Variante per le Olimpiadi, il Comune perde la causa contro i comitati che hanno protestato: dovrà pagare 40mila euro di spese legali

L'amministrazione di San Vito di Cadore aveva chiesto più di 140mila euro per "eccesso di cause". Alcuni dei cittadini erano stati poi eletti in consiglio, ma hanno dovuto rinunciare alla presenza proprio a causa del contenzioso con il Comune L'articolo Variante per le Olimpiadi, il Comune perde la causa contro i comitati che hanno protestato: dovrà pagare 40mila euro di spese legali proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 10, 2025 - 14:24
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Variante per le Olimpiadi, il Comune perde la causa contro i comitati che hanno protestato: dovrà pagare 40mila euro di spese legali

BELLUNO – I comitati di cittadini che hanno cercato di opporsi alla realizzazione della Variante stradale di San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, hanno vinto la battaglia in Tribunale con il Comune che chiedeva un danno di 144 mila euro a causa di un presunto eccesso di azioni legali. L’ente pubblico dovrà anzi pagare una cospicua somma (circa 40mila euro) per le spese di giudizio, dopo che il giudice ha stabilito che le iniziative erano legittimate da un diritto costituzionale.

Aveva destato scalpore nell’aprile 2024 l’atto di citazione con cui l’allora commissario straordinario Antonino Russo (viceprefetto a Belluno), assistito dall’avvocato Patrizia Ghiani, aveva presentato una richiesta di danni a carico di 25 cittadini. Troppe cause davanti al tribunale Superiore delle Acque Pubbliche avevano causato, secondo il commissario, un danno da “abuso del diritto” per 64.526,44 euro, pari alle spese stanziate dal Comune per la difesa, oltre a un danno di immagine pari ad altri 80mila euro, visto il clamore suscitato sulla stampa dalle iniziative dei cittadini. In totale venivano chiesti 144.526,44 euro. Il ricorrente voleva colpire la cosiddetta “parcellizzazione dell’azione giudiziaria” da parte dei comitati, ritenendola illegittima.

Questi ultimi avevano cercato di impedire che venisse realizzata la strada che sposta il traffico al di fuori del paese, retaggio delle opere annunciate per i Mondiali di Sci di Cortina del 2021, che hanno cominciato ad essere realizzate solo nel 2023, sulla spinta delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026.

Il principale gruppo di abitanti di San Vito di Cadore o proprietari di case di villeggiatura si è rivolto agli avvocati Lucio e Andrea Iannotta. In totale si trattava di 21 persone, tra cui il portavoce Antonio Menegus. Tre di loro (Annarosa Martinelli, l’ingegnere Paolo Brovedani e Silvia Darsiè De Sandre) si sono candidati alle elezioni amministrative nel giugno 2024 e sono stati eletti con la lista “Bucaneve”, ma hanno dovuto rinunciare alla presenza in consiglio comunale come esponenti delle minoranze, proprio a causa del contenzioso avviato dal Comune con la richiesta di 144mila euro. Altri tre cittadini si sono affidati agli avvocati Giovanni Pascale e Giulio De Nicola.

La giudice Chiara Sandini ha stabilito che la richiesta del Comune era infondata. “Il diritto all’azione è costituzionalmente garantito dall’art. 24 della Costituzione: l’ordinamento riconosce a chiunque la possibilità di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”. E se l’azione si rivelasse infondata, come è accaduto? “Secondo il principio della soccombenza, ciò potrà avere una ricaduta sulle spese processuali, regolate dallo stesso giudice che decide la controversia”. Se uno perde una causa viene condannato a pagare le spese, infatti “eventuali effetti distorsivi derivanti da situazioni di proliferazione non necessaria di procedimenti possono essere corretti in sede di regolazione delle spese”.

Troppe cause a San Vito di Cadore? “Non può essere sindacata in questa sede, dal giudice ordinario – ha scritto Chiara Sandini nelle motivazioni – la fondatezza/opportunità delle plurime iniziative giudiziarie avviate dai convenuti innanzi al giudice delle acque pubbliche, al quale è demandata ogni valutazione in relazione alle spese di lite relative ai procedimenti promossi innanzi allo stesso”.

La sentenza ha quindi dichiarato “inammissibile la proposizione di un autonomo giudizio di risarcimento per i danni asseritamente derivati da una condotta di carattere processuale, i quali devono essere chiesti esclusivamente nel relativo giudizio di merito”. Così la domanda del Comune di San Vito di Cadore è stata respinta. Come effetto, l’amministrazione dovrà pagare le spese di lite per le tre diverse parti convenute nel procedimento. Si tratta di 9.200 euro ciascuna, oltre al 15 per cento di spese generali, Iva e Cassa di previdenza e assistenza degli avvocati. In totale più di 40mila euro.

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