Scoperto lo schizzo originale perduto del “Giudizio Universale” di Michelangelo: valore record da 500 milioni
Il Giudizio Universale di Michelangelo resta uno degli esempi più affascinanti e controversi dell'arte rinascimentale L’articolo Scoperto lo schizzo originale perduto del “Giudizio Universale” di Michelangelo: valore record da 500 milioni è tratto da Forbes Italia.

“Quest’opera di Michelangelo probabilmente supererà l’attuale record di 450,3 milioni di dollari detenuto dal Salvador Mundi attribuito a Leonardo da Vinci, arrivando a superare i 500 milioni”. Ne è convinto Radosław Czaplejewicz, l’imprenditore e appassionato d’arte polacco che ha investito nella ricerca che ha portato gli studiosi ad affermare di aver scoperto lo schizzo originale perduto del Giudizio Universale di Michelangelo.
Gli anni di ricerca
Dopo cinque anni di analisi e ricerche, esperti di vari campi scientifici hanno confermato che lo schizzo – eseguito su pergamena con penna fine e inchiostro marrone, inizialmente attribuito a Giulio Clovio, uno tra i più stretti collaboratori di Michelangelo – appartiene al genio del Rinascimento che affrescò la Cappella Sistina, e proprio oggi i dettagli della straordinaria scoperta sono stati rivelati a Jasna Góra (Częstochowa), in Polonia, dove sorge una replica digitale multimediale e immersiva del capolavoro michelangiolesco ospitato nei Musei Vaticani.
Tra i criteri che hanno portato un team di esperti ad attribuire la paternità dello schizzo a Michelangelo, di cui quest’anno ricorre il 550° anniversario della nascita, ci sono alcuni elementi chiave. “L’indagine”, spiegano i responsabili del progetto, “ha preso in considerazione numerosi aspetti, concentrandosi sulla tecnica del disegno, caratteristica della bottega di Michelangelo, e sulle caratteristiche compositive uniche che distinguono lo schizzo dalle copie e dalle imitazioni note. Inoltre uno strumento come la pergamena era raramente utilizzata dagli artisti all’epoca, e ciò evidenzia la natura prestigiosa del manufatto e suggerisce una potenziale connessione con una commissione papale. Inoltre l’inchiostro usato è di tipo ferro-gallico, tipico degli schizzi dell’epoca di Michelangelo, così come i dettagli anatomici precisi mettono in mostra la mano magistrale di Buonarroti”.
Il mistero del Giudizio Universale di Michelangelo
Nonostante sia trascorso oltre mezzo millennio dalla sua realizzazione, il Giudizio Universale di Michelangelo resta uno degli esempi più affascinanti e controversi dell’arte rinascimentale: ad esempio, molti storici dell’arte hanno a lungo dibattuto se l’affresco sia stato creato direttamente sul muro o sulla base di uno schizzo preliminare. Fonti storiche – in primis Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori di Giorgio Vasari – menzionano i primi schizzi di Michelangelo per l’affresco del “Giudizio Universale”, ma nessuna di esse ha indicato con certezza dove trovarli o se quei disegni preliminari siano davvero sopravvissuti fino a oggi.
Un mistero che adesso forse può dirsi svelato, dopo che nel 2019 un collezionista d’arte polacco ha commissionato l’acquisto di uno schizzo per l’affresco della Cappella Sistina a un’asta presso la casa d’aste Koller in Svizzera.
Qui entra in gioco il finanziatore: “Sono appassionato d’arte da sempre”, spiega Czaplejewicz, “e trovo affascinante scoprire le pochissime opere d’arte ancora perdute rimaste al mondo. Incontro regolarmente persone provenienti da diversi ambiti dell’arte, e nel corso di una di queste conversazioni ho incontrato un uomo che aveva acquisito questo schizzo unico senza nemmeno sapere chi fosse l’autore. L’intuizione mi ha spinto a coinvolgere esperti interessati perché ne indagassero la provenienza”.
E questi, dopo un mix di eccitazione e scetticismo, con analisi successive hanno gradualmente trovato riscontri sempre più forti sull’attribuzione dell’opera. “Alla fine, dopo innumerevoli discussioni con esperti, ricerche e analisi preliminari”, aggiunge Czaplejewicz, fondatore e ceo di Genoscope, azienda medica con filiali in 100 Paesi, “è diventato chiaro che lo schizzo era indubbiamente un’opera autentica di Michelangelo. Tuttavia, per poter ufficialmente diffondere questa notizia nel mondo, la semplice convinzione degli esperti non era sufficiente: era necessaria una ricerca scientifica per confermare la mano del maestro. Dopo quattro anni di analisi scientifica intensiva con attrezzature specializzate, oggi siamo certi che l’autore di quest’opera è lo stesso Michelangelo”.
Il futuro del bozzetto
Nelle operazioni al Gdańsk Art Cantor di Mirosław Zeidler sono stati coinvolti anche il luminare Juliusz Chrościcki dell’Università di Varsavia e la specialista Katarzyna Krzyżagórska Pisarczyk, ben nota in Inghilterra e negli Stati Uniti (è stata lei a dimostrare che Sansone e Dalila di Rubens, nella National Gallery, era un falso). “Genoscope – spiega ancora Czaplejewicz – è diventato un partner finanziario e operativo del progetto: il processo di verifica dell’autenticità dello schizzo ha ovviamente richiesto un’enorme quantità di denaro, tempo ed energie, quantificabile in diversi milioni di Zloty”.
Ma cosa ne sarà, del bozzetto del Giudizio Universale? “Per il momento stiamo rimandando il contatto con le principali istituzioni museali, ma stiamo pianificando una conferenza internazionale a Roma in autunno per rivelare i risultati della discussione del lavoro con esperti di fama mondiale”.
Un facsimile dello schizzo sarà esposto per la prima volta oggi durante la conferenza stampa presso la Cappella Sistina multimediale, mentre l’originale resterà al sicuro nel caveau di una banca di Varsavia. Per il momento i polacchi possono ammirare gli affreschi di Michelangelo nella replica immersiva realizzata dalla casa editrice Manuscriptum, unica azienda in Polonia autorizzata a esporre la Cappella Sistina fuori dall’Italia.
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