Stipendio dipendenti Enti Locali: salta tetto a salario accessorio
Gli enti locali con bilanci in ordine potranno aumentare il fondo accessorio per il personale, ma con un forte rischio di disparità salariale.

Grazie a un emendamento approvato nella legge di conversione del decreto PA, gli Enti Locali (Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni) potranno aumentare il salario accessorio per il personale dipendente, superando quindi il tetto prefissato, ma attingendo a risorse proprie.
L’incremento stanziato può arrivare fino al 48% delle spese per gli stipendi 2023. Secondo i primi calcoli, nel migliore dei casi si potrebbe quindi arrivare ad aumenti pari a circa 30o euro per 13 mensilità.
Tuttavia, non tutti gli Enti Locali potranno beneficiarne. Vediamo perché.
Stipendi PA: rischio di disparità tra Enti Locali
L’emendamento non prevede in realtà alcun stanziamento aggiuntivo. Ciò significa che i fondi per finanziare questo aumento di spesa dovranno essere reperiti all’interno dei bilanci già esistenti degli Enti Locali. Solo quelli che godono di conti in ordine potranno quindi garantire l’aumento degli stipendi.
Questo rischia di creare una disparità tra gli enti, con alcuni che potranno aumentare le retribuzioni e attrarre professionalità qualificate, mentre altri non avranno la possibilità di farlo.
Le ragioni dietro l’emendamento
L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni (Aran) ha chiesto da tempo di superare il tetto al trattamento accessorio previsto dall’articolo 23, comma 2, del Dlgs. 75/2017, per dare agli enti locali la possibilità di migliorare la retribuzione accessoria dei dipendenti e ridurre la fuga verso le Amministrazioni centrali. Anche Anci e Upi avevano più volte sollecitato il superamento del limite al salario accessorio, sottolineando come la differenza retributiva tra i dipendenti locali e centrali abbia contribuito a ridurre la competitività delle amministrazioni sul territorio.
Rimane il fatto che solo gli enti con bilanci in equilibrio finanziario avranno la possibilità di incrementare le retribuzioni e migliorare l’attrattività del personale. Gli enti con bilanci più fragili, infatti, resteranno esclusi dall’aumento e continueranno a fare i conti con difficoltà nella gestione delle risorse umane.