"Sono Bergoglio". La telefonata del cuore alla figlia di Di Giorgio

Il Pontefice chiamò la famiglia. I ricordi di D’Andrea

Apr 22, 2025 - 05:02
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"Sono Bergoglio". La telefonata del cuore alla figlia di Di Giorgio

VIAREGGIO
Alle 7.35 di ieri Papa Francesco è tornato alla casa del Padre. Alla notizia della sua scomparsa il mondo si è fermato, il cuore di ciascuno di noi ha battuto più forte e il dolore ha preso il sopravvento in una giornata, Pasquetta, che doveva essere come tradizione di festa. Un dolore ancora più forte in chi ha avuto il privilegio di parlare se pure per pochi minuti con il Santo Padre, di stringergli la mano. E anche la città del Carnevale ha scritto, per motivi e per circostanze diverse, una pagina di ricordi con Papa Bergoglio, il Papa che ognuno ha riconosciuto come un amico, come il parroco con il quale vorresti confidarti.

Era l’8 giugno dello scorso anno quando Francesca di Giorgio, figlia del pittore Giorgio, ha ricevuto quella telefonata che non dimenticherà mai, la telefonata di Papa Francesco a pochi giorni dalla scomparsa del genitore. E ieri Francesca di Giorgio raggiunta al telefono nel ricordare quei minuti lo ha fatto con la voce commossa di chi ha perso una persona di famiglia: "Parlare con Papa Francesco è stato come parlare con un amico che conosci da sempre, come fosse stato il parroco della tua parrocchia, Abbiamo avuto una conversazione semplice: gli ho parlato della mostra di babbo, della mia partecipazione al coro del Santuario di Montenero e il Santo Padre mi ha ascoltato con interesse. Non sono un personaggio pubblico, ma questo non è stata una barriera: questo dimostra l’umiltà con la quale ha vissuto la sua missione. Sono certa che chiuque ha vissuto un’esperienza analoga alla mia ha colto questo senso di umiltà. La sua voce esprimeva e continuerà a farlo gioia, fiducia verso il prossimo. E’ una voce che ha davvero accarezzato il cuore del mondo".

"Ho salutato al telefono Papa Bergoglio pochi mesi fa, prima del suo ricovero al Gemelli. Ero in compagnia del cardinale Giuseppe Baturi (dal novembre 2019 arcivescovo metropolita di Cagliari e dal luglio 2022 segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana) che mi ha passato il pontefice con il quale ho scambiato qualche parola. Avevo avuto la possibilità di conoscerlo nel 2014 e di consegnargli un ritratto", ricorda Lorenzo D’Andrea, il pitttore caro al Pontefice che volle scrivere un pensiero per commentare la tela di grandi dimensioni con la quale D’Andrea ha gridato "no" alla guerra.
"La scomparsa di Papa Bergoglio lascia senza fiato – prosegue –. Ho avuto modo di consegnargli nel 2014 un ritratto che avevo fatto per lui e in quel dialogo mi è sembrato di parlare con un missionario e non con un Papa. Le sue origini italiane facevano parte della sua personalità. Mi ha chiesto di parlargli del predecessore Papa Giovanni Paolo II che poco tempo dopo ha proclamato santo. Per lui ho dipinto anche un secondo ritratto che è in una chiesa di Cagliari e se le sue condizioni di salute non fossero evolute con il ricovero al Gemelli lo avrei incontrato per una seconda volta. Sono addolorato come penso lo sia il mondo".

Maria Nudi