Via Padova, dentro al degrado urbano di Milano
Sono poche le strade di Milano a essere conosciute in tutta Italia. Aldilà delle centralissime Montenapoleone, via della Spiga e tutte altre vie legate allo shopping e al lusso, esistono anche quelle diventate ormai tristemente famose per il degrado e il crimine. Una delle più famigerate è certamente via Padova.Il motivo è facilmente intuibile, basta guardare i più recenti casi di cronaca. Nella notte fra sabato e domenica è scoppiata una maxi rissa che ha coinvolto una decina di persone fuori da un locale. Per qualche minuto il tratto di via Padova vicino all’incrocio con Via dei Transiti è diventato il terreno di scontro fra le due fazioni coinvolte, che hanno utilizzato le sedie come scudi e armi contundenti e i posaceneri come proiettili. Al sopraggiungere della polizia 4 persone sono state portate in questura per l’identificazione, si tratterebbe di tre uomini e una donna di origini sudamericane.Fatti del genere sono all’ordine del giorno in via Padova, e infatti anche ieri la Polizia è dovuta intervenire, questa volta per separare due ubriachi che litigavano, anche in questo caso decidendo di utilizzare la strada come terreno di scontro.Proprio a causa dei continui episodi di violenza e crimine il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi lo scorso 3 marzo alla presenza del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, aveva stabilito l’installazione di presidi mobili delle Forze dell’ordine. «Un presidio fisso intorno al quale ruoterà un sistema di alcune volanti che faranno controlli sul territorio», per usare le parole del Ministro. Controlli in Via Padova a MilanoA due settimane dalla loro implementazione Panorama si è recata sul luogo per tastare con mano come (e se) la situazione sia cambiata dall’arrivo dei presidi mobili delle forze dell’ordine. La via, lunga quasi 4 chilometri, va dalla periferia della città fino a Piazzale Loreto, ed è proprio partendo da qui che, proseguendo, si possono vedere i cantieri in corso d’opera per installare degli alberelli e allargare i marciapiedi. La chiamano “riqualificazione urbana”, più probabile che serva a dare maggior spazio di manovra per le quotidiane “battaglie” fra ubriachi. Continuiamo a camminare fino all’incrocio con via Conegliano, fermiamo una signora di mezz’età a spasso con la nipotina, ci dice di chiamarsi Mei e di essersi trasferita in Italia dalla Cina 23 anni fa. Le chiediamo dei presidi mobili, ci risponde di averli visti e di continuare lungo la via, ci tiene però ad aggiungere in un italiano maccheronico che è «troppo poco», «più polizia, più polizia» continua a ripeterci Mei.Arriviamo all’incrocio con via Arquà, dove troviamo la stazione mobile dei Carabinieri, intenti a svolgere uno dei tanti controlli della giornata. Attraversiamo la strada e interroghiamo un signore anziano sull’iniziativa dei presidi mobili, «meglio di niente», ci risponde, «come tutti sanno qui il degrado è tanto, serve gente con gli attributi a Roma che sappia prendere decisioni forti». Traspare una certa rassegnazione, anche se nel complesso l’iniziativa è certamente vista di buon occhio. controlli presso la stazione mobile dei Carabinieri Il 13 marzo un’altra riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica certifica che «dall’inizio della settimana, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno effettuato controlli che hanno portato all’identificazione di centinaia di persone e alla verifica di veicoli ed esercizi pubblici». Iniziativa promossa, dunque, e controlli che proseguiranno.Torniamo in via Padova. Incrociamo subito un forte dispiegamento di Polizia composto da due volanti e un ufficio mobile, al momento del nostro arrivo i poliziotti stanno effettuando controlli su due persone, mentre altri colleghi fanno controlli a campione sulle autovetture di passaggio. Proseguiamo lungo la via e troviamo un commerciante fuori dal suo negozio intento a fumare una sigaretta. Chiediamo al commerciante cosa pensa del dispiegamento di Polizia non molto lontano da noi, «fanno quello che possono» è la sua risposta, «per cambiare questa zona serve ben altro». Tutto il fatalismo di una zona per troppo tempo dimenticata sintetizzato in una frase. Controlli della polizia in via Padova

Sono poche le strade di Milano a essere conosciute in tutta Italia. Aldilà delle centralissime Montenapoleone, via della Spiga e tutte altre vie legate allo shopping e al lusso, esistono anche quelle diventate ormai tristemente famose per il degrado e il crimine. Una delle più famigerate è certamente via Padova.
