Taglio dei tassi Bce in arrivo, cosa cambia per mutui e prestiti

Previsto per oggi il settimo taglio consecutivo da Francoforte, con effetti immediati sulle rate dei mutui e un’Eurozona che arranca tra moneta forte e incertezze globali

Apr 17, 2025 - 11:14
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Taglio dei tassi Bce in arrivo, cosa cambia per mutui e prestiti

Oggi è il giorno della Banca centrale europea: i mercati attendono con ansia il pronunciamento della presidente Christine Lagarde e l’annuncio di una probabile nuova sforbiciata ai tassi. Una mossa ampiamente anticipata dagli analisti, che sarebbe la settima consecutiva. Un taglio molto interessante che potrebbe far abbassare mutui e prestiti.

Nel frattempo, le due principali autorità monetarie del pianeta sembrano seguire strade opposte: Francoforte verso un ulteriore allentamento, mentre la Federal Reserve resta immobile, bloccata da un’inflazione che non lascia spazio di manovra.

Eurozona tra allentamento monetario e timori di recessione

I mercati non stanno neanche più a chiederselo: la settima limatura al costo del denaro è data praticamente per fatta. Dopo una sfilza di interventi, l’Eurotower si prepara ad aggiungere un altro taglio alla collezione, con buona pace degli ortodossi della stretta monetaria.

A spingere Lagarde e soci verso questa scelta sono almeno due forze: da un lato l’euro che continua a salire come se non ci fosse un domani, schiacciando le esportazioni e mettendo a dura prova le imprese europee; dall’altro, i dazi americani che stanno cominciando a farsi sentire come un nodo in gola sul commercio internazionale.

Insomma, la situazione non è delle più rosee. Così oggi, 17 aprile 2025, la Banca centrale europea deve uscire allo scoperto. L’annuncio è atteso per le 14.15, seguito dalla solita conferenza stampa di Christine Lagarde, dove si capirà se si tratterà solo di un altro giro di vite o dell’inizio di una nuova stagione.

In ballo c’è una sforbiciata di 25 punti base. Numeri alla mano: tasso sui depositi al 2,50%, rifinanziamento principale al 2,65%, quello marginale al 2,90%. Ma il dato secco conta fino a un certo punto. Il vero messaggio arriverà nel tono, nelle pause, nei non detti della presidente. Ed è lì che i mercati cercheranno indizi per decifrare la direzione di marcia.

​Mutui a tasso fisso e variabile: risparmi sulle rate e condizioni migliori

Il taglio dei tassi della Bce da parte della Bce offre opportunità di risparmio per chi ha mutui a tasso variabile e condizioni più vantaggiose per chi intende accendere nuovi mutui o prestiti.

Per i mutui indicizzati all’Euribor, la riduzione dei tassi si traduce in un immediato beneficio. Ad esempio, per un mutuo di 125.000 euro a 25 anni, la rata mensile potrebbe diminuire di circa 17 euro, passando da 640 a 623 euro. Se la tendenza al ribasso dei tassi continuerà, si prevede un ulteriore calo della rata fino a 598 euro entro fine anno, con un risparmio complessivo di circa 42 euro al mese rispetto ai livelli attuali.​

I mutui a tasso fisso non beneficiano immediatamente del taglio dei tassi, ma le nuove offerte sul mercato possono riflettere condizioni più favorevoli. Attualmente, i tassi fissi si attestano intorno al 2,76%, mentre quelli variabili, pur essendo in calo, rimangono leggermente più elevati. Ma, con la prevista discesa dell’Euribor, i mutui a tasso variabile potrebbero diventare più convenienti rispetto a quelli fissi nei prossimi mesi.​

Anche i prestiti personali e al consumo beneficiano della politica monetaria espansiva. La riduzione dei tassi favorirà un calo dei costi dei prestiti al consumo, rendendo più accessibili finanziamenti per l’acquisto di beni come auto o elettrodomestici.

Commercio globale in frenata: le nuove stime non piacciono ai mercati

Le ricadute della politica protezionista statunitense si fanno sentire anche sulle previsioni macroeconomiche. Secondo l’agenzia Fitch, l’espansione globale per il prossimo anno sarà inferiore al 2%, ben al di sotto delle stime precedenti. I principali motori dell’economia mondiale, Stati Uniti e Cina, avanzano con estrema lentezza. Il blocco europeo non va meglio, con una crescita prevista inferiore all’1%, Italia e Germania peggio di tutti.

A confermare l’impatto dei dazi Ue contro gli Usa anche l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha rivisto al ribasso le stime sugli scambi internazionali per il 2025, con un calo compreso tra lo 0,2% e l’1,5%.

Dal fronte europeo arrivano segnali di disorientamento: i rappresentanti dell’Unione inviati a Washington hanno riferito di non aver compreso le reali intenzioni del presidente statunitense Trump. Le incertezze si moltiplicano anche tra gli economisti. Erik Nielsen, capo economista di Unicredit, ha sintetizzato così il clima generale: “Sarà brutto, molto brutto, per la crescita americana e per il resto del mondo”.