Santanchè: «Ora dobbiamo costruire la squadra Italia»

Dal palco del LetExpo il ministro del Turismo celebra i risultati record del 2024 e invita operatori e istituzioni a collaborare per valorizzare ancora di più le eccellenze del Belpaese, uniche nel mondo L'articolo Santanchè: «Ora dobbiamo costruire la squadra Italia» proviene da Economy Magazine.

Apr 8, 2025 - 06:00
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Santanchè: «Ora dobbiamo costruire la squadra Italia»

«Ministro Santanchè, posto che non è merito suo di chi è il merito della crescita del 2,5% che le presenze turistiche complessive hanno registrato in Italia nel 2024?» Daniela Santanchè, ministro del Turismo, risponde con spirito alla provocazione aprendo un’intervista con Economy e Alis Magazine nel contesto di Letexpo, la grande fiera della logistica e dei trasporti organizzata dall’Alis a Verona. È da mesi nell’occhio di un ciclone mediatico che, come sempre, prospetta le tesi accusatorie della Procura come sentenze passate in giudicato, ma per ora attorno a lei regge il sacrosanto principio della presunzione d’innocenza, per cui non si è vista chiedere di lasciare il suo incarico.

«Meriti me ne prendo davvero pochi – risponde sorridendo – perché il merito più grande va agli imprenditori, ai lavoratori, a tutta la filiera del turismo, perché sono loro che hanno dimostrato resilienza, capacità, visione, intuizione. Come ha contribuito il Governo Meloni? Non mettendo ostacoli a chi fa impresa, non disturbando chi lavora. Come Ministero del turismo abbiamo semplicemente cercato di creare le condizioni giuste perché le aziende possano prosperare. Noi non siamo come quelli che pensavano, dando l’annuncio su un balcone, che la povertà si aboliva attraverso un decreto. Non pensiamo nemmeno che la politica può dare posti di lavoro. Pensiamo che il compito di un Governo e della politica è di mettere nelle migliori condizioni per agire chi crea i posti di lavoro, cioè le imprese. Questa è la nostra visione quindi il grazie va alla filiera del turismo e agli imprenditori.».

Torniamo ai dati, allora: molto buoni!

Noi pensavamo che i dati del 2023 fossero quelli dell’anno record; invece, il 2024 ha fatto ancora meglio. Non si tratta solo di quel 2,5% in più. C’è che l’aumento deriva per metà dagli arrivi dall’estero. Con una forte presenza americana. E poi il confronto vincente con altre aree: nel 2024 l’Italia, dopo decenni, con oltre 458 milioni di presenze, ha superato la Francia.

E adesso, cosa si può fare di più?

Dobbiamo costruire la squadra Italia. Capire cosa vuol dire l’orgoglio di essere italiani. Dico sempre agli imprenditori che questo è un elemento competitivo fondamentale per le imprese del turismo perché quando andiamo in giro per il mondo constatiamo che ci guardano tutti con invidia: invidiano il nostro stile di vita, la nostra moda, il nostro design, la nautica: siamo i primi al mondo nella cantieristica per le grandi imbarcazioni. Ci invidiano i nostri prodotti enogastronomici, i nostri siti Unesco, i nostri borghi. Ci invidiano tutto. Siamo noi italiani che invece certe volte pensiamo che l’erba del vicino sia più verde, ma ricordatevelo che più verde, del giardino dell’Italia, nel mondo non c’è nulla. Quindi riappropriamoci questo grande orgoglio di appartenenza di essere italiani.

