Trump e la sua rivoluzione energetica alla rovescia

Le iniziative di deregolamentazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in materia di energia e clima sono state veramente tante dal giorno del suo insediamento. Un database della Columbia University ha contato finora 176 provvedimenti, troppi per essere descritti dettagliatamente. Troppo presto anche per capire quale sarà il loro impatto nel medio-lungo termine. Sarà […] The post Trump e la sua rivoluzione energetica alla rovescia first appeared on QualEnergia.it.

Feb 21, 2025 - 10:17
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Trump e la sua rivoluzione energetica alla rovescia

Le iniziative di deregolamentazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in materia di energia e clima sono state veramente tante dal giorno del suo insediamento.

Un database della Columbia University ha contato finora 176 provvedimenti, troppi per essere descritti dettagliatamente. Troppo presto anche per capire quale sarà il loro impatto nel medio-lungo termine.

Sarà però utile cercare di sintetizzare brevemente le azioni principali e rilevare le prime ripercussioni che hanno avuto.

Qui di seguito, una tabella riassuntiva per settore d’intervento delle misure annunciate dalla Casa Bianca, compilata da QualEnergia.it con dati di Climate Action Campaign, Energywire e Beveridge & Diamond.

Le ripercussioni sui mercati

Oltre agli effetti di lungo termine sul clima, le decisioni dell’amministrazione Trump stanno avendo un impatto diretto più immediato sui mercati globali dell’energia e sulle aziende che vi operano, in particolare nel settore delle rinnovabili e dei combustibili fossili.

1) Rallentamento delle rinnovabili:

Eolico offshore: la sospensione dei sussidi federali per l’energia eolica offshore ha causato il blocco di numerosi progetti, con effetti a catena lungo tutta la filiera produttiva, inclusi i cantieri navali e i produttori di componenti. Questo ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro pianificati e un rallentamento degli investimenti. Alcune dei ridimensionamenti annunciati includono:

  • Atlantic Shores (EDF, Francia e Shell, UK) ha ritirato la propria partecipazione al progetto di energia eolica offshore in New Jersey a causa dell’incertezza politica e della fine del supporto federale.
  • RWE (Germania) ha tagliato i suoi piani di spesa di 3 miliardi di euro per il prossimo esercizio finanziario, citando l’aumento dei rischi per i progetti eolici offshore in seguito al ritorno in carica di Trump.
  • Orsted (Danimarca) ha cancellato due progetti eolici offshore in New Jersey nel 2023, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro promessi per il porto di Salem County. Mantiene operazioni a New York per Sunrise Wind, ma monitora attentamente il contesto politico federale.
  • GE Vernova (Usa) ha annullato i piani per una turbina eolica offshore più grande e ha abbandonato un accordo per produrre i componenti al Porto di Coeymans, nello Stato di New York, a causa dell’aumento dei costi e delle incertezze politiche.
  • Porto di Albany (Usa) ha sospeso l’espansione di una fabbrica di torri eoliche, inizialmente prevista per supportare la crescita dell’industria offshore, a causa dell’aumento dei costi e delle modifiche negli impegni dei developer.
  • Prysmian (Italia) ha abbandonato i piani per una fabbrica di cavi sottomarini a Massachusetts destinata al mercato dell’eolico offshore USA, a seguito delle incertezze politiche e della fine dei sussidi federali.
  • LS Greenlink (LS Corp., Corea) ha messo in pausa i piani di espansione di una fabbrica di cavi sottomarini in Virginia, in attesa di una maggiore stabilità politica e normativa.

In sintesi, Le aziende coinvolte nei progetti di energia eolica offshore negli Stati Uniti stanno annullando o sospendendo i loro investimenti a causa dell’incertezza generata dalle politiche dell’amministrazione Trump.

Le decisioni di bloccare le energie rinnovabili hanno inoltre frenato la crescita dell’occupazione nel settore, uno di quelli che stava registrando una più rapida espansione degli addetti negli Usa. Stati e comunità che avevano previsto benefici economici dai progetti finanziati dall’IRA rischiano quindi di perdere gettito e opportunità di crescita a causa della sospensione dei fondi.

2) Espansione di gas e petrolio:

L’amministrazione Trump ha accelerato l’approvazione di centinaia di progetti di combustibili fossili, utilizzando un nuovo tipo di permessi di “emergenza” creato dall’Army Corps of Engineers degli Stati Uniti.

Questo approccio, reso possibile dalla dichiarazione di emergenza energetica nazionale di Trump, mira a incrementare la produzione di petrolio, gas e carbone negli Usa. Tuttavia, l’utilizzo di questi permessi potrebbe aggirare il National Environmental Policy Act, riducendo le opportunità per il pubblico e le autorità locali di dire la loro e limitando il tempo per le valutazioni d’impatto ambientale.

Tra i progetti che beneficeranno di questo processo accelerato ci sono un oleodotto tra Wisconsin e Michigan, un impianto di liquefazione del gas in Louisiana e un terminal di esportazione di petrolio al largo delle coste del Texas e della Louisiana.

