Usa ed Europa, impossibile non collaborare
L’acqua sotto i ponti della politica internazionale scorre velocemente, e le sponde dell’Atlantico si restringono e si riallargano come una fisarmonica

L’acqua sotto i ponti della politica internazionale scorre velocemente, e le sponde dell’Atlantico si restringono e si riallargano come una fisarmonica. Dopo il pazzo ottovolante da Truman-Show dei primi cento pazzi giorni di The Donald alla Casa Bianca, adesso pare spirare un vento diverso. Frutto di un diverso atteggiamento da parte dell’amministrazione Usa, obbligata da una sano bagno di realtà a una gestione meno caotica dei tanti dossier aperti.
Nel giro di una decina di giorni il presidente americano ha ricevuto dei sonori schiaffoni, nell’ordine, dai mercati che hanno fatto impazzire le Borse mondiali, dai sondaggi interni che ne hanno evidenziato lo sprofondamento, dall’Unione europea e dalla Cina sulle questione dazi, da Putin che in Ucraina ha continuato a fare quel che gli è parso. Gli ultimi vaffa sono arrivati ieri dal Canada che ha votato compatto per il candidato anti-trumpiano (stessa cosa aveva fatto un paio di settimane fa la Groenlandia) e da Bezos che vuole indicare il costo dei dazi sui suoi prodotti.
È evidente che una situazione di questo tipo segnala una difficoltà di Trump e lo riavvicina alla sponda atlantica, dalla quale si era inopinatamente allontanato, e di fatto crea le premesse per la ripresa del dialogo. Tornano quindi i conti di Giorgia Meloni che nel pieno dell’isteria collettiva succeduta alla crisi dei dazi aveva cercato di mantenere la calma e di sottolineare l’importanza del legame tra Unione europea e Stati Uniti. Come ha ricordato le stessa premier ieri in una intervista al Corriere della Sera.
Ora si tratterà di capire se la scommessa di Meloni si tradurrà in un atto pratico, quel vertice Usa-Ue che la presidente italiana sogna a Roma. Certo per lei e in definitiva per l’Italia sarebbe un bel successo, ma l’importante è che il dialogo riprenda e che tutti comprendano una volta per tutte che Usa e Ue non possono fare a meno l’una dell’altra.