Stare da una parte, quella dell’Italia | L’analisi di Alessandro Sallusti
Sono ore di grande confusione, commenta sul Giornale Alessandro Sallusti, saltano schemi e vacillano convinzioni. Fa un certo effetto vedere i pacifisti di sinistra tanto imbarazzati da non proclamare “santo subito” Donald Trump, che sta ottenendo, a modo suo, il fine guerra in Ucraina; e altrettanto imbarazzo serpeggia tra le file dei conservatori alle prese […] L'articolo Stare da una parte, quella dell’Italia | L’analisi di Alessandro Sallusti proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Sono ore di grande confusione, commenta sul Giornale Alessandro Sallusti, saltano schemi e vacillano convinzioni. Fa un certo effetto vedere i pacifisti di sinistra tanto imbarazzati da non proclamare “santo subito” Donald Trump, che sta ottenendo, a modo suo, il fine guerra in Ucraina; e altrettanto imbarazzo serpeggia tra le file dei conservatori alle prese con il teorico capo dei conservatori mondiali, Trump, che fa comunella con il comunista e arcinemico Putin, scaricando malamente il loro – nostro – eroe Zelensky.
Dopo il “mondo al contrario”, ecco appalesarsi il “mondo alla rovescia”: ci vorrà un po’ di tempo – e fatti concreti – per prendere le misure e capirci qualcosa. In Italia, i colpi di scena quotidiani stanno mettendo a dura prova entrambe le coalizioni, al loro interno divise e incerte sul da farsi. Ma rispetto alla bagarre politica e mediatica, forse è meglio mettere un paio di paletti tanto per chiarezza.
Il primo è che se l’Europa è giunta all’appuntamento impreparata, debole e quindi vulnerabile, la colpa è di chi l’ha gestita negli ultimi trent’anni, cioè di quel centrosinistra che ha seguito sciagurate mode e prodotto complicate regole, invece di occuparsi di difesa e finanziamenti, oltre ad aver fatto passare chi non era dei loro per pericolosi fascisti.
Il secondo paletto riguarda il ruolo di Giorgia Meloni, che con l’inadeguatezza europea c’entra ben poco, essendo entrata nella stanza dei bottoni di Bruxelles soltanto pochi mesi fa con il nuovo governo di Ursula von der Leyen. Chi ha combinato cotanto disastro ora le chiede con termini perentori di scegliere da che parte stare, come se si stesse giocando a testa o croce.
Immagino che lei starà – quando le cose si chiariranno – innanzitutto dalla parte degli interessi dell’Italia, che, non essendo una superpotenza mondiale, partecipa sì al grande gioco del potere, ma in modo proporzionale alle sue forze. Per intenderci, penso che sia suicida anche solo pensare di rompere tanto con l’America quanto con l’Europa.
L'articolo Stare da una parte, quella dell’Italia | L’analisi di Alessandro Sallusti proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.