Sanremo 2025, Cuoricini dei Coma_Cose: testo e significato
Instagram Coma_Cose Dopo "Le fiamme negli occhi" e "L’addio", i Coma_Cose salgono per la terza volta sul palco di Sanremo con "Cuoricini", un brano dall’anima pop anni ’80, radiofonico e leggero. Fausto Lama e California cantano di una relazione che risente delle dinamiche digitali, in cui i sentimenti vengono filtrati dai "cuoricini", icona di interazioni rapide e superficiali. Ecco il testo dopo l'ascolto della prima serata di Festival. Clicca sul link e scopri tutti i testi di Sanremo 2025! Indice Sanremo 2025: testo di "Cuoricini", Coma_Cose Significato "Cuoricini", Coma_Cose: i rapporti al tempo dei social Sanremo 2025: testo di "Cuoricini", Coma_Cose [ytbvideo]TpJzc0b34FA[/ytbvideo] di F.Zanardelli - F.Mesiano - A.Filippelli - G.Manilardi - F.Zanardelli Ed.Warner Chappell Music Italiana/Asian Fake/Gorilla Oggi mi sento una pozzangheraSe l’ansia mi afferraCon lo sguardo verso il cieloMa il morale per terraSe mi trascuri impazziscoCome maioneseCi sto male, malemale maleVorrei svagarmi ma oggi una canzoneDura come un temporaleAnche se è molto popolareE mi hai buttato viaIn un sabato qualunqueMentre andavi in cercaDi uno slancio di modernitàMa tu volevi solocuoricini, cuoriciniPensavi solo ai cuoricinii, cuoriciniStramaledetti cuoricini, cuoriciniChe mi tolgono il gusto di sbagliare tuttoPoi mi uccidi, poi mi uccidiQuegli occhi sono due fucili, due fuciliChe sparano sui cuoricini, cuoriciniPersino sotto alla notiziaCrolla il mondoUn divano e due telefoniÈ la tomba dell’amoreCe l’ha detto anche un dottorePorta un chilo di gelatoE poi nel dubbio porta un fioreE almeno un kiss, pleaseE se oggi ho le pupillePiù grandi del cuore non mi giudicareMale male maleChe dovrei dire io che ti parlavoE tu nemmeno ti mettevi ad ascoltareTu mettevi soloCuoricini, cuoriciniPensavi solo ai cuoricini, cuoriciniStramaledetti cuoricini, cuoriciniChe mi tolgono il gusto di sbagliare tuttoPoi mi uccidi, poi mi uccidiQuegli occhi sono due fucili, due fuciliChe sparano sui cuoricini, cuoriciniPersino sotto alla notiziaCrolla il mondoMa fortunatamenteUn sabato qualunqueMi hai portato via da tutta quantaLa modernitàMa dove scappi senzaCuoricini, cuoriciniPer l’autostimaCuoricini, cuoriciniChe medcinaCuoricini, cuoriciniMa che tolgono il gustoDi sbagliare tuttoPoi mi uccidi, poi mi uccidiQuegli occhi sono due fucili, due fuciliChe sparano sui cuoricini, cuoriciniPersino sotto alla notiziaCrolla il mondoCuoricini, cuoriciniCuoricini, cuoriciniPersino sotto alla notiziaCrolla il mondo Significato "Cuoricini", Coma_Cose: i rapporti al tempo dei social La canzone "Cuoricini" dei Coma_Cose, presentata a Sanremo 2025, è una riflessione ironica e critica sulla superficialità dei rapporti digitali e sulla cultura dell'immagine e delle aspettative sociali. Il testo esplora il conflitto interiore di una persona che si sente sopraffatta dalle dinamiche moderne, dove il valore di un gesto, di un'attenzione o di un sentimento sembra essere ridotto alla semplicità di un "cuoricino" virtuale. Il brano inizia con l'immagine di una "pozzanghera" come metafora del malessere e della confusione emotiva, simboleggiando il senso di impotenza e frustrazione di chi si sente intrappolato in dinamiche tossiche.L'ansia e la disconnessione sono temi ricorrenti, con il protagonista che si sente trascurato e maltrattato da chi sembra più interessato alla superficialità delle "cose" virtuali, come i cuoricini, piuttosto che a una vera connessione emotiva. Il "cuoricino" diventa il simbolo di una comunicazione svuotata di significato, che riduce la profondità di un sentimento a una reazione automatica e superficiale, quasi una forma di approvazione che non implica un vero coinvolgimento.La ripetizione ossessiva del termine "cuoricini" nel testo enfatizza l'inutilità di questi gesti simbolici, che "tolgono il gusto di sbagliare tutto", come se fossero un modo per nascondere la realtà, evitando di affrontare la complessità delle emozioni e dei legami umani. Il contrasto tra il mondo digitale e quello reale viene esplorato attraverso immagini forti come gli occhi che sono "due fucili", simbolo di una forza che ferisce, di un impatto emotivo che lascia il segno.Il divano e i telefoni diventano "la tomba dell'amore", una critica all'incapacità di comunicare davvero quando la relazione è mediata dalla tecnologia e dalle apparenze. Le interazioni diventano fredde e poco autentiche, dove il gesto di portare "un chilo di gelato e un fiore" diventa un tentativo di riempire un vuoto che i "cuoricini" non riescono a colmare. Il finale, dove il protagonista sembra finalmente essere "portato via dalla modernità", suggerisce una fuga dalla superficialità, un tentativo di liberarsi dalla schiavitù dei "cuoricini" e cercare una connessione più genuina.Tuttavia, la domanda che rimane aperta è: "dove scappi senza cuoricini?", indicando che, nonostante la critica, anche la persona che si ribella a queste dinamiche non può fare a meno di essere attratta d


Dopo "Le fiamme negli occhi" e "L’addio", i Coma_Cose salgono per la terza volta sul palco di Sanremo con "Cuoricini", un brano dall’anima pop anni ’80, radiofonico e leggero.