Il motivo è facilmente intuibile, basta guardare i più recenti casi di cronaca. Nella notte fra sabato e domenica è scoppiata una maxi rissa che ha coinvolto una decina di persone fuori da un locale. Per qualche minuto il tratto di via Padova vicino all’incrocio con Via dei Transiti è diventato il terreno di scontro fra le due fazioni coinvolte, che hanno utilizzato le sedie come scudi e armi contundenti e i posaceneri come proiettili. Al sopraggiungere della polizia 4 persone sono state portate in questura per l’identificazione, si tratterebbe di tre uomini e una donna di origini sudamericane.
Fatti del genere sono all’ordine del giorno in via Padova, e infatti anche ieri la Polizia è dovuta intervenire, questa volta per separare due ubriachi che litigavano, anche in questo caso decidendo di utilizzare la strada come terreno di scontro.
Proprio a causa dei continui episodi di violenza e crimine il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi lo scorso 3 marzo alla presenza del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, aveva stabilito l’installazione di presidi mobili delle Forze dell’ordine. «Un presidio fisso intorno al quale ruoterà un sistema di alcune volanti che faranno controlli sul territorio», per usare le parole del Ministro.
Controlli in Via Padova a Milano
A due settimane dalla loro implementazione Panorama si è recata sul luogo per tastare con mano come (e se) la situazione sia cambiata dall’arrivo dei presidi mobili delle forze dell’ordine. La via, lunga quasi 4 chilometri, va dalla periferia della città fino a Piazzale Loreto, ed è proprio partendo da qui che, proseguendo, si possono vedere i cantieri in corso d’opera per installare degli alberelli e allargare i marciapiedi. La chiamano “riqualificazione urbana”, più probabile che serva a dare maggior spazio di manovra per le quotidiane “battaglie” fra ubriachi.
Continuiamo a camminare fino all’incrocio con via Conegliano, fermiamo una signora di mezz’età a spasso con la nipotina, ci dice di chiamarsi Mei e di essersi trasferita in Italia dalla Cina 23 anni fa. Le chiediamo dei presidi mobili, ci risponde di averli visti e di continuare lungo la via, ci tiene però ad aggiungere in un italiano maccheronico che è «troppo poco», «più polizia, più polizia» continua a ripeterci Mei.
Arriviamo all’incrocio con via Arquà, dove troviamo la stazione mobile dei Carabinieri, intenti a svolgere uno dei tanti controlli della giornata. Attraversiamo la strada e interroghiamo un signore anziano sull’iniziativa dei presidi mobili, «meglio di niente», ci risponde, «come tutti sanno qui il degrado è tanto, serve gente con gli attributi a Roma che sappia prendere decisioni forti». Traspare una certa rassegnazione, anche se nel complesso l’iniziativa è certamente vista di buon occhio.
controlli presso la stazione mobile dei Carabinieri
Il 13 marzo un’altra riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica certifica che «dall’inizio della settimana, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno effettuato controlli che hanno portato all’identificazione di centinaia di persone e alla verifica di veicoli ed esercizi pubblici». Iniziativa promossa, dunque, e controlli che proseguiranno.
Torniamo in via Padova. Incrociamo subito un forte dispiegamento di Polizia composto da due volanti e un ufficio mobile, al momento del nostro arrivo i poliziotti stanno effettuando controlli su due persone, mentre altri colleghi fanno controlli a campione sulle autovetture di passaggio. Proseguiamo lungo la via e troviamo un commerciante fuori dal suo negozio intento a fumare una sigaretta. Chiediamo al commerciante cosa pensa del dispiegamento di Polizia non molto lontano da noi, «fanno quello che possono» è la sua risposta, «per cambiare questa zona serve ben altro». Tutto il fatalismo di una zona per troppo tempo dimenticata sintetizzato in una frase.
Controlli della polizia in via Padova