Silenzio in campo per Roberta. Omaggio dei suoi due paesi. Domani l’ultimo saluto
La Procura ha dato il nulla osta ai funerali, le indagini proseguono senza sosta. I negozi dove ha lavorato chiuderanno per tre ore durante le esequie. .

È arrivato ieri mattina il nulla osta dalla procura di Arezzo. La salma di Roberta Mazzuoli è stato restituita alla famiglia e così è arrivato il via libera per i funerali della mamma di 48 anni, morta dopo l’anestesia al San Giuseppe Hospital, venerdì 28. Si sarebbe dovuta operare ad un occhio, un intervento di routine, per abbassare la pressione oculare, ma il cuore della donna ha smesso di battere prima che iniziasse l’operazione. Roberta è morta in pochi instanti per un’insufficienza cardio respiratoria, subito dopo l’anestesia. E questa è stata una delle prime risposte che è arrivata dall’autopsia di venerdì, anche se tutti gli esami, quelli che stabiliranno nel dettaglio perché la paziente è morta, sono ancora alla fase embrionale: ci vuole tempo, è il coro unanime tra chi sta seguendo il caso, avvocati e medici.
Per questo hanno già preso il via una serie di test istologici e tossicologici: approfondimenti, quelli sì, che potranno fare luce sulla tragedia. Gli accertamenti dovranno indagare le condizioni di tessuti e organi di Roberta così da avere un quadro anche microscopico sul caso. Si tratta di un’analisi critica e anche per questo il medico legale nominato dalla procura di Arezzo, il professor Mario Gabbrielli, si è dato 90 giorni di tempo prima di inviare la sua relazione alla pm Laura Taddei, ma tra 15 arriveranno i primi risultati dei consulenti delle parti.
Quel che conta di più, almeno al momento, è quello che sta facendo la magistratura: la procura indaga per omicidio colposo in ambito sanitario. Ad oggi sono iscritti nel registro degli indagati tre medici: l’anestesista che ha seguito la pre ospedalizzazione della donna ed ha effettuato i controlli a priori; il collega specialista che ha somministrato l’anestesia prima che iniziasse l’intervento; e il collega che è intervenuto quando la situazione stava precipitando. Ognuno dei tre medici - A.M., 71 anni, di Siena; L.L. 58 anni di Roma; e F.G, 77 anni di Firenze - ha nominato i propri consulenti: chi uno e chi due, come la famiglia della vittima che ha interpellato il dottor Sergio Scalise, professionista incaricato anche nel caso di Helenia Rapini, e l’anestesista Antonio Galzerano. Quel che si prospetta è una vera e propria guerra di perizie in cui ognuno dei medici supporterà con le sue tesi la sua parte in causa in un procedimento che metterà al centro aspetti tecnici. Che qualche criticità ci sia stato è evidente - una giovane mamma è morta - ma resta da capire se si sia trattata di una complicazione, una fatalità, o un errore di chi è intervenuto. E tutto dovrà esser accertato in aula e biosgnerà capire in quale fase sia avvenuto l’errore - se l’errore c’è stato - e se questo sia penalmente rilevante. Per questo motivo - a citare uno dei professionisti che sta seguendo il caso - gli accertamenti sono tutti in "alto mare". Nel senso che ancora ci vuole tempo, altro tempo. Intanto la famiglia si prepara per l’ultimo saluto di Roberta. Oggi allo stadio comunale di Abbadia prima del derby Amiata-Pianese ci sarà un minuto di silenzio alla presenza del figlio di Roberta che gioca nelle giovanili, e del padre Lorenzo.