Acconti IRPEF 2025, in CdM il calcolo a tre scaglioni
Acconti IRPEF 2025, nel CdM del 22 aprile arriva l'atteso decreto legge correttivo per evitare il calcolo delle tasse più penalizzante .

Alla vigilia della stagione dichiarativa 2025, il Governo ha finalmente approvato l’atteso provvedimento che mira a risolvere il caos sugli acconti d’imposta: la riforma IRPEF, strutturale soltanto da quest’anno con i tre scaglioni “sperimentati” nel 2024, non aveva infatti cancellato la disposizione che ancora gli acconti ai vecchi quattro scaglioni e la mancanza di coordinamento normativo avrebbe fatto sì che i contribuenti a debito debbano pagare tasse più alte del dovuto, andando poi successivamente a rimborso.
Dopo un rinvio all’ultimo minuto nel Consiglio dei Ministri della scorsa settimana, adesso l’Esecutivo corre ai ripari a approva il provvedimento correttivo nel CdM del 22 apriòe-
Acconti IRPEF: ok al provvedimento correttivo in CdM
L’allarme era stato lanciato nelle scorse settimane dalla CGIL. Nei giorni successivi il Governo aveva assicurato che avrebbe rimediato con un provvedimento legislativo prima dell’inizio della stagione dichiarativa. Nel Consiglio dei Ministri del 18 aprile il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva dato quasi per certo l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento, che tuttavia alla fine non è stato discusso. Dopo le festività di Pasqua, nel CdM del 22 aprile, è infine arrivato il tanto atteso Decreto Legge di modifica (Disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l’anno 2025).
Adesso i contribuenti interessati potranno evitare di pagare più tasse del dovuto e potranno ricorrere ai nuovi scaglioni IRPEF (aliquota al 23% per i redditi fino a 28mila euro, al 35% fra i 28mila e i 50mila euro, e al 43% sopra questa cifra) per applicarli.
Come indicare gli acconti in Dichiarazione 2025
Le istruzioni per la compilazione del 730/2025 e del Modello Redditi PF riportano ancora la vecchia regola in base alla quale “nella determinazione degli acconti dovuti ai fini IRPEF e delle relative addizionali si assume quale imposta del periodo, quella che si sarebbe determinata applicando gli scaglioni di reddito vigenti per il periodo d’imposta 2023 e senza tener conto dell’innalzamento ad euro 1.955, in luogo dell’importo di euro 1.880, della detrazione per lavoro dipendente”.
Ora che il Governo ha approvato il provvedimento correttivo, questa disposizione è da considerarsi superata ed è attesa una eventuale pubblicazione aggiornata con le nuove istruzioni.