Stretta sulla pirateria digitale della Guardia di Finanza: se guardi il calcio con il pezzotto potrebbe arrivarti una multa fino a 5.000 euro

Negli ultimi mesi, la Guardia di Finanza ha intensificato la propria attività di contrasto alla pirateria digitale, concentrandosi in particolare sull’utilizzo illegale delle IPTV, conosciute comunemente come “pezzotto”. Una vasta operazione a livello nazionale ha permesso di identificare e sanzionare 2.282 utenti in 80 province italiane, colpevoli di aver fruito di contenuti protetti da copyright...

Mag 16, 2025 - 14:10
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Stretta sulla pirateria digitale della Guardia di Finanza: se guardi il calcio con il pezzotto potrebbe arrivarti una multa fino a 5.000 euro

Negli ultimi mesi, la Guardia di Finanza ha intensificato la propria attività di contrasto alla pirateria digitale, concentrandosi in particolare sull’utilizzo illegale delle IPTV, conosciute comunemente come “pezzotto”. Una vasta operazione a livello nazionale ha permesso di identificare e sanzionare 2.282 utenti in 80 province italiane, colpevoli di aver fruito di contenuti protetti da copyright – come film, serie TV e soprattutto eventi sportivi – senza aver sottoscritto gli abbonamenti regolari.

Cosa rischia chi guarda contenuti piratati

Chi sceglie di usufruire dei servizi IPTV illegali non può più sentirsi al sicuro. Anche gli utenti finali, e non solo chi gestisce le reti clandestine, sono perseguibili per legge. Come previsto dall’articolo 174-ter della Legge 633/1941 sul diritto d’autore, le sanzioni possono andare da 154 euro fino a 5.000 euro, soprattutto in caso di recidiva.

Le autorità hanno ribadito con forza il principio della tolleranza zero nei confronti di chi accede ai contenuti senza licenza, evidenziando che l’illecito riguarda non solo l’offerta, ma anche il semplice consumo. La Guardia di Finanza ha già avviato nuove operazioni e si prevede che migliaia di altri utenti possano essere sanzionati nei prossimi mesi.

Come vengono scoperti gli utenti IPTV illegali

L’identificazione degli utenti che utilizzano il pezzotto non è affatto casuale. Le forze dell’ordine si servono dell’incrocio dei dati IP, forniti direttamente dagli operatori di rete, con i dati relativi ai pagamenti effettuati su piattaforme digitali illegali. Anche se l’utente pensa di essere protetto dietro una connessione domestica, ogni accesso lascia tracce digitali che possono essere rintracciate anche a distanza di tempo.

Questa metodologia si è rivelata particolarmente efficace per ricostruire i flussi di utilizzo e i comportamenti degli utenti, portando a risultati concreti su tutto il territorio nazionale.

Il fenomeno della pirateria audiovisiva non ha solo risvolti legali, ma incide pesantemente anche sull’economia del settore. Secondo il rapporto FAPAV-Ipsos 2023, sono circa 4 milioni gli italiani che hanno usufruito di servizi IPTV illegali, generando una perdita di oltre 700 milioni di euro l’anno per l’intera filiera dell’intrattenimento.

La Lega Serie A ha quantificato in circa 300 milioni di euro l’anno la perdita causata dalla pirateria ai soli club calcistici, un impatto economico che mette in crisi la sostenibilità finanziaria anche delle società di vertice.

Piracy Shield: il nuovo strumento per bloccare i siti illegali in meno di 30 minuti

Per fronteggiare il fenomeno in maniera più strutturata, l’AGCOM ha lanciato nel febbraio 2024 una piattaforma chiamata Piracy Shield. Questo innovativo sistema consente di bloccare in tempo reale i siti web che trasmettono illegalmente contenuti sportivi in diretta. Gli Internet Service Provider (ISP) sono obbligati a intervenire entro 30 minuti dalla segnalazione, rendendo l’intervento tempestivo ed efficace.

Questa misura si inserisce in un più ampio piano di contrasto alla pirateria, sostenuto da un forte impegno delle istituzioni italiane nel difendere il diritto d’autore e tutelare il comparto audiovisivo.

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