Shell valuta l’acquisizione di Bp: verso una fusione storica nel settore dell’energia
Shell valuta l'acquisizione di Bp in un'operazione che potrebbe rivoluzionare l'industria energetica. Il crollo delle azioni BP e la crisi strategica aprono la strada a una delle più grandi fusioni di sempre nel settore petrolifero L'articolo Shell valuta l’acquisizione di Bp: verso una fusione storica nel settore dell’energia proviene da FIRSTonline.


Shell starebbe valutando un’operazione che potrebbe riscrivere la storia dell’industria petrolifera globale: l’acquisizione della rivale britannica Bp (British Petroleum). Secondo quanto riportato da Bloomberg, la major anglo-olandese avrebbe avviato colloqui esplorativi con i propri consulenti per analizzare la fattibilità dell’operazione, approfittando del calo delle quotazioni del greggio e del crollo del titolo Bp.
Una finestra di opportunità
Le azioni di Bp hanno perso circa il 27% del loro valore negli ultimi dodici mesi, con un ulteriore calo del 10% nei primi mesi del 2025. Il mercato oggi valuta la compagnia britannica circa 56 miliardi di sterline, meno della metà rispetto alla capitalizzazione di Shell, che si attesta intorno ai 149 miliardi. Questo squilibrio, unito alla delusione degli investitori per i risultati finanziari e le incertezze strategiche di BP, sta alimentando l’interesse di potenziali acquirenti.
Non solo Shell: secondo fonti del settore, anche altre major energetiche starebbero valutando la possibilità di un’offerta.
Bp, un colosso in difficoltà: il piano green sotto accusa
La situazione attuale di BP è in gran parte frutto della transizione strategica avviata dall’ex ceo Bernard Looney, che aveva puntato con decisione sulla decarbonizzazione e sulle rinnovabili. Una scelta che non ha però convinto i mercati, soprattutto alla luce della recente flessione dei prezzi del petrolio Brent, scesi sotto i 70 dollari al barile.
Il nuovo amministratore delegato Murray Auchincloss ha tentato un’inversione di rotta a febbraio, con un piano che prevede ritorno al petrolio, cessione di asset e taglio ai riacquisti di azioni. Ma il mercato è rimasto scettico, e il fondo attivista Elliott – oggi titolare di una partecipazione del 5% – ha alzato la pressione chiedendo cambiamenti radicali e maggiore ambizione, avvertendo che in caso contrario Bprischia seriamente di diventare una “preda”.
Shell in salute, rigore e posizionamento strategico
Al contrario, Shell ha seguito una traiettoria più ortodossa. Ha ridotto i costi, eliminato le divisioni meno redditizie nel settore rinnovabile e rifocalizzato il business sui combustibili fossili. Il ceo Wael Sawan, pur dichiarandosi cauto sulle operazioni straordinarie, ha affermato che Shell continuerà a cercare opportunità di crescita “dove può creare valore“.
“Vogliamo essere cacciatori di valore“, ha detto Sawan, pur sottolineando che “prima di grandi acquisizioni, dobbiamo mettere ordine in casa nostra”.
L’acquisizione di una delle storiche rivali rappresenterebbe un balzo strategico notevole per Shell: darebbe infatti nuova massa critica nella produzione di petrolio e gas, riportandola in prima linea anche nel mercato nordamericano, dopo la cessione degli asset shale a ConocoPhillips nel 2021. Supererebbe per dimensione anche l’acquisizione da 50 miliardi di dollari di BG Group del 2016.
Le incognite del mercato e le prossime mosse
La possibile operazione resta, ad oggi, in una fase esplorativa. Fonti vicine al dossier affermano che Shell potrebbe attendere un ulteriore calo delle azioni BP, oppure l’eventuale ingresso di un altro potenziale offerente per rompere gli indugi.
Il contesto macro non aiuta: la recente guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, combinata con l’aumento inatteso della produzione deciso dall’OPEC+, ha spinto al ribasso i prezzi del petrolio, aggravando le tensioni sui titoli energetici europei.
Shell non ha confermato l’interesse per Bp, ma ha ribadito il proprio focus su “performance, disciplina e semplificazione”. Nessun commento da parte di BP, che si trova ora al centro di un crescente fermento, tra la pressione degli azionisti e l’ombra di una possibile scalata.
Una fusione storica
Se si concretizzasse, l’operazione Shell-BP rappresenterebbe una delle più grandi acquisizioni nella storia del settore energetico, unendo due colossi simbolo della tradizione petrolifera britannica. È un’ipotesi che circola da decenni, discussa a fasi alterne, ma che oggi – complice la congiuntura sfavorevole e il forte ridimensionamento di BP in Borsa – appare più plausibile che mai.