Il potere legislativo violato

La rivoluzione alla rovescia dell’amministrazione Trump mira a mantenere il predominio delle fonti fossili, e laddove queste siano state sorpassate, riflette la volontà di restaurazione del settore dei combustibili e carburanti fossili rispetto alle rinnovabili.

Questo ribaltamento delle prospettive che hanno fin qui guidato buona parte della comunità internazionale si inserisce nel più ampio quadro di una possibile sfida esplicita ai principi di certezza del diritto e di rispetto reciproco fra i poteri dello Stato.

Una serie di ordini esecutivi di Trump e altre misure prese dalla sua amministrazione stanno infatti testando, come probabilmente mai prima, quali siano i limiti effettivi delle prerogative del potere esecutivo Usa rispetto al potere legislativo e a quello giudiziario.

Il fatto che la Casa Bianca abbia bloccato, sospeso o anche solo messo in discussione fondi già approvati dal Congresso e in parte già spesi, su cui solo il potere legislativo ha giurisdizione, è di per sé uno stravolgimento chiaro dell’equilibrio dei poteri su cui si è basata finora la democrazia americana.

Prevedibilmente, molti Stati, contee, municipalità e altre entità pubbliche e private hanno fatto fioccare azioni giudiziarie contro le decisioni dell’amministrazione Trump, chiedendo al terzo potere dello Stato di revocare tali decisioni e di riaffermare i limiti che il potere esecutivo è tenuto a rispettare.

Il potere giudiziario ignorato

Le azioni giudiziarie intentate sono ancora all’inizio. Molte dovranno arrivare fino alla Corte Suprema Usa per trovare una soluzione definitiva. In diversi casi la soluzione sarà tutt’altro che scontata, vista la maggioranza di giudici di nomina repubblicana.

In attesa delle eventuali decisioni della Corte Suprema, i primi riscontri indicano che l’amministrazione Trump, dopo aver violato le prerogative del potere legislativo, è decisa a ignorare quelle dei tribunali. Un paio di settimane fa, per esempio, la Casa Bianca ha disobbedito all’ordine di un giudice federale di sbloccare miliardi di dollari in sovvenzioni federali.

La sentenza del giudice John J. McConnell Jr. presso la corte federale del Rhode Island aveva ordinato ai funzionari dell’amministrazione di rispettare quello che il giudice ha definito “il testo chiaro” di una sentenza emessa il 29 gennaio.

L’ordine era “chiaro e inequivocabile, e non ci sono impedimenti al rispetto da parte dei convenuti”, ha scritto il giudice federale nella sua sentenza. Gli avvocati dell’amministrazione Trump sono ricorsi in appello, chiedendo di sospendere l’ordine del giudice McConnell di riaprire i rubinetti dei fondi federali.

La Casa Bianca ha poi alzato decisamente i toni della sfida, dicendo per bocca del suo portavoce Harrison Fields che “ogni ordine esecutivo reggerà in tribunale perché ogni azione dell’amministrazione Trump-Vance è completamente legale. Qualsiasi sfida legale contro di essa non è altro che un tentativo di minare la volontà del popolo americano”.

Il vicepresidente, JD Vance, da parte sua, ha affermato in un post sui social media che “ai giudici non è permesso controllare il legittimo potere dell’esecutivo“.

Una crisi costituzionale e di fiducia degli investitori?

Le azioni legali, le sentenze dei giudici e le risposte della Casa Bianca sono un passo risoluto verso quella che potrebbe trasformarsi nei prossimi mesi o anni in una vera e propria crisi costituzionale, con una resa dei conti ad alta tensione tra il potere esecutivo e quello giudiziario, interessando da vicino la società civile nel suo complesso (È iniziata la tragica svolta energetica e climatica di Trump?).

Nel più breve termine, intanto, l’attrito provocato dai dazi commerciali e l’incertezza sullo stato di diritto stanno scoraggiando gli investimenti negli Usa, secondo il premio Nobel americano per l’economia Joseph Stiglitz.

“Il governo ha un numero enorme di contratti e noi li stiamo stracciando. Quanto rischio volete? Gli Stati Uniti sono diventati, direi, un posto spaventoso dove investire”, ha detto Stiglitz al Guardian.

“Si rischia il peggiore dei mondi possibili: una sorta di stagflazione”, ha aggiunto il premio Nobel, secondo cui gli sforzi di Elon Musk di tagliare i dipartimenti governativi senza l’autorità del Congresso e il disprezzo di Trump per i contratti, compreso il patto commerciale stipulato con Canada e Messico durante il suo primo mandato, sono segnali negativi per le aziende che pensavano di investire negli Usa.

La rivoluzione alla rovescia di Trump potrebbe avere grosse implicazioni a lungo termine sia per la democrazia americana che per la competitività degli Stati Uniti nel mercato dell’energia, oltre che per gli sforzi di mitigazione del cambiamento climatico.The post Trump e la sua rivoluzione energetica alla rovescia first appeared on QualEnergia.it.