Truffa del falso Spid, come avviene e che cosa fare per proteggersi?
Dopo il caso della dipendente pubblica romana alla quale è stata sottratta la tredicesima e del signore lombardo che non ha ricevuto la pensione, ecco che cosa consiglia l'Unione Nazionale Consumatori

La truffa del falso Spid, in cui sono già caduti una dipendente pubblica di Roma a cui è stata sottratta la tredicesima mensilità e un pensionato lombardo, sfrutta la possibilità di attivare lo Spid (acronimo di “Sistema Pubblico di Identità Digitale”) usando le stesse credenziali anagrafiche ma diverso numero di telefono e diverso indirizzo e-mail. I malintenzionati potrebbero tentare di clonare l’identità digitale accedendo a informazioni riservate, sottrarre soldi o chiedere finanziamenti a nome della vittima. Scopriamo, quindi, come avviene nel dettaglio e che cosa fare per proteggersi.
Truffa dello Spid, i casi
Una dipendente pubblica romana, insospettita dal mancato accredito della tredicesima, qualche mese fa, dopo una serie di verifiche, ha scoperto che le sue coordinate bancarie erano state modificate dal portale NoiPa, quello riservato, appunto, ai dipendenti pubblici. La sua tredicesima era stata trasferita su un conto aperto presso un istituto Bbva a Milano, frutto di una falsa identità digitale. L’hacker, con documenti di identità sottratti, era riuscito a creare due Spid e una Carta nazionale dei servizi, ottenendo l’accesso ai dati sensibili della donna, come buste paga e Cud. Poi ha alterato i suoi dati bancari, aprendo un conto corrente a suo nome dove far convogliare i soldi.
Più di recente, un pensionato residente in Lombardia è stato costretto a dover interloquire con il tribunale per una pratica di amministratore di sostegno in seguito a difficoltà familiari. Una procedura che ha comportato l’inserimento online di documenti sensibili come la carta d’identità e il codice fiscale. Qualche tempo dopo, è stato contattato dal funzionario di una banca della Capitale, che gli ha comunicato di aver ricevuto una richiesta online per l’apertura di un conto corrente a suo nome. La richiesta era accompagnata dalle foto dei documenti personali del pensionato, riconosciuti dallo stesso come autentici ma, in realtà, lui quell’apertura del conto non l’aveva mai richiesta. Sollecitato dal funzionario, la vittima ha sporto denuncia ai carabinieri per furto d’identità ma non è finita qui perché, al mancato arrivo sul conto della pensione, ha scoperto che sul portale Inps i suoi dati erano sì corretti, ma il numero di cellulare di riferimento, l’e-mail e l’Iban per l’accredito della pensione erano stati modificati. E l’Iban era lo stesso del conto corrente aperto presso la banca romana. Così ha sporto una seconda denuncia.
Furto dello Spid, come proteggersi?
L’Unione Italiana Consumatori ha stilato un vademecum con alcuni consigli per proteggersi dalla truffa che prescindono dal controllo dell’utenza. Anzitutto, è bene attivare gli alert bancari per ricevere notifiche immediate di ogni movimento sul conto e controllare regolarmente sul sito dell’Agenzia per l’Italia digitale quanti e quali Spid siano attivi a proprio nome. In caso di anomalie, contattare immediatamente l’Agid.