’Villa Héritage’. Luci, colori, arte. L’emozione è qui

La Venezia di Luchino Visconti, le note di Gustav Mahler, un giardino d’inverno ispirato alle maestose serre del XIX secolo....

Apr 8, 2025 - 05:51
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’Villa Héritage’. Luci, colori, arte. L’emozione è qui

La Venezia di Luchino Visconti, le note di Gustav Mahler, un giardino d’inverno ispirato alle maestose serre del XIX secolo. Tutto questo, e molto altro, è ’Villa Héritage’. Un’idea d’interior che rappresenta un linguaggio universale in grado di connettere tradizione e innovazione, promuovendo il dialogo tra passato e futuro. Più di un semplice spazio, più di un’installazione, Villa Héritage è un rifugio nel cuore del Salone pensato per invitare alla riflessione sul significato dell’abitare e della creazione artistica. Il progetto prende forma in una scenografia multisensoriale, dove luce, colori, volumi e materiali trasformano il design in un codice percettivo, in una traccia viva che attraversa il tempo e modella le esperienze. Villa Héritage non si osserva: si vive, si respira, si ascolta.

"L’eredità – commenta Pierre-Yves Rochon – non è un vincolo; è una fonte di libertà. Comprendere e padroneggiare il lascito del nostro mestiere ci fornisce gli strumenti per reinventare e superare i confini del design. Villa Héritage celebra questa dinamica tra storia e creatività contemporanea e coinvolge tutti i sensi, offrendo un’esperienza in cui luce, texture e suono creano emozioni. L’arte è la nostra eterna fonte di ispirazione, elevando il design a un dialogo senza tempo con l’umanità".

L’ingresso definisce il tono dell’intero percorso espositivo: un dialogo tra architettura, materialità e sguardo contemporaneo. A segnare il passaggio, una scultura femminile contemporanea, presenza silenziosa ma eloquente, che richiama il ruolo centrale della figura umana negli spazi costruiti. Poco oltre, le fotografie di Massimo Listri catturano l’anima dei palazzi italiani. L’atmosfera è un equilibrio tra terracotta e pietra serena, matericità e raffinatezza senza artifici, tradizione e interpretazione moderna.

Il Salone Rosso esplora il legame tra opera e design, ponendo la teatralità al centro dello spazio. Il

rosso profondo, onnipresente, evoca la scena, i sipari, l’intensità drammatica dei teatri d’opera italiani. Al centro della scena, un abito iconico de La Traviata, concepito da Luchino Visconti e indossato da Maria Callas, riprende vita sotto le dita esperte degli allievi dell’Accademia della Scala. La Sala da pranzo (Blu) è il luogo in cui il design si fa linguaggio di ospitalità, un ponte tra culture e storie intrecciate nel tempo. Il blu profondo avvolge l’ambiente, evocando mare, movimento, altrove.

Nella biblioteca dai toni prugna, l’attenzione si concentra sulla trasmissione dei saperi e dei gesti. Anche qui è esposto un abito, disegnato da Lila De Nobili e indossato da Maria Callas nella Traviata diretta da Luchino Visconti, e oggi riprodotto dagli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala. L’abito incarna un savoir-faire vivo, in cui il costume diventa veicolo di memoria quanto di apprendimento. Un gioco di specchi trasforma la sala da bagno in un luogo sospeso tra realtà e percezione. Una grande parete di specchi firmata Arte Veneziana frammenta lo spazio, moltiplicando i punti di vista e modulando la luce in una coreografia di riflessi. L’effetto è quasi onirico: un senso di infinito, una dimensione in continuo mutamento.

Nella camera da letto il colore è protagonista, diventa architettura invisibile, modella lo spazio e gli oggetti che lo abitano. Il bianco si rivela un elemento che esalta, e non sottrae. Lontano dall’essere neutro o silenzioso, dialoga con pezzi di epoche diverse, dai più opulenti ai più essenziali, dando respiro a ogni materiale e dettaglio. Ispirato alle maestose serre del XIX secolo e omaggio ai paesaggi italiani, il Giardino d’inverno, ne reinventa la funzione, trasformando lo spazio in luogo di connessione profonda tra architettura e natura.

Infine, nel cuore del percorso espositivo, il Salone della Musica. Un luogo in cui architettura, suono e materia entrano in dialogo e in cui la musica è contemplazione delle fotografie di Massimo Listri e delle opere di Amy Thai. Al centro del Salone, il pianoforte Alpange è protagonista di un’esperienza sonora senza precedenti. Suonato da due maestri interpreti, Anne Lovett e Michael G. Jennings, accompagnerà i visitatori con una serie di concerti esclusivi nelle giornate di Salone.

Egidio Scala