
Il meteo del
2025 preoccupa fortemente gli scienziati: dopo soli tre mesi di attività,
La Niña ha concluso il suo ciclo, lasciando spazio a una fase climatica neutra ma densa di incertezze. Nonostante la brevità del fenomeno atmosferico, che solitamente tende a raffreddare alcune aree del pianeta, le temperature globali continuano a registrare valori
eccezionalmente elevati. Secondo le analisi del
Met Office britannico, il
2025 potrebbe rivelarsi tra gli anni più caldi mai documentati, superando persino i record stabiliti negli ultimi decenni. Un esempio significativo arriva dall’
Australia, dove il meteo autunnale ha mostrato anomalie sorprendenti: a
Red Rocks Point le temperature hanno sfiorato i
41 gradi Celsius, valori tipici della piena estate e ben lontani dalle medie stagionali previste. Anche il
Messico e la
Siberia hanno fatto registrare dati fuori scala. Nella regione di
Sonora, ad
aprile, il termometro ha toccato i
45 gradi, mentre nelle notti siberiane si sono superati i
20 gradi, un valore mai rilevato in precedenza. Questo scenario rende evidente come il meteo sia ormai profondamente alterato, a prescindere dalla presenza o meno di fenomeni come
La Niña. Secondo la climatologa
Michelle L’Heureux del
Climate Prediction Center, prevedere l’andamento climatico dei prossimi mesi è “
molto difficile”. La stessa
NOAA, l’autorevole agenzia meteorologica degli
Stati Uniti, conferma che questa fase neutra potrebbe protrarsi fino al prossimo
autunno, accrescendo ulteriormente l’incertezza delle previsioni. L’
Oceano Pacifico tropicale, solitamente il termometro naturale dell’intensità del fenomeno, ha mostrato segnali minimi di raffreddamento, rendendo questo ciclo particolarmente atipico. L’attenzione ora si concentra anche sulla prossima stagione degli uragani atlantici, la cui intensità viene solitamente amplificata dalla presenza di
La Niña. Con la sua debole manifestazione, è possibile che il meteo non subisca variazioni significative in tal senso, anche se non è escluso che elementi come l’accumulo di calore negli oceani possano comunque favorire tempeste più intense e distruttive. In
Europa,
marzo 2025 ha già segnato un nuovo record storico per le temperature medie, facendo temere un’estate torrida e con potenziali nuovi incendi boschivi. Anche in
Italia l’allerta resta alta: il riscaldamento del
Mar Mediterraneo e l’influenza di potenti anticicloni potrebbero generare condizioni meteo estreme, simili o addirittura peggiori rispetto agli ultimi anni. In definitiva, il
2025 appare sempre più come un anno cruciale per comprendere gli effetti concreti della crisi climatica globale. Sebbene
La Niña abbia già concluso la sua influenza diretta, il meteo globale continua a manifestare segnali preoccupanti, rendendo indispensabile un’attenzione sempre maggiore alle dinamiche climatiche da parte della comunità scientifica internazionale.
Addio a La Niña: rischio di Estate 2025, meteo caldo record