Se proprio devi mangiare salmone, ti spiego il trucco per scegliere il migliore

Il salmone è uno dei pesci più consumati al mondo, ma non tutti sanno che ha un impatto ambientale significativo, soprattutto quando proviene da allevamenti intensivi. La produzione di salmone d’allevamento, infatti, comporta l’uso di mangimi industriali, antibiotici e tecniche che possono incidere non solo sul benessere dei pesci, ma anche sull’equilibrio dell’ecosistema marino. Leggi anche:...

Apr 2, 2025 - 19:32
 0
Se proprio devi mangiare salmone, ti spiego il trucco per scegliere il migliore

Il salmone è uno dei pesci più consumati al mondo, ma non tutti sanno che ha un impatto ambientale significativo, soprattutto quando proviene da allevamenti intensivi. La produzione di salmone d’allevamento, infatti, comporta l’uso di mangimi industriali, antibiotici e tecniche che possono incidere non solo sul benessere dei pesci, ma anche sull’equilibrio dell’ecosistema marino.

Leggi anche: Salmone: ti spieghiamo 10 valide ragioni per non mangiarlo

Nonostante queste criticità, il salmone rimane un alimento molto apprezzato per il suo sapore e i suoi benefici nutrizionali. C’è dunque chi sceglie di consumarlo comunque, cercando magari di orientarsi verso opzioni di qualità superiore o provenienti da fonti più sostenibili.

Ma come riconoscere un prodotto di qualità? Ce lo svela un esperto del settore in un video su TikTok.

Salmone: attenzione ai dettagli

La maggior parte del salmone venduto nei supermercati e nei ristoranti proviene da allevamenti e la Norvegia è uno dei principali produttori. Questo tipo di salmone si riconosce facilmente: ha un colore rosato pallido e striature di grasso ben visibili.

Un trucco fondamentale per valutarne la qualità è osservare proprio queste venature bianche: se sono troppo evidenti, significa che il pesce è stato alimentato con mangimi ricchi di grassi, il che potrebbe comprometterne il sapore e la consistenza. Un salmone di buona qualità, anche se allevato, deve avere un equilibrio tra il grasso e la parte magra della carne, risultando compatto e non troppo molle al tatto.

Se proprio si deve scegliere un salmone d’allevamento, quello scozzese è spesso considerato migliore di quello norvegese. Perché? Le condizioni di allevamento sono più rigorose, l’acqua è più pulita e il pesce segue una dieta più controllata. Il risultato è una carne più soda, un colore arancione più intenso e un sapore più ricco. Anche qui, la regola del grasso vale: meno striature bianche visibili, migliore sarà la qualità del pesce.

Il migliore è quello selvaggio

Per chi vuole il massimo della qualità, la scelta migliore è il salmone selvaggio dell’Alaska. Questo pesce non viene allevato, ma pescato in mare aperto, il che significa che si nutre in modo naturale di krill, plancton e piccoli pesci.

Il suo colore è rosso intenso, quasi privo di striature di grasso. La carne è più soda e compatta, il sapore più deciso. Anche dal punto di vista nutrizionale, il salmone selvaggio ha un contenuto di Omega-3 superiore rispetto a quello d’allevamento.

Il problema è che si trova spesso solo surgelato, difficile invece che sia disponibile fresco in pescheria.

Il trucco visivo per scegliere un buon salmone

Ricapitolando, l’occhio è il primo strumento per valutare un buon salmone. Ecco i principali segnali da osservare:

  • Colore: un buon salmone ha un arancione intenso, tendente al rosso, e non deve apparire slavato
  • Grasso: le strisce bianche devono essere sottili e non eccessive
  • Consistenza: la carne deve essere soda e compatta, non molliccia
  • Origine:  il salmone scozzese è generalmente di qualità più alta ma il migliore è il selvaggio dell’Alaska

Se trovi la dicitura “selvaggio” sull’etichetta, verifica però che sia effettivamente Wild Caught. Infine, il prezzo è un indicatore: un salmone di qualità non può costare poco.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche: