Vino: nel 2024 è cresciuto di +8,9% l’export dei bianchi Dop siciliani | Lo studio di Unicredit-Nomisma

Nel 2024 l’export dei bianchi Dop siciliani è ulteriormente cresciuto rispetto a quanto già registrato nell’anno precedente, quando le esportazioni registrarono un +7,8% a valore rispetto al 2022. Nel 2024, infatti, l’export dei bianchi Dop siciliani è cresciuto di un ulteriore 8,9%. In senso opposto sono andati i rossi Dop siciliani che registrano, per due […] L'articolo Vino: nel 2024 è cresciuto di +8,9% l’export dei bianchi Dop siciliani | Lo studio di Unicredit-Nomisma proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Apr 17, 2025 - 14:05
 0
Vino: nel 2024 è cresciuto di +8,9% l’export dei bianchi Dop siciliani | Lo studio di Unicredit-Nomisma

Nel 2024 l’export dei bianchi Dop siciliani è ulteriormente cresciuto rispetto a quanto già registrato nell’anno precedente, quando le esportazioni registrarono un +7,8% a valore rispetto al 2022.

Nel 2024, infatti, l’export dei bianchi Dop siciliani è cresciuto di un ulteriore 8,9%.

In senso opposto sono andati i rossi Dop siciliani che registrano, per due anni di fila, una riduzione nell’export (-4,5% nel 2023, -2,9% nel 2024).

È uno dei dati che emergono dall’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del vino – Sicilia, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, presentato oggi a Palermo.

Focalizzando l’attenzione sui top 10 mercati di destinazione, per i bianchi Dop siciliani l’export 2024 è cresciuto del 37% in Uk, del 34% in Russia, del 12% in Germania e per l’11% sia in Canada che negli Usa.

Per i rossi Dop siciliani, pur in un contesto di calo complessivo, si registra una crescita in Canada (+22%), Russia (+17%), Paesi Bassi (+8%) e Stati Uniti (+6%).

“Il supporto alle realtà del comparto vitivinicolo in Sicilia che si trovano oggi a operare in uno scenario globale complesso e incerto – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di UniCredit – continua a essere un impegno per UniCredit. Un sostegno a 360 gradi a una filiera da sempre portavoce del made in Sicily nel mondo e che si concretizza attraverso credito, consulenza, supporto nelle sfide dell’export e delle due transizioni, digitale e sostenibile”.

“Il vino siciliano è uno dei simboli della cultura mediterranea, della quale la Sicilia è massima espressione – aggiunge Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia –. La sfida alla quale Assovini Sicilia è chiamata a rispondere e dare il suo contributo è anche quella di tutelare il valore culturale del vino contro dinamiche internazionali restrittive, contro una cultura che criminalizza quello che è un prodotto culturale, promuovendolo come espressione di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione”.

Dopo un 2023 che ha visto l’import mondiale di vino contrarsi di oltre il 5% rispetto all’anno precedente, nel 2024 il tanto atteso rimbalzo non c’è stato.

Considerando i primi 12 mercati di import di vino (il cui peso sugli scambi mondiali supera il 60%), solamente quattro di questi hanno registrato crescite nelle importazioni a valore (Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile).

Rispetto a tale scenario, l’Italia ha portato a casa un risultato positivo (+6% a valore), trainato soprattutto dagli spumanti tricolori (+9%), le cui esportazioni incidono ormai per il 30% sulle vendite frontiera complessive di vino italiano.

Gran parte di questo merito è ascrivibile al Prosecco, il cui export è aumentato dell’11% nell’ultimo anno.

Al contrario di quanto accaduto, invece, alla Francia, il cui 2024 si è chiuso nuovamente in calo (dopo il -3% del 2023) per un -2,4%, generato dal crollo dei propri spumanti le cui vendite all’estero sono diminuite del 6,5% (in questo caso, colpevole lo Champagne il cui export è diminuito dell’8%).

Tra gli altri top exporter che nel 2024 hanno registrato una sensibile crescita c’è l’Australia: +31%.

Una performance tutta di origine cinese.

Dopo la “messa al bando” dei vini australiani da parte del governo cinese con un “superdazio” del +218% a partire dal 2021 e che aveva portato l’export di vini australiani da oltre 114 milioni di bottiglie a meno di 200mila, nel 2024 si è arrivati a un accordo tra i due governi per la revoca tariffaria.

Allargando la visuale del confronto agli ultimi dieci anni, l’Italia figura come il Paese il cui export di vino è cresciuto di più tra tutti i competitor: +60% contro il +51% della Francia e il +33 della Nuova Zelanda.

Il 60% dell’export vinicolo italiano si concentra in appena cinque Paesi, con gli Stati Uniti in testa (24%).

La Francia presenta un indice di concentrazione (sempre rispetto ai primi 5 mercati di sbocco) del 51% (con un peso degli Usa del 20%), la Spagna è al 48% (incidenza Usa dell’11%).

Guardando al peso degli Stati Uniti – oggi di estrema attualità alla luce dei dazi di Trump – sull’export dei vini Dop, si evince come i bianchi del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno nel mercato americano il principale paese di sbocco (48% del proprio export), così come per i rossi Dop della Toscana (40%) e a seguire i rossi del Piemonte (31%).

Molto più bassa, invece, l’esposizione dei vini siciliani: 20% per i rossi Dop, 14% per i bianchi.

L'articolo Vino: nel 2024 è cresciuto di +8,9% l’export dei bianchi Dop siciliani | Lo studio di Unicredit-Nomisma proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.