“Sono un’infermiera in un hospice e so quello che vedono le persone prima di morire, vi spiego cos’è lo sguardo della morte”: il racconto di Julie McFadden

La storia di Julie McFadden la racconta il DailyMail. La 42enne è infermiera in un hospice di Los Angeles e ha deciso di raccontare cosa vivono i pazienti nei giorni e nei momenti prima di morire. Il motivo per cui racconta, ha spiegato, è quello di abbattere delle paure legate alla morte. Dopo quasi vent’anni […] L'articolo “Sono un’infermiera in un hospice e so quello che vedono le persone prima di morire, vi spiego cos’è lo sguardo della morte”: il racconto di Julie McFadden proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 8, 2025 - 16:53
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“Sono un’infermiera in un hospice e so quello che vedono le persone prima di morire, vi spiego cos’è lo sguardo della morte”: il racconto di Julie McFadden

La storia di Julie McFadden la racconta il DailyMail. La 42enne è infermiera in un hospice di Los Angeles e ha deciso di raccontare cosa vivono i pazienti nei giorni e nei momenti prima di morire. Il motivo per cui racconta, ha spiegato, è quello di abbattere delle paure legate alla morte. Dopo quasi vent’anni passati al fianco di pazienti terminali, McFadden afferma di aver assistito a decine di esperienze che lei definisce “paranormali” e anche spirituali.

In che senso? I pazienti sembrano essere in grado di comunicare con l’aldilà prima del proprio decesso. Uno dei fenomeni che descrive si chiama “visioning“, visioni sul letto di morte, ovvero quando una persona vicina alla fine comincia a vedere persone o cose che fisicamente non sono presenti nella stanza. L’infermiera ha spiegato al tabloid che questi fenomeni iniziano tre o quattro settimane prima del decesso: le visioni più comuni includono familiari defunti ma compaiono anche figure religiose e animali domestici che sono morti. Alcuni riferiscono persino visioni di paesaggi mozzafiato o immagini serene.

L’infermiera ha parlato anche di quello che lei ha ribattezzato ‘lo sguardo della morte: “A circa una o due settimane dalla fine, racconta, capita spesso che i pazienti inizino a fissare un punto lontano — una parete, il soffitto, un angolo della stanza — e non distolgano più lo sguardo per lunghi periodi. A volte sollevano anche le braccia, come se stessero cercando di toccare qualcosa o qualcuno”. McFadden poi commenta un video caricato online dall’utente @rugersmomma1: si vede una signora anziana allungare all’improvviso le mani nel vuoto: “Quello che succede in quel video? È un esempio classico dello sguardo della morte, questa donna parla con qualcuno che noi non possiamo vedere. È chiaro che vede qualcuno o qualcosa che a noi sfugge. E a un certo punto dice: ‘okay'”. Commenta poi un altro filmato nel quale una donna nei suoi ultimi giorni parla con quella che crede sia la sorella minore, deceduta: “La figlia ha detto che sentiva sua madre conversare con un gruppo di persone, anche se non riusciva a sentire le altre voci”.

Secondo l’infermiera si tratta di testimonianze importanti perché “ci dimostrano che i nostri cari non stanno soffrendo mentre muoiono. Al contrario, spesso vivono esperienze bellissime: rivedono persone care scomparse da tempo o vivono momenti spirituali che riflettono le loro convinzioni più profonde. Che si tratti di visioni, sensazioni premonitrici, luci intense, angeli o altro, una percentuale significativa di persone sembra sperimentarli”. E ancora: “Quello che trovo interessante è che i miei pazienti, nella maggior parte dei casi, sanno perfettamente che la persona che vedono è morta. Non sono in uno stato confusionale in cui credono che sia viva. Sono lucidi e consapevoli che nessun altro nella stanza può vedere o sentire ciò che stanno vivendo”.

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