Tutto su Peppino di Capri: “Un musicista delicato, forte nei momenti difficili”

Cinzia Th Torrini racconta “Champagne“, il film in onda stasera su Raiuno. “Uomo ironico e umile. Nel ’68 il pubblico gli voltò le spalle, ma seppe reagire”

Mar 23, 2025 - 20:19
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Tutto su Peppino di Capri: “Un musicista delicato, forte nei momenti difficili”

Roma, 23 marzo 2025 –“Dopo aver finito Sei nell’anima, il biopic su Gianna Nannini, ero felice ma anche stanchissima. Mi sono detta: ora mollo tutto, vado in barca con il mio compagno Ralph, al largo di Napoli, e non rispondo al telefono. In quel preciso momento squilla il telefono. Vabbè, mi dico, è l’ultima volta. Erano i produttori Rai: Cinzia, dove sei? Ti cerchiamo per un film su Peppino di Capri. Siamo a Napoli! Ho pensato che fosse un segno del destino, essere in quello stesso mare, in quel momento. E sono andata”.

Va in onda questa sera, in prima serata su Raiuno, Champagne. È il film che ripercorre la vita e le canzoni di Peppino di Capri, gli anni del twist, dei juke box, ma anche quelli del dopoguerra. Dall’infanzia, in cui il piccolo Giuseppe Faiella suonava e cantava per le truppe americane, incantate a sentire quel bambino prodigio, fino al successo a Sanremo nel 1973. A dirigerlo, una grande firma della narrazione televisiva italiana: Cinzia TH Torrini.

Un apprendistato in una scuola di cinema in Germania, la stessa in cui si era formato Wim Wenders, l’esordio con Giocare d’azzardo con uno splendido Renzo Montagnani, la consacrazione internazionale con Hotel Colonial con Massimo Troisi e Robert Duvall; e poi tanta televisione, da Elisa di Rivombrosa a Sei nell’anima. Raggiungiamo la regista a poche ore dalla messa in onda del film, che sarà trasmesso in una serata unica.

La regista Cinzia Th Torrini

Cinzia, ha incontrato Peppino di Capri, durante la preparazione del film?

“Sono stata a trovarlo più volte, nella sua villa a Capri, ed è nata subito una grande simpatia per quest’uomo dolce, ironico, semplice, umile nonostante tutti i successi della sua carriera. Peppino mi ha raccontato tutta la sua vita, i suoi dolori, i momenti di crisi. Nella revisione della sceneggiatura, scritta da Michele Pellegrini e Mariasole Limodio, siamo riusciti ad inserire alcuni di questi momenti emozionali”.

Che cosa ha amato di Peppino di Capri?

“Immediatamente, il fatto che non sia un supereroe: è una persona delicata, sommessa, ma non remissiva. Ha saputo affrontare anche momenti duri, quando il pubblico, negli anni successivi al Sessantotto, gli ha voltato le spalle, preferendo i cantautori, la canzone politica, e lui si è trovato di colpo ai margini della scena. Mi ha detto: “Sono stato a guardare il mare come un cretino per una settimana, poi ho preso coraggio e sono partito per il Brasile“. A Rio, ha suonato davanti a un milione di persone”.

Ha colpito tutti, a Sanremo, l’esibizione del piccolo Alessandro Gervasi, che interpreta Peppino da piccolo. Come lo avete scoperto?

“A due settimane dall’inizio delle riprese ancora mancava un interprete per il Peppino piccolo. Avevamo battuto a tappeto tutte le scuole d’Italia, le scuole di musica… Nulla. Poi è spuntato lui, da un video diventato virale su Facebook. Abbiamo incontrato lui e i suoi genitori, gli abbiamo messo davanti una tastiera e lui ha suonato, incurante di tutti noi, concentrato solo sul suo strumento. È un ragnetto piccolo piccolo, con un talento immenso.”

Un talento che ha mostrato a Sanremo, segnando un picco di ascolti memorabile.

“Avevo mandato a Carlo Conti una ripresa di Alessandro che suonava. Alessandro è andato a Sanremo, avrebbe dovuto soltanto accennare la canzone Champagne e a un certo punto Carlo gli avrebbe fatto un segnale, per chiudere. Ma Carlo, che pure è un orologio svizzero sul palco, non ha dato quel segnale: è rimasto incantato dalla performance di Alessandro, e aveva capito che la platea lo era quanto lui”.

Come sono state le riprese con Alessandro?

“Prima di iniziare, eravamo sistemati in un hotel bellissimo, ma che non aveva un pianoforte. Alessandro era mortificato, avvilito. Intorno non c’erano negozi di musica, quindi non sapevamo dove procurargliene uno. Alla fine, scoviamo non lontano un negozio di giocattoli. Magari troviamo una pianola, penso: vado, la compro, la impacchetto, gliela porto in albergo. Vedo Alessandro illuminarsi. E su quella pianola per bambini suona, suona, suona, prova ininterrottamente i pezzi che dovrà eseguire nel film. Non ho mai visto un bambino tanto felice.”

I genitori come vivono questa sua eccezionalità?

“La madre è molto premurosa e anche molto saggia. Dice: per lui deve essere un gioco, lo sostengo finché è felice, poi basta. Lo hanno visto sedici milioni di italiani, a Sanremo. Ma lei non vuole sfruttare il successo: vuole solo che il suo bimbo sia felice”.

A interpretare Peppino giovane è Francesco Del Gaudio. Con lui come è stato lavorare?

“Francesco è stato il primo ragazzo a cui ho fatto un provino. Poi ne ho visti tantissimi altri, ma in cuor mio sapevo che quello giusto era lui. Ha fatto il conservatorio e il suo strumento preferito è la tromba. Si è dimostrato un musicista a tutto tondo: ha cantato con una naturalezza e una delicatezza impressionanti. Ha venticinque anni, una grande profondità di animo, e sul set ha una capacità camaleontica di diventare Peppino. Sono stata davvero molto fortunata, nel cast di questo film”.