Soft skills: cosa sono, perché sono fondamentali e quali serviranno in futuro in azienda

Le soft skills, definite anche competenze non tecniche, consentono di interagire in modo efficace e armonioso con gli altri, perciò sono essenziali per le organizzazioni. Ecco quelle richieste dalle aziende secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum L'articolo Soft skills: cosa sono, perché sono fondamentali e quali serviranno in futuro in azienda proviene da Economyup.

Apr 10, 2025 - 11:13
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Soft skills: cosa sono, perché sono fondamentali e quali serviranno in futuro in azienda



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Le soft skills, definite anche competenze non tecniche, consentono di interagire in modo efficace e armonioso con gli altri, perciò sono essenziali per le organizzazioni. Ecco quelle richieste dalle aziende secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum

Pubblicato il 10 apr 2025

Marco D'Alfonso

Senior analyst presso Buono & Partners



Soft skills
Soft skills

Non sono le competenze tecniche a garantire la rilevanza professionale nel lungo periodo, ma la capacità di adattarsi, relazionarsi e guidare il cambiamento. In un mondo che evolve più velocemente della nostra capacità di prevederlo, le soft skills rappresentano il vero motore dell’employability di oggi e di domani.

Cosa sono le soft skills e perché sono considerate fondamentali

Le soft skills, comunemente definite come competenze non tecniche che consentono di interagire in modo efficace e armonioso con gli altri, sono fondamentali per le organizzazioni e possono avere un impatto su cultura, mentalità, leadership, atteggiamenti e comportamenti. Parliamo di capacità come l’adattabilità, la comunicazione efficace, il pensiero critico, la leadership e la gestione dello stress.

Nel tempo, queste competenze sono passate dall’essere considerate “nice to have” a veri e propri pilastri della competitività individuale e organizzativa. Il motivo è semplice: in un contesto segnato da trasformazioni e innovazioni tecnologiche sempre più rapide, le hard skill (competenze tecniche) hanno una “data di scadenza” sempre più breve. Le soft skills, invece, sono ciò che permette a persone e team di adattarsi, imparare, guidare e generare valore in modo sostenibile.

Le soft skills più richieste oggi dalle aziende

Negli ultimi anni, le aziende di ogni settore hanno iniziato a riconoscere con maggiore consapevolezza il valore strategico delle competenze trasversali nei processi di selezione, valutazione e crescita dei talenti. Le trasformazioni nei modelli organizzativi, la diffusione del lavoro ibrido e l’accelerazione tecnologica hanno reso evidente che, accanto alle competenze tecniche, servono abilità relazionali e cognitive capaci di generare coesione, adattamento e innovazione.

Tra le soft skills attualmente più ricercate troviamo:

  • Pensiero critico;
  • Problem solving;
  • Flessibilità;
  • Curiosità;
  • Comunicazione efficace.

Esempi di soft skills in contesti lavorativi diversi

Le soft skills non sono uno strumento esclusivo del mondo HR o delle figure manageriali, la loro applicazione, infatti è trasversale e riguarda ogni funzione aziendale. A cambiare è il modo in cui si manifestano, adattandosi a ruoli, contesti e obiettivi specifici.

Ad esempio, se pensiamo alle aziende tech, con team di progetto spesso distribuiti geograficamente e composti da persone con background culturali diversi e abituate a lavorare da remoto, la comunicazione efficace diventa una competenza chiave per mantenere il coordinamento e prevenire fraintendimenti. Non si tratta solo di trasmettere messaggi in modo chiaro, ma anche di saper ascoltare, interpretare segnali deboli e adattare il proprio stile comunicativo ai diversi interlocutori.

In un altro contesto, come quello della logistica, è la combinazione di problem solving e flessibilità a risultare decisiva. Quando si verificano imprevisti, l’efficacia di chi gestisce l’operazione dipende dalla capacità di trovare soluzioni rapide, senza irrigidirsi davanti all’emergenza ma riorganizzando risorse e processi in modo funzionale.

Le soft skills del futuro secondo il Future of Jobs Report

Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, che rappresenta uno degli osservatori più autorevoli sull’evoluzione del lavoro a livello globale, entro il 2030 il 39% delle competenze core sarà trasformato, con implicazioni dirette su oltre un miliardo di lavoratori. Il 60% delle aziende afferma che colmare i gap di competenze sarà una priorità strategica nei prossimi cinque anni, mentre il 75% prevede di attivare programmi di reskilling.

In questo scenario, le soft skills guadagnano terreno rispetto a molte competenze tecniche, confermandosi fondamentali per favorire l’occupabilità, l’adattabilità e la competitività delle persone e delle organizzazioni.

Quali soft skills diventeranno essenziali nei prossimi anni

L’edizione 2025 del Report evidenzia un cambiamento significativo nelle priorità di sviluppo delle competenze. Tra le prime dieci in crescita nei prossimi anni, ben sei rientrano nella sfera delle soft skills.