Fausto Lama e California cantano di una relazione che risente delle dinamiche digitali, in cui i sentimenti vengono filtrati dai "cuoricini", icona di interazioni rapide e superficiali. Ecco il testo dopo l'ascolto della prima serata di Festival.
Clicca sul link e scopri tutti i testi di Sanremo 2025!
Indice
Sanremo 2025: testo di "Cuoricini", Coma_Cose
[ytbvideo]TpJzc0b34FA[/ytbvideo]
di F.
Zanardelli - F.
Mesiano - A.
Filippelli - G.
Manilardi - F.
Zanardelli
Ed.
Warner Chappell Music Italiana/Asian Fake/Gorilla
Oggi mi sento una pozzanghera
Se l’ansia mi afferra
Con lo sguardo verso il cielo
Ma il morale per terra
Se mi trascuri impazzisco
Come maionese
Ci sto male, malemale male
Vorrei svagarmi ma oggi una canzone
Dura come un temporale
Anche se è molto popolare
E mi hai buttato via
In un sabato qualunque
Mentre andavi in cerca
Di uno slancio di modernità
Ma tu volevi solo
cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricinii, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Un divano e due telefoni
È la tomba dell’amore
Ce l’ha detto anche un dottore
Porta un chilo di gelato
E poi nel dubbio porta un fiore
E almeno un kiss, please
E se oggi ho le pupille
Più grandi del cuore non mi giudicare
Male male male
Che dovrei dire io che ti parlavo
E tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare
Tu mettevi solo
Cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Ma fortunatamente
Un sabato qualunque
Mi hai portato via da tutta quanta
La modernità
Ma dove scappi senza
Cuoricini, cuoricini
Per l’autostima
Cuoricini, cuoricini
Che medcina
Cuoricini, cuoricini
Ma che tolgono il gusto
Di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Cuoricini, cuoricini
Cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Significato "Cuoricini", Coma_Cose: i rapporti al tempo dei social
La canzone "Cuoricini" dei Coma_Cose, presentata a Sanremo 2025, è una riflessione ironica e critica sulla superficialità dei rapporti digitali e sulla cultura dell'immagine e delle aspettative sociali. Il testo esplora il conflitto interiore di una persona che si sente sopraffatta dalle dinamiche moderne, dove il valore di un gesto, di un'attenzione o di un sentimento sembra essere ridotto alla semplicità di un "cuoricino" virtuale.
Il brano inizia con l'immagine di una "pozzanghera" come metafora del malessere e della confusione emotiva, simboleggiando il senso di impotenza e frustrazione di chi si sente intrappolato in dinamiche tossiche.
L'ansia e la disconnessione sono temi ricorrenti, con il protagonista che si sente trascurato e maltrattato da chi sembra più interessato alla superficialità delle "cose" virtuali, come i cuoricini, piuttosto che a una vera connessione emotiva.
Il "cuoricino" diventa il simbolo di una comunicazione svuotata di significato, che riduce la profondità di un sentimento a una reazione automatica e superficiale, quasi una forma di approvazione che non implica un vero coinvolgimento.
La ripetizione ossessiva del termine "cuoricini" nel testo enfatizza l'inutilità di questi gesti simbolici, che "tolgono il gusto di sbagliare tutto", come se fossero un modo per nascondere la realtà, evitando di affrontare la complessità delle emozioni e dei legami umani.
Il contrasto tra il mondo digitale e quello reale viene esplorato attraverso immagini forti come gli occhi che sono "due fucili", simbolo di una forza che ferisce, di un impatto emotivo che lascia il segno.
Il divano e i telefoni diventano "la tomba dell'amore", una critica all'incapacità di comunicare davvero quando la relazione è mediata dalla tecnologia e dalle apparenze. Le interazioni diventano fredde e poco autentiche, dove il gesto di portare "un chilo di gelato e un fiore" diventa un tentativo di riempire un vuoto che i "cuoricini" non riescono a colmare.
Il finale, dove il protagonista sembra finalmente essere "portato via dalla modernità", suggerisce una fuga dalla superficialità, un tentativo di liberarsi dalla schiavitù dei "cuoricini" e cercare una connessione più genuina.
Tuttavia, la domanda che rimane aperta è: "dove scappi senza cuoricini?", indicando che, nonostante la critica, anche la persona che si ribella a queste dinamiche non può fare a meno di essere attratta da esse.
In sintesi, "Cuoricini" è una canzone che critica in modo sarcastico la cultura dei social media e delle relazioni virtuali, portando alla luce la frustrazione di chi cerca un amore autentico in un mondo che sembra offrirgli solo approvazioni superficiali.
Con il suo tono ironico e le immagini evocative, il brano offre una riflessione sull'inadeguatezza dei "cuoricini" come sostituti delle emozioni vere e della comunicazione profonda.