E ora parliamo di promozione turistica…

Quando io sono arrivata al ministero, mi sono resa conto che non c’era mai stata una grande campagna di promozione dell’Italia nel mondo e ci siamo inventati una virtual influencer, per imporci nei social, pensando anche alle generazioni più giovani. E quindi abbiamo preso un simbolo dell’Italia nel mondo, la Venere di Botticelli, e l’abbiamo trasformata in influencer con la campagna “Open to meraviglia”. È stata un successo mondiale. Ne hanno parlato positivamente in tutto il mondo. E non basta. Abbiamo e avremo eventi di grande richiamo. Basti pensare al Giro d’Italia o agli Atp Finance, quando poi c’è un campione come Sinner… E presto avremo Milano Cortina 2026 che ormai è domani. Sono certa che noi italiani faremo una grandissima e bellissima figura. Per non pensare all’attrattiva gastronomica, grazie alla quale i nostri chef sono diventati ambasciatori nel mondo. Tant’è che l’Italia oggi è la destinazione più ambita nel mondo: tutti vogliono venire nella nostra nazione.

Ma ci sono punti critici. La polemica sull’overtourism e il problema oggettivo dell’inadeguatezza dei trasporti…

Vorrei ricordare a quelli che continuano a riempirsi la bocca di overtourism, che nel 2020, quando il mondo era chiuso, siamo stati invasi da un senso di desolazione e di tristezza. Io ricordo piazza del Pantheon, che attraversavo per andare in Senato: non c’era più un bar aperto, non un pedone. Ecco, per me era quella l’angoscia. Quindi oggi io trovo scorretto parlare di overtourism. Diciamo piuttosto che forse nel passato non si è capito prima di tutto che l’Italia è un piccolo puntino nel mondo e quindi l’Italia è una nazione di qualità e non di quantità. Dovevamo e dobbiamo puntare sulla qualità a tutti i livelli. La sfida è lì e nei servizi adeguati; invece, i governi di sinistra hanno puntato sulla quantità. Gravissimo errore per la gestione dei flussi. Quindi io non voglio dire che nelle nostre città d’arte c’è un turismo male organizzato, ma dovremmo anche chiederci come sono state gestite le mappature commerciali in certe città. Se tu lasci aprire kebab, paninoteche e cineserie in quantità, è ovvio che danneggi il commercio di qualità. E la vita di quartiere. Ormai nei centri non si trova più una tintoria, un supermercato, ma soltanto una certa tipologia commerciale. Quindi non diciamo che i problemi vengono dal troppo turismo, vengono perché non c’è stata una gestione dei flussi e non si è lavorato sulla destagionalizzazione. Noi dovremmo e potremmo avere il turismo dodici mesi all’anno non solo nei mesi canonici, è troppo facile. Per avere delle offerte turistiche attrattive tutto l’anno stiamo facendo eventi, fiere, nuovi impianti…

Resta il nodo delle inadeguate infrastrutture di accessi: aeroporti, porti, valichi…

Nessun governo avrebbe potuto rimediare in pochi mesi a ritardi pluridecennali, ma grazie a Giorgia Meloni finalmente abbiamo la visione di dove vogliamo arrivare col turismo in Italia e abbiamo rilanciato le infrastrutture logistiche. E anche qui dobbiamo essere più orgogliosi di quel che c’è: in Germania, ad esempio, un’alta velocità ferroviaria come la nostra se la sognano, quindi cerchiamo anche di essere orgogliosi di quello che abbiamo. Abbiamo visto che l’aeroporto di Roma è stato il primo d’Europa, e primo al mondo per sicurezza. Voglio dire: abbiamo anche noi delle eccellenze, consacriamole, riconosciamocele, anziché sempre criticare perché il difficile è costruire.

Per finire: una novità che sta preparando?

Con il ministro Giorgetti nella Finanziaria per la prima volta il turismo ha avuto oltre 400 milioni di euro di fondi per i contratti di sviluppo, per le aziende del settore è una cosa importante. E io poi voglio lavorare a un’emergenza che per i nostri imprenditori è saliente, ossia lo staff-housing. Oggi non sanno dove far dormire il loro personale, cercheremo di rimediare a questo problema agevolando soluzioni abitative stagionali per i lavoratori che si aggiungono.

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