Affitti a canone concordato: tutti i vantaggi fiscali
In forte crescita gli affitti a canone concordato in Italia: analisi dei vantaggi fiscali ed economici per proprietari e inquilini.

Il contratto di affitto a canone concordato è una forma di locazione che presenta vantaggi fiscali per il padrone di casa e un canone più basso per l’inquilino. Applicabile a precise fattispecie, escludendo uffici e immobili di impresa, è utilizzabile per le abitazioni con regole specifiche per gli alloggi in affitto a studenti universitari o locazioni transitorie.
Perché si possano applicare ci vuole una sorta di cornice di riferimento rappresentata da accordi territoriali controfirmati da amministrazioni locale e rappresentanze di proprietari e inquilini.
Vediamo con precisione come funziona questa tipologie di contratto d’affitto.
Come funziona l’affitto a canone concordato
Il canone concordato come detto prevede che ci debbano essere accordi territoriali, tendenzialmente presenti in tutte le grandi città. Questo contratto di affitto può essere stipulato in tre diversi casi e con le seguenti regole:
- per locazione abitativa il contratto non può durare meno di tre anni e deve essere prorogabile per altri due;
- per studenti universitari il contratto ha una durata minima di sei mesi e massima di tre anni, è rinnovabile:
- per affitto transitorio, la durata massima di 18 mesi.
Gli accordi territoriali stabiliscono le caratteristiche del canone, che è più basso rispetto a quello di mercato.
I vantaggi fiscali per proprietario e inquilino
Per il proprietario ci sono però diversi vantaggi fiscali. Per chi sceglie di applicare la tassazione ordinaria c’è uno sconto del 30% sulla base imponibile per il calcolo dell’imposta di registro. E per determinare la base imponibile IRPEF si riduce il reddito di una percentuale forfetaria del 5%, e si applica poi un ulteriore taglio del 30%. In alternativa, è possibile applicare la cedolare secca con aliquota agevolata al 10% in luogo dell’ordinario 21%.
L’inquilino ha il vantaggio di un affitto calmierato e può applicare una detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi calibrata in base all’ISEE. Se l’Indicatore della situazione economica equivalente non supera i 15mila 493,71, l’agevolazione è pari a 495,80 euro. Per ISEE superiori a questa cifra ma entro i 30mila 987,41 euro, la detrazione in dichiarazione dei redditi è di 247,90 euro.
Su questi contratti i Comuni possono prevedere aliquote IMU agevolate. Inoltre, ci sono amministrazione che riconoscono ulteriori benefici a chi applica questi contratti. Sono diversi i Comuni che prevedono semplificazioni sui queste tipologie di contratti: le diverse opzioni possono essere verificate consultando i portali delle amministrazioni locali.
Il trend di diffusione
In base a una recente indagine do Tecnocasa, a Roma più della metà degli affitti è a canone concordato mentre a Milano questa opzione è meno frequentata. I dati indicano che il canone concordato riguarda il 65% delle locazioni a Roma e il 47,8% a Napoli. Milano al momento è indietro rispetto a questi numeri, ma il trend è visto in crescita.
Un altro studio, realizzato da Scenari Immobiliari per Il Sole 24 Ore, stima una crescita di questo strumento del 10,2% entro il 2027, con una concentrazione maggiore nelle città ad alta densità di studenti fuori sede. L’incremento al 2027 sarà del 10% a Milano, del 16,1% a Napoli, e del 4,3% a Roma. Ancora più consistente il trend per gli affitti degli studenti fuori sede, con un +40% a Milano, +18,4% a Roma e +25% a Napoli.