“Sono morta per 24 minuti, fluttuavo sopra il soffitto. Non capivo perché nessuno mi sentisse”: la scrittrice Tessa Romero racconta il suo “viaggio nell’aldilà”

“La prima cosa che ho sentito è stata immensa pace. Per la prima volta dopo tanto tempo, non c’era più dolore fisico o emotivo – la sofferenza era finita“. Inizia così il racconto straordinario di Tessa Romero, sociologa e scrittrice 50enne residente nel sud della Spagna, che descrive la sua esperienza ai confini della vita, […] L'articolo “Sono morta per 24 minuti, fluttuavo sopra il soffitto. Non capivo perché nessuno mi sentisse”: la scrittrice Tessa Romero racconta il suo “viaggio nell’aldilà” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 2, 2025 - 10:25
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“Sono morta per 24 minuti, fluttuavo sopra il soffitto. Non capivo perché nessuno mi sentisse”: la scrittrice Tessa Romero racconta il suo “viaggio nell’aldilà”

“La prima cosa che ho sentito è stata immensa pace. Per la prima volta dopo tanto tempo, non c’era più dolore fisico o emotivo – la sofferenza era finita“. Inizia così il racconto straordinario di Tessa Romero, sociologa e scrittrice 50enne residente nel sud della Spagna, che descrive la sua esperienza ai confini della vita, durata 24 lunghissimi minuti. Tutto è accaduto alcuni mesi fa, durante un gesto quotidiano: accompagnare le figlie a scuola. Improvvisamente, Tessa ha avuto un malore, un sospetto arresto cardiaco improvviso. L’ambulanza è arrivata dopo 24 minuti. In quel lasso di tempo, come le hanno poi confermato i medici, il suo cuore aveva smesso di battere. Era clinicamente morta. Eppure, lei si sentiva “viva, sveglia e cosciente”.

“Mi sono sentita profondamente sollevata, come se un peso enorme mi fosse stato tolto“, ricorda nel suo libro “24-Minutes on the Other Side: Living Without Fear of Death” (24 minuti dall’altra parte: vivere senza paura della morte). E poi, l’esperienza extracorporea: “Ricordo di fluttuare sopra il soffitto, guardando la scena dall’alto. Potevo vedere l’andirivieni della piccola clinica in cui mi trovavo – e potevo vedere le mie giovani figlie nella sala d’attesa. Ho visto un corpo disteso lì. Era confusionario perché non ero consapevole di essere morta”.

La sensazione più strana? Sentirsi viva e presente, ma invisibile: “Non capivo perché nessuno mi vedesse o mi sentisse”. Un’esperienza che ha scardinato le sue convinzioni: “Non credevo in questo tipo di fenomeni [prima] – ma quando mi sono svegliata, sapevo con assoluta certezza che ciò che avevo sperimentato non era stato un sogno. Era reale“. Al risveglio, la percezione del mondo era cambiata: “Tutto intorno a me sembrava diverso. Avevo una sensazione molto strana, come se il mondo fosse stato passato attraverso un filtro antico. Era come se il tempo non funzionasse più allo stesso modo. Tutto sembrava più lento, più denso, più carico di significato”.

Questa esperienza di pre-morte è arrivata in un periodo difficile per Tessa, che da mesi combatteva contro una grave malattia non diagnosticata: “I dottori non potevano determinare esattamente cosa non andasse in me. Hanno fatto ogni tipo di test, ma nessuno dava risposte chiare. Il mio corpo stava cedendo, e loro non riuscivano a trovare una causa concreta. Era un periodo molto angosciante perché mi sentivo sempre peggio – e nessuno poteva spiegare perché”. Paradossalmente, l’esperienza ai confini della morte ha offerto una possibile chiave di lettura: “Sono stata contattata da chirurghi, neurologi e scienziati che studiano questo tipo di fenomeni”, racconta Tessa. “Molti di loro concordano su qualcosa di molto rivelatore – che la mia malattia era probabilmente una manifestazione fisica delle mie emozioni. In quel periodo, stavo attraversando la fase più difficile della mia vita. A volte, ciò che non riusciamo a far uscire dentro finisce per essere urlato dal corpo fuori”.

Ma l’impatto più profondo è stato sulla sua percezione della morte: “Prima, sentivo una profonda paura della morte. La vedevo come qualcosa di oscuro, incerto e doloroso. Dopo ciò che ho vissuto, ho capito che la morte non è una fine, ma una transizione. È come attraversare una porta verso un luogo dove tutto ha senso, dove l’amore e la pace avvolgono tutto. Non ho più paura. Al contrario, sento una profonda pace sapendo che la vita continua oltre ciò che vediamo, che non siamo soli e che siamo infinitamente amati”.

Le esperienze di pre-morte come quella di Tessa Romero, sebbene ancora in parte misteriose, trovano un crescente interesse scientifico. Studi hanno dimostrato che il cervello umano può rimanere funzionale per un breve periodo dopo l’arresto cardiaco, e può mostrare picchi di attività anche dopo un’ora senza ossigeno durante la rianimazione. Questo ha portato alcuni medici a chiedere una revisione dei criteri per la dichiarazione di morte. Le testimonianze di chi ha vissuto esperienze simili sono spesso concordi (luci intense, incontro con parenti defunti), anche se le spiegazioni scientifiche (come un “rilascio dei freni” cerebrali che permette l’accesso vivido ai ricordi) sono ancora dibattute.

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