Vietnam, batosta dazi: perché la scelta di Trump farà lievitare il costo delle sneakers. La reazione in Borsa di Adidas, Puma e Nike

Gli Usa hanno deciso di applicare dazi elevatissimi, al 46%, sul piccolo Vietnam che negli ultimi anni è diventato uno dei maggiori centri produttivi al mondo di sneakers, Nike e Adidas compresi. Ecco gli effetti di tale scelta L'articolo Vietnam, batosta dazi: perché la scelta di Trump farà lievitare il costo delle sneakers. La reazione in Borsa di Adidas, Puma e Nike proviene da FIRSTonline.

Apr 3, 2025 - 12:41
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Vietnam, batosta dazi: perché la scelta di Trump farà lievitare il costo delle sneakers. La reazione in Borsa di Adidas, Puma e Nike
Donald Trump annuncia i dazi
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Nell’assurdo “show dei dazi” messo in scena mercoledì sera dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, tra improbabili tabelle, finti operai e accompagnamento musicale di dubbio gusto, spicca un caso su tutti: è quello del piccolo Vietnam, colpito da tariffe elevatissime, pari al 46%, più del doppio rispetto a quelle imposte all’Unione europea, per intenderci. Recrudescenze storiche? No, calcoli discutibili e teorie difficilmente dimostrabili.

Secondo l’amministrazione a stelle e strisce, infatti, il Vietnam e la Cambogia applicherebbero tariffe sugli Stati Uniti pari, rispettivamente, al 90 e al 97%. Non solo, entrambi i Paesi sarebbero sfruttati dalla Cina, che sposterebbe lì i suoi prodotti per poi venderli negli Usa, aggirando le barriere doganali. Da qui, la conseguenza “logica” (per Trump, almeno): entrambi i Paesi sono stati puniti con dazi pesantissimi, tra i più alti di tutti: il 49% sulla Cambogia e il 46%, come detto, sul Vietnam, che tra l’altro dovrebbero pure ringraziare, dato che ambedue le percentuali, sempre secondo Trump, rappresenterebbero uno sconto “imperdibile”, di quelli che neanche al black friday, dovuto alla proverbiale “gentilezza americana”. E chi pagherà il conto di questa fantomatica gentilezza? I consumatori statunitensi, quelli più sportivi in particolare, che da oggi potrebbero dover sborsare cifre esorbitanti per potersi permettere un semplice paio di sneakers. Ma andiamo con ordine.

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La formula dei dazi

Dalla notte scorsa, vale a dire nelle ore successive agli annunci di Trump sulle tariffe, uno dei temi più dibattuti a livello internazionale riguarda la formula utilizzata per calcolare i dazi da imporre sui diversi Paesi. Pare che gli esperti della Casa Bianca abbiano usato il seguente approccio: sarebbero partiti da una tariffa base del 10% per tutti, a cui hanno poi sommato dei dazi aggiuntivi, calcolati in base al trattamento che i singoli Paesi riservano agli Usa (da qui la denominazione “dazi reciproci”). All’interno di questo secondo conteggio rientrerebbero non solo i dazi doganali, ma anche le cosiddette “tariffe non monetarie”, come norme e regolamenti su beni e servizi. Il problema? Anche per gli economisti più dotati sarebbe impossibile calcolare il reale peso di queste barriere “non monetarie”, quindi alla fine si è scoperto che gli strateghi del tycoon avrebbero deciso l’importo dei dazi facendo una semplice divisione alla portata di un alunno delle elementari. Hanno preso il deficit commerciale con ciascun paese e lo hanno diviso per il totale del valore delle merci esportate. Non stiamo qui a spiegarvi lo sgomento della stragrande maggioranza degli economisti mondiali – alcuni dei quali pare abbiano avuto bisogno “dei sali” per riprendersi dallo shock – e andiamo avanti.