Sorveglianza digitale negli aeroporti: controlli elettronici e diritti degli immigrati
Gli aeroporti statunitensi sono diventati luoghi di sorveglianza digitale intensificata
Negli ultimi anni, gli aeroporti statunitensi sono diventati luoghi di sorveglianza digitale intensificata, dove i viaggiatori, compresi quelli con permessi di soggiorno regolari, si trovano sempre più vulnerabili a controlli invasivi.
Le pratiche di monitoraggio implementate dalla Customs and Border Protection (CBP), che includono l’accesso a enormi database e la perquisizione forzata dei dispositivi elettronici, stanno trasformando questi luoghi in veri e propri "panopticon" digitali. Questo termine, coniato dal filosofo Jeremy Bentham, descrive proprio un sistema di sorveglianza in cui ogni individuo è costantemente consapevole di poter essere osservato, inducendolo a conformarsi senza che sappia mai quando o come verrà monitorato.
In un articolo pubblicato su The Verge, l'esperta in politica dell’immigrazione e sorveglianza Gaby Del Valle offre uno spunto critico su come la CBP stia utilizzando queste tecnologie per monitorare i non cittadini, con un impatto diretto sulla loro libertà e privacy.