ha sostenuto Gina Nieri di Mediaset.
Secondo Federico Bagnoli Rossi di FAPAV: “L’Italia è uno dei Paesi più attenzionati dai pirati. Noi come FAPAV utilizziamo in maniera responsabile l’AI per fare attività di comunicazione e lo facciamo anche oggi, come nel caso della campagna di sicurezza nelle sale cinematografiche “Il cinema siete voi”. L’AI non è solo uno strumento dalle grandi potenzialità, ma anche dai grandi rischi. Dietro alla pirateria c’è la criminalità organizzata che vuole fare facili profitti, come nel caso delle IPTV illegali, che proprio grazie al piracy shield stiamo contenendo e contrastando. Un business pirata che gestisce un’intera filiera della pirateria che oggi può avvantaggiarsi proprio delle potenzialità dell’AI. Come FAPAV inizieremo ad introdurre il lato positivo dell’AI che può essere impiegata nella lotta alla pirateria. Fondamentale sarà la formazione. Oggi c’è il semaforo verde al primo corso del LABS – Learn Antipiracy Best Skills, la società benefit di FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in collaborazione con Anica Academy, per sviluppare competenze post laurea proprio su queste tematiche”.
L’AI nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi
“L’audiovisivo è un settore che sta vedendo un crescente utilizzo dell’AI, con un tasso di penetrazione del 38% e le prospettive sono di una crescita esponenziale. Accanto a questa crescita esponenziale si accompagna ovviamente allarme sociale e una sottile inquietudine, che però è la stessa che ha accolto ogni nuova tecnologia o nuovo mezzo di comunicazione.
Preoccupazioni in ordine al possibile rimpiazzo e sostituzione del fattore umano, dell’autodeterminazione umana, per mezzo delle macchine, aprendo agli scenari apocalittici narrati dalla fantascienza. Più precisamente, quanto al settore diventa audiovisivo, la preoccupazione riguarda la sostituzione dei talenti, degli attori, dei doppiatori, ma anche di chi lavora nel backstage, cioè tutte quelle maestranze creative coinvolte nella realizzazione del prodotto, dal concept alla scrittura, dalle riprese alla postproduzione e alla distribuzione. Sono molto lieta che la sottosegretaria Borgonzoni abbia fatto riferimento al fatto che non è sul piatto l’idea di una intelligenza artificiale applicata agli attori, ma perimetrata e ridotta semplicemente all’opera.
In nessun modo, io credo, l’intelligenza artificiale arriverà a ledere la centralità, il ruolo centrale dell’attore nel determinare il valore del prodotto e l’engagement con l’audience. E questo ce lo racconta anche la scienza. In nessun modo la mediazione tecnologica ha nel tempo ridotto la centralità dell’umano e della corporeità umana, al contrario ha permesso l’affermarsi di un vero e proprio star system.
Quando si va a verificare qual è l’effettivo utilizzo dell’intelligenza artificiale nella filiera produttiva, ci si rende conto che gli usi sono volti a potenziare la creatività umana, ad aumentare il controllo editoriale.
L’AI può potenziare l’immagine degli attori nell’industria dell’audiovisivo, soprattutto con algoritmi che ringiovaniscono volti, ma anche con sistemi di traduzione di molte opere che altrimenti non varcherebbero il imiti del mercato nazionale. La stessa tecnologia può tutelare il copyright andando a rintracciare ogni violazione”, ha dichiarato Elisa Giomi, Commissaria AGCOM, intervenendo nel panel “L’AI nella Produzione e Distribuzione dei Contenuti Audiovisivi”.
“Il nostro settore è da sempre la frontiera delle nuove tecnologie applicate all’industria, che qui trovano pieno e pioneristico impiego. Pensiamo alla CGI e altri visual effects legati al virtuale. Ovviamente non mancano mai diffidenza e paura, ma c’è anche tanta voglia di sperimentare. I cambiamenti tecnologici portano sempre con sé nuove opportunità e nuovi rischi. L’AI è una grande opportunità per potenziare la creatività nel settore audiovisivo. Gli artisti contemporanei posso sfruttare oggi effetti visivi avanzati, alcuni dei quali incorporano l’AI, che aiuta notevolmente il processo creativo e produttivo. Basti pensare alla tecnica di rotoscopica, che è essenziale nella postproduzione, oggi fortemente investita dall’AI, che interviene nella correzione del colore, nella rimozione di oggetti, nell’affilatura dei dettagli, nel tracciamento del movimento, nei processi di invecchiamento o de-invecchiamento di un attore. Sono numerose le applicazioni dell’AI nel modo del cinema e dell’audiovisivo. L’espressione creativa degli esseri umani è la linfa vitale dell’industria cinematografica e gli esseri umani rimarranno sempre al centro del processo creativo”, ha dichiarato Emilie Anthonis della Motion Pictures Association.
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