Va in shock anafilattico per una puntura d’ape: “Ringrazio chi mi ha salvata”
La giovane passeggiava in riva al mare quando è stata pizzicata. “Grazie a chi non si è voltato e ai volontari di turno il primo maggio”

Viareggio, 4 maggio 2025 – È la storia di un grande amore e anche di una grande paura, di altruismo e di riconoscenza. Una storia che nel giro di pochi minuti avrebbe potuto avere un epilogo drammatico, e in cui il lieto fine è il frutto un’impeccabile catena di soccorsi. Grazie alla quale Matilde (il nome è di fantasia) è riuscita a superare un brutto shock anafilattico scatenato dalla puntura di un’ape.
Tutto è accaduto in un attimo, in una giornata di festa. Il primo maggio, in riva al mare. Matilde stava passeggiando sulla battigia, insieme al compagno, quando ha sentito un pizzicore sotto la pianta del piede: “Ho riconosciuto subito il pungiglione, e – racconta – ho capito di essere stata pizzicata...”. Prima di trasferirsi a Viareggio, “città di cui mi sono innamorata e che sento come la mia casa del cuore”, M. ha fatto l’apicoltrice. Fino a quando, a causa di una patologia rara, ha sviluppato la grave allergia al veleno delle api. Già nel 2018 Matilde ha affrontato una crisi da shock anafilattico, “Ma questa volta le conseguenze si sono manifestate più rapidamente, nel giro di pochissimi minuti”.
Quattro in tutto. Nei quali il fidanzato di Matilde, che ha frequentato un corso di primo soccorso alla Pubblica Assistenza, le ha fatto un’iniezione di adrenalina, che la ragazza porta sempre con sé, e ha chiamato i soccorsi. Senza perdere lucidità, forte di quella lezione salvavita “Poi, insieme, abbiamo raggiunto la Passeggiata, riuscendo a dare ai soccorritori la fontana del Royal come punto di riferimento”. A quel punto Matilde ha perso conoscenza, e il respiro. Ipossia, è il termine medico. “Ed è stato il mio fidanzato a raccontarmi ciò che è accaduto dopo”.
E dunque dell’intervento di un volontario della Croce Rossa fuori servizio, che si è fermato per monitorare i parametri e le è rimasto a fianco fino all’intervento dell’ambulanza della Croce Verde e dell’automedica. “Sono arrivati sul posto nel giro di un attimo, e sono riusciti a stabilizzarmi una prima volta”, allora Matilde ricorda di aver riaperto gli occhi in ambulanza. Di essere riuscita con il cenno di una mano ad indicare in alto. “I sanitari hanno capito da quell’impercettibile gesto che cercavo di indicare la gola, e poi ho avuto un’altra crisi”. Crisi che i soccorritori hanno trattato in tempo, e quando Matilde è arrivata in Pronto Soccorso era già fuori pericolo. E il pensiero, ora che il peggio è passato, va “Al mio fidanzato e a tutte le persone che – dice – non si sono voltate dall’altra parte. Che mi sono state vicine e si sono prese cura di me con grande professionalità, e ai volontari che erano in servizio nonostante fosse il primo maggio. A tutte loro vorrei dire grazie, per avermi salvato la vita”