In cima alla classifica troviamo il pensiero analitico, indicato come la competenza più richiesta in assoluto. Seguono la creatività, la curiosità, la resilienza, la motivazione e l’affidabilità. Tutti tratti personali che non possono essere automatizzati e che definiscono la capacità di un individuo di reagire al cambiamento e generare nuove soluzioni.

Rispetto al passato, cresce anche l’importanza della leadership collaborativa, della consapevolezza di sé e della capacità di lavorare in ambienti multiculturali e distribuiti. Si tratta di una serie di skills che riflettono la complessità dei contesti organizzativi contemporanei, sempre più ibridi, multistakeholder e orientati alla cooperazione.

Come l’automazione e l’IA cambieranno il panorama delle competenze umane

L’intelligenza artificiale e l’automazione stanno già impattando profondamente la struttura delle attività lavorative, ma il vero cambiamento riguarda il valore relativo delle competenze. Come dimostra ilReport, nei prossimi cinque anni si assisterà a una netta accelerazione dell’adozione di tecnologie di automazione, AI generativa e strumenti di analisi predittiva: il 75% delle aziende prevede di integrarli in modo strutturale nei propri processi.

Questo scenario comporta una revisione dei ruoli, ma soprattutto delle skill richieste. Le competenze ripetitive, standardizzabili o codificabili, come può essere l’inserimento dati, la reportistica di base, o l’esecuzione di procedure fisse, sono destinate a una progressiva obsolescenza. In parallelo, diventano sempre più rilevanti quelle competenze esclusivamente umane che le macchine non sono in grado di replicare, ovvero tutte le soft skills viste fin qui.

Come sviluppare e potenziare le soft skills nel proprio team

Riconoscere il valore e l’importanza delle soft skills è solo il primo passo. Il vero tema, oggi, è come attivarle e svilupparle in modo sistemico all’interno delle organizzazioni. Questo significa lavorare in profondità sulla cultura aziendale, costruendo un ambiente in cui l’allineamento tra il purpose individuale e quello collettivo, le relazioni e il dialogo siano parte integrante dei modelli organizzativi e dei processi quotidiani.

Strategie di formazione e sviluppo per le aziende

Quando si tratta di soft skills, parlare di formazione significa prima di tutto ripensare il modo in cui essa viene ideata e erogata. Le competenze relazionali non si trasferiscono con un modulo teorico, ma si attivano attraverso esperienze innovative, contesti dinamici e confronto reale. I percorsi più efficaci oggi sono quelli che combinano dinamiche di gruppo e simulazioni concrete, in ambienti che rispecchiano la complessità del lavoro contemporaneo.

Questo tipo di apprendimento non può essere confinato a momenti isolati, ma va intrecciato con la quotidianità operativa e reso parte integrante dei processi. È nei progetti cross-funzionali, nelle interazioni con clienti e stakeholder, nei momenti in cui si prende una decisione o si gestisce un conflitto che le soft skills trovano spazio per emergere, consolidarsi e diventare leva di trasformazione.

In questa prospettiva, lo sviluppo delle soft skills non è un intervento puntuale, ma un processo continuo.

L’importanza del feedback e del mentoring nel miglioramento delle soft skills

Come abbiamo visto precedentemente, le soft skills si sviluppano nel tempo, attraverso l’esperienza. In questo processo, feedback e mentoring giocano un ruolo fondamentale come leve di crescita e consapevolezza.

Un feedback efficace non si limita a evidenziare ciò che funziona o non funziona, ma aiuta la persona a leggere il proprio impatto sugli altri, è un esercizio di ascolto reciproco e di fiducia, che crea le condizioni per l’apprendimento trasformativo.

Il mentoring, da parte sua, può attivare dinamiche di sviluppo importanti, soprattutto quando si fonda su una relazione autentica. Un mentore non trasferisce solo esperienza, stimola riflessioni profonde e accompagna nel tempo il percorso di maturazione professionale e relazionale.

Case Study: Implementazione delle soft skills in azienda

Tra le big tech che hanno puntato in modo strategico sulle competenze umane, Amazon rappresenta uno dei casi più emblematici. Nel 2019 l’azienda ha annunciato un investimento da 700 milioni di dollari per la riqualificazione di 100.000 dipendenti negli Stati Uniti entro il 2025, con l’obiettivo di prepararli a nuovi ruoli interni in un contesto fortemente impattato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale.

Il piano include diversi programmi, tutti pensati per offrire percorsi di crescita sia sulle competenze tecniche sia, in modo significativo, sulle soft skills necessarie per affrontare ruoli più autonomi, trasversali e relazionali. In particolare, i percorsi valorizzano la capacità di problem solving, comunicazione interfunzionale, gestione del cambiamento e collaborazione in ambienti complessi e distribuiti